Vini da pranzo e da regalo di Piero Cerati

Vini da pranzo e da regalo Sotto l'albero di Natale o per le feste di Capodanno Vini da pranzo e da regalo « Il vino si fa anche con l'uva », diciamo spesso quando si scopre qualche sofisticatore in patria o all'estero, e l'uva è prodotto dell'agricoltura, fatica del contadino: per questo alla vigilia delle feste di Natale e Capodanno, in cui si suole concedere a Bacco un tributo maggiore del solito, parliamo di alcuni vini nostrani, degni di allietare le mense. Sono vini ottimi e costano meno di tanti conclamati prodotti stranieri Anni orsono accennammo alla Malvasia di Casorzo, lo « spumante nero del Monferrato»: oggi non è più una novità, ma ha acquistato ormai un suo rango, è uno di quei vini neri spumantizzati, come un tempo lo era anche il Nebbiolo, e come lo è ancor adesso il Recioto e il vino marchigiano di Cupramontana (difficile da trovare). Può essere una novità brindare con i « rossi », tuttavia se vogliamo restare vicini alla tradizione, ecco i « brut », bianchi secchi, spumantizzati con il metodo champenois o charmat. Tra questi vini, una novità: il Principe di Piemonte blanc de blancs; dovrebbe essere il primo vino italiano a fregiarsi di questo appellativo, che significa « prodotto interamente con uve bianche », mentre anche lo champagne ha tra ì suoi maggior componenti i pinot neri. A fianco del nostrano «blanc de blancs » extra secco (guizzante, ricco d'aroma se freddo al punto giusto) vi sono il Recioto bianco di Gambettare, il Durello brut dei Colli vicentini, il Verdicchio spumante brut (in provincia di Macerata), i prosecchi di ben nota fama. Talora gli spumanti italiani sono etichettati con la semplice dizione « Pinot-brut », ma anche questi sono ottimi. Il segreto, però, sta nel produttore: il mercato annovera anche alcuni «parvenus», bisogna diffidare quindi dei prezzi eccessivamente bassi. Lo spumante secco è vino da brindisi, da aperitivo, da servire con particolari piatti, non è vino da dessert; se volete gustare il panettone o altri dolci, allora non vi sono dubbi: il moscato è il vino giusto. Per tanti anni il nostro moscato (Asti o Asti spumante) è stato negletto in patria, poiché sì dava la pre- ferenza ai « secchi »; ora, un poco alla volta ci si sta accorgendo dell'errore: il moscato è prodotto senza pari, ricercato soprattutto all'estero. Attenzione però alle imitazioni: non esistono bottiglie genuine da 400-500 lire. E veniamo ai « rossi »: per selvaggina e grandi arrosti la novità è il Barolo Granbussia, di Aldo Conterno (Monforte d'Alba), vino adatto anche al finale del pranzo, degno di sostituire i porto, gli sherry e il marsala nostrano (quest'ultimo consigliabile e preferibile di fronte a qualsiasi altro prodotto « da conversazione », o da salotto, straniero); per piatti sempre robusti, altra novità è il Cru, di Ronco S. Giacomo (Ghemme, Novara), dell'azienda agricola di Mario Giacometti, o il Lessona, che ha appena ottenuto la denominazione di origine controllata a pieni voti (strenuo sostenitore e produttore, tra gli altri, ne è Venanzio Sella, pronipote del ministro Quintino); né si può dimenticare il Tocai rosso Colli Berici, della Cantina sociale dei Colli vicentini, un prodotto da scoprire anche nell'accoppiamento dei cibi. Anche il Barbaresco merita giusti riconoscimenti: la cooperativa dei produttori ha in commercio nuove etichette (una riserva Moccagatta del 1970, ad esempio) con cui pare si sbizzarrisca ogni anno: cambia la veste, ma il vino è sempre quello, ottimo e a prezzo buono. La nostra viticoltura di collina trova comunque esaltazione nei vini più tradizionali per la tavola: dolcetto, barbera e grignolino, vini di « pronta beva » anche se certe barbere di alta gradazione sopportano l'invecchiamento, vini che vanno centellinati dopo pochi mesi di bottiglia, adatti agli antipasti e alle minestre, ma anche per tutto il pranzo (se sono abbocchevoli). Il grignolino del Casalese se vogliamo è un po' una novità, contende la palma al cugino di Migliandolo d'Asti grazie ad ottimi produttori. Piero Cerati

Persone citate: Aldo Conterno, Bacco, Durello, Ghemme, Lessona, Mario Giacometti, Moccagatta, Monforte, Ronco S. Giacomo, Venanzio Sella

Luoghi citati: Asti, Casorzo, Cupramontana, Macerata, Novara, Piemonte