Oggi morirà Poirot

Oggi morirà Poirot ARRIVA L'ATTESO GIALLO DI AGATHA CHRISTIE Oggi morirà Poirot E' morto Poirot. Sulla copertina del « giallo » Mondadori in edicola da oggi il più famoso superstite dei poliziotti degli Anni Venti, sopravvissuto a due guerre mondiali e a tre o quattro generazioni di lettori (la sua prima avventura, Poirot a Styles Court, è del 1920) è una figura sfocata che si inchina ci ntro le luci di scena, tra i lembi di un velario semichiuso. Il titolo del racconto col quale Agatha Christie, ottantacinquenne, cancella il suo personaggio è, appunto, Sipario (pag. 143, lire 500). L'editore ne ha previste 150 mila copie, il doppio del normale, per quella stessa collana economica in cui ha stampato le altre trentadue avventure di Poirot: una puntigliosa correttezza commerciale e forse anche un pizzico di editoriale civetteria. Annunciata lo scorso agosto, questa « morte » ha fruttato in Inghilterra ed America 900 mila dollari per i soli diritti dei pockets. Poirot era difatti oramai più che una istituzione. Era il campione che incastrava freddi frammenti di puzzles; il minuzioso clinico dei Delitti tra Gente Bene; il prestigiatore che mostrava, spostava e rovesciava le carte su quieti tavolini fìtti di tè e crostate, in piccole villeggiature campagnole di Sospetti e di Vittime. Il suo pubblico pretendeva, sempre, di essere deluso prima della Soluzione Finale, come nel gioco delle tre carte: false piste, falsi colpevoli troppo pesantemente indiziati, maggiordomi inquietanti, interrogatori bizzarri che poi, magari, con lo scioglimento del nodo non avevano niente a che fare. Ma la narrazione per quanto vecchiotta era abile, il prodotto merceologicamente garantito. Nobili sentìmenii, cadaveri appena intravisti, personaggi borghesi e non troppo brillanti di una borghese ed inconsapevole società imbalsamata nella quale, tra l'altro, non si saltava mai un pasto. Al massimo mancava qualcuno a cena e, spesso, un altro non scendeva a colazione. Scritto nel 1945 questo Sipario è rimasto dattiloscritto per venti anni e altre dieci avventure del sempre red¬ ditizio piccolo poliziotto a?iglo-belga. Il successo del film « Delitto sull'Orient-Express » (che ripete una indagine di Poirot 1934), forse ragioni fiscali, ma anche la paura che dopo la sua morie qualcuno potesse continuare un personaggio così popolare, hanno deciso la Christie a recidere il filo. Anche di un altro suo personaggio-detective, la maliziosa e sferruzzante Miss Marple, esiste già scritta l'ultima avventura, ma sarà pubblicata postuma assieme a un Diario. « Se li porta nella tomba », dicono; ma questa morte di Poirot è piuttosto una specie di prova generale, un commercialmente accorto preannuncio della propria scomparsa. Perché Poirot e non la Marple, allora? Ma perché la Christie non amava più da tempo questo « carattere »; scrittrice puntualmente presente per mezzo secolo con due libri all'anno, Poirot faceva oramai parte di quella che chiamava « la mia fabbrica di salcicce ». Miss Marple le somiglia invece di più, non può finire che assieme a lei. Com'è l'ultima avventura di Hercule Poirot? Tè a profusione anche qui, e poi i soliti ex colonnelli, ex maggiori, ex capitani in pensione. Un naturalista dilettante, uno scienziato distratto, belle ragazze sane e dal mento fermo e sincere e attive, o dai capelli rossi e allora appassionate e impulsive. Un mauvais-sujet, ovvero antipaticofellone per la platea, un ex governatore coloniale pomposo e ripetitivo. E anche il ritorno del «capitano Hastings», il solito « amico idiota » attraverso il quale si sdipana e disperde la mediazione tra autore e lettore. Era così stupido, questo Hastings. che la stessa Christie l'aveva esiliato anni fa in Argentina; ma la « simmetria » di cui Poirot è un maniaco non poteva non riportarlo in scena per l'ultimo atto, tanto più che questo ha luogo in quella stessa Styles Court, nelVEssex, dove per la prima volta i due avevano incominciato a recitare, cinquantacinque anni fa. Tutta gente, insomma, in pensione dalla propria esistenza; come vecchi caratteristi di una compagnia dialettale riconvocati per la recita di addio dell'unico attorecapocomico professionista. Polvere, grigiore, ex militari vacillanti, tristi amori di mezza età. E, riesumati, tutti i meccanismi di scena del giallo classico, quello degli Anni Trenta: avvelenamenti con droghe esotiche, fatali scambi di persone, cifrari affidati a versi di Shakespeare e sul finale perfino il Grande Numero del cadavere in una stanza sbarrata dall'interno. La Lettera Postuma, poi, che spiega tutto ai lettori che non avessero ancora capito. Poirot è « vecchio e quasi storpiato dall'artrite », con parrucchino e baffi posticci, grinzoso. Muore solo, in una vecchia camera, di notte, per un attacco cardiaco. « Rimpiangevo il passato come passato », dice Hastings in un breve momento di lucidità, « ma non nella sua realtà». Claudio Savonuzzi Agatha Christie

Luoghi citati: America, Argentina, Inghilterra