Gli spiccioli "imboscati,,? Il ministero ha smentito

Gli spiccioli "imboscati,,? Il ministero ha smentito Le monetine "nascoste,, nella Zecca Gli spiccioli "imboscati,,? Il ministero ha smentito Replica del Tesoro al Consiglio di fabbrica della Zecca - La produzione dei pezzi sarebbe rallentata dalle lunghe pratiche burocratiche Roma, 19 dicembre. Il ministero del Tesoro imbosca gli spiccioli? Avallata ieri da una polemica conferenza stampa del consiglio di fabbrica della zecca, l'accusa è stata prontamente smentita. La notizia apparsa su alcuni quotidiani secondo la quale centinaia di barili stracolmi di monete metalliche giacciono inutilizzati alla Tesoreria centrale di Roma e li rimarranno fino a quando non saranno espletate le pratiche burocratiche relative alla loro immissione sul mercato — informa un comunicato — «è priva d fondamento». «Infatti — spiega il ministero —, alla chiusura di cassa del 18 dicembre 1975 presso la predetta Tesoreria esistevano le seguenti monete: da lire cento, 202 mila 500 pezzi, per un valore di venti milioni 250 mila lire; da lire cinquanta 23 mila per un totale di un milione 150 mila lire. Se si tiene conto che il fabbisogno previsionale per il pagamento degli stipendi di dicembre agli impiegati delle amministrazioni centrali si aggira sull'importo complessivo di circa 26 milioni di moneta metallica, si può comprendere — conclude la nota — come la situazione non corrisponde a quella rappresentata dalla stampa». I rappresentanti del consiglio di fabbrica della zecca spiegano che il loro piano di ristrutturazione per risolvere il problema degli spiccioli è bloccato da tempo. «Se si approvasse la nostra proposta — assicurano — la produzione potrebbe triplicarsi. Quando glielo abbiamo spiegato, Ventriglia ha detto che lui era d'accordo, ma per accettare gli servivano cinque firme di altrettanti direttori generali del Tesoro, che non si trovano. Tutte scuse». Intanto gli operai hanno annunciato che diminuiranno la produzione al reparto monete, fin quando Colombo non li riceverà. Alla zecca — informa il consiglio di fabbrica — ci sono 225 operai e 126 impiegati. «Si perde un'infinità di tempo prima di coniare le monete. Decine di firme dei 60 direttori accompagnano l'ingresso del tondello grezzo e ne suggellano ogni passaggio nella catena, fin quando non esce stampato. Altrettanto se ne spreca per la mancanza di personale, sebbene la direzione abbia provveduto a dirottare alle macchine stampatrici falegnami e uscieri, peraltro privi di preparazione tecnica». Qualcuno ricorda con una punta di nostalgia che la zecca sino a pochi anni or sono coniava la sterlina d'oro per gli inglesi. «Allora erava-mo costretti a respingere gii ordinativi dall'estero. Adesso, al contrario, c'è la zecca tedesca che si è ripetutamente offerta di stampare le nostre monete». Alla fame di spiccioli occorre porre rimedio in fretta. Ormai può perfino degenerare in cronaca nera come è' avvenuto in Sardegna. Ad Ardauli, un piccolo centro dell'Oristanese, un focoso gestore di un bar, Salvatore Miscali, 75 anni ha sparato a un cliente e l'ha ferito perché questi invece delle solite caramelle, pretendeva il resto in monete da cento lire. «Le monete sono sparite — ha gridato il feritore infilando una mano in un cassetto — se le rubano le macchinette». Ed ha premuto il grilletto. g. fe.

Persone citate: Salvatore Miscali, Ventriglia

Luoghi citati: Ardauli, Roma, Sardegna