Una giovane madre di 6 figli si uccide angosciata perché il marito è infermo

Una giovane madre di 6 figli si uccide angosciata perché il marito è infermo A Gela, in Sicilia, una donna oppressa dalla disperazione Una giovane madre di 6 figli si uccide angosciata perché il marito è infermo Trent'anni, doveva mantenere i bambini e provvedere al marito immobilizzato da una malattia renale e da un'operazione chirurgica al cuore - Aveva già tentato due volte di togliersi la vita (Dal nostro corrispondente) Gela, 19 dicembre. Una giovane donna, madre di sei bambini, si è uccisa bevendo acido muriatico. Una morte orribile a conclusione di un'esistenza infelice: il marito immobilizzato a letto, la lotta per sfamare i figli, l'umiliazione di non riuscire a farli sorridere neppure il giorno di Natale con un dono. Il dramma è avvenuto in via Segesta, in uno dei più poveri e affollati rioni di Gela. La donna, Concetta Valenti, 30 anni, che altre due volte aveva tentato di uccidersi, aveva detto al marito, Nunzio Scicolone, 40 anni, infermo per aver subito una operazione al cuore e affetto da gravi disturbi renali, che usciva per una commissione e sarebbe tornata prima di mezzogiorno. La Valenti è andata nella vicina drogheria e ha comperato mezzo litro di acido muriatico. « Perché doveva pulire i pavimenti » ha detto. Mentre tornava a casa, le è venuta l'idea del suicidio. Forse è stata sopraffatta dalla triste immagine che avrebbe trovato nell'alloggio. Ha portato la bottiglia alla bocca e ha bevuto alcune sorsate. Il dolore del liquido che le scendeva in gola, deve essere stato atroce: Concetta Valenti è caduta sul marciapiede, l'acido della bottiglia si è sparso sul catrame facendolo « bollire » in una nube di fumo. I passanti l'hanno soccorsa, un automobilista l'ha portata all'ospedale. I medici del pronto soccorso hanno scosso la testa: « Non c'è più niente da fare ». Concetta aveva la bocca che era tutta una piaga, l'acido che le era scivolato sul mento e sul collo aveva lasciato una profonda traccia. La donna è stata sottoposta a trasfusioni di sangue, le hanno lavato più volte lo stomaco, ma non si è ripresa. E' stata trasferita all'ospedale « Garibaldi » di Catania—ma è spirata durante il tragitto. Nunzio Scicolone è stato avvisato alcune ore dopo: « Concetta sta male, è in ospedale, è stata investita da una auto mentre rincasava », gli hanno detto i parenti. Una pietosa bugia che il marito non ha creduto: « No. si è uccisa », ha gridato. Adesso parenti, amici, vicini di casa stanno prodigandosi in tanti modi per alleviare le sofferenze dell'uomo che fino a quando la salute glielo aveva permesso, aveva fatto il manovale, ma poi si era ammalato e aveva dovuto lasciare la responsabilità della famiglia alla moglie, la preoccupazione quotidiana di provvedere al mangiare, vestire i figli, pagare l'affitto. Troppo per una donna le cui sofferenze avevano già minato il suo sistema nervoso. a. r.

Persone citate: Concetta Valenti, Nunzio Scicolone

Luoghi citati: Catania, Gela, Sicilia