Israele: Rabin esorta il Paese a "capire le ragioni,, degli Usa di Giorgio Romano

Israele: Rabin esorta il Paese a "capire le ragioni,, degli Usa Mentre Atherton comincia la missione in M. O. Israele: Rabin esorta il Paese a "capire le ragioni,, degli Usa (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 18 dicembre. Il viaggio che il sottosegretario di Stato americano Atherton sta compiendo nel Medio Oriente si prefigge tre scopi: primo, coordinare con i diversi Paesi dell'area l'atteggiamento che Washington intende assumere alla prossima riunione del Consiglio di sicurezza del 12 gennaio; secondo, indurre i Paesi arabi — e soprattutto la Siria — a non assumere posizioni estremiste, facendo presenti anche i pericoli del crescente impegno russo nella regione; terzo, convincere Israele che è nel suo interesse non boicottare le riunioni al Consiglio di sicurezza, anche se ad esso è stata invitata l'Olp. E' sintomatico in proposito il fatto che Alfred Atherton, bloccato per un giorno dalla nebbia a Londra, abbia inver¬ tito l'ordine delle sue visite in Medio Oriente ed, anziché cominciare da Gerusalemme, abbia deciso di concludere qui il suo periplo perché lunedì, quando arriverà in Israele, sarà già tornato anche il ministro della Difesa, che sta per concludere la sua visita a Washington. Peres non ha avuto soltanto incontri di carattere tecnico col nuovo ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, ma anche colloqui politici con il sottosegretario di Stato Joseph Sisco e con esponenti del Congresso, che gli hanno confermato la sostanziale solidarietà con la causa israeliana, ma hanno insistito perché Gerusalemme esca dall'immobilismo. Negli ultimi giorni, dopo che il primo ministro aveva ripetuto la sua ostilità a partecipare a qualsiasi negoziato cui intervenga un rappresen- tante dei palestinesi (in opposizione ad alcuni membri del suo partito e parzialmente anche del ministro degli Esteri Allon), ci sono state varie voci che mettono in guardia contro il deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti. L'articolo pubblicato domenica dal New York Times sotto forma di una lettera ad un «dear Amos» (ritenuto a torto essere Amos Eran, direttore dell'ufficio del primo ministro) è apparso a molti come un avvertimento di Kissinger per interposta persona e anche un invito agli israeliani a non immischiarsi nelle cose interne degli Stati Uniti e di essere cauti e prudenti nella loro politica. L'articolo ha suscitato profonda impressione e accese discussioni in Israele, tanto che qualcuno aveva suggerito che un giornalista israeliano rispondesse al giornalista americano «parlando a nuora perché suocera intenda». Oggi il premier Rabin, approfittando di una riunione della Camera di commercio israelo-americana, ha preferito dare una risposta diretta a vari punti di questa vicenda. Egli ha dichiarato che «il raggiungimento della pace nel Medio Oriente costituisce uno degli interessi dell'America nella regione, ma che in mancanza di una pace occorre accontentarsi del mantenimento della tranquillità. Questa non può essere ottenuta che se Israele è forte e ciò può contribuire ad assicurare la calma nell'area ed anche in America». Rabin ha aggiunto che Washington non appoggerebbe Israele se aumentasse la tensione tra le superpotenze o minacciasse un conflitto mondiale e che il governo israeliano deve tener conto non solo dell'amicizia che lega i due Paesi, ma anche degli interessi statunitensi nell'area. In polemica con molti esponenti politici israeliani, Rabin ha dichiarato che «la continuazione dell'amicizia con gli Stati Uniti dipende soprattutto da Israele e che è un errore incolpare l'America di certa tensione o pretendere continui aumenti negli aiuti economici: occorre accontentarsi di minori aiuti per non compromettere questa amicizia e gli interessi degli Stati Uniti». Giorgio Romano