Banditi sparano, feriscono 3 agenti di polizia e un ragazzo di sedici anni

Banditi sparano, feriscono 3 agenti di polizia e un ragazzo di sedici anni Fallito rapimento, tentativo di rapina o attentato politico? Banditi sparano, feriscono 3 agenti di polizia e un ragazzo di sedici anni Alle 16 nel Centro residenziale Europa - Qualcuno segnala un'auto sospetta davanti a una scuola materna - Accorre la "volante" 14-1 poliziotti trovano una 124 (vuota e con targa falsa) ; si avvicinano a 4 giovani — due ragazzi e due ragazze — che stanno nei pressi - Questi impugnano le pistole e fanno fuoco • Poi fuggono - Sulla 124 c'erano un mitra e bottiglie di benzina - Nella sera una "Mini" misteriosa data alle fiamme nella zona « Un minuto d'inferno. Ho sentito quindici venti colpi, mi sono affacciato alla finestra e ho visto un gruppo di ragazzi in via GuidoDono che correva urlando. Per terra c'erano tre agenti che si contorcevano, a pochi passi quattro persone che sparavano, nascoste dietro una "124" blu. In un attimo la strada è stata deserta. Si sentivano solo i lamenti dei feriti. E si vedeva il sangue ». Così un testimone ha descritto l'ultima fase della feroce sparatoria in cui sono rimasti gravemente feriti, ieri pomeriggio, tre agenti della Mobile e uno studente di 16 anni che abita nella zona. Ore 15,55. Dalla sala radio della questura l'operatore chiama l'equipaggio della volante 14 In servizio nei pressi del Cen tro Europa, un quartiere resi denziale, poco lontano da Mi raflori, e abitato da circa 6 mi la persone. « Andate in via Do menico Guidobono, una traversa di via Rubino. Davanti alla scuola materna c'è una "124" blu con quattro persone, due uomini e due donne, molto giovani. Ci ha telejonato un'inquilina della casa di fronte, dice che la presema dell'auto è sospetta. Da parecchi giorni la vedono sostare con strani tipi a bordo ». E' una delle tante segnalazioni che giungono giornalmente ai « 113 », « un controllo di normale amministrazione » pensano in questura. Sulla volante 14 ci sono Salvatore Mozzillo, 29 anni, napoletano, capopattuglia; Nicola Gaudino, 21 anni, di Benevento, gregario; Carlo Cimino, 23 anni, di Taranto, autista. Invertono la marcia e cinque minuti dopo sono sul posto. La segnalazione è esatta. Davanti alla scuola materna comunale, posteggiata accanto al cancello d'ingresso, c'è l'auto. Per il momento non c'è nessuno a bordo. Sul marciapiede ci sono quattro persone. Tre passeggiano, uno è appoggiato al muro. Sono giovani. Uno degli sconosciuti ha i baffi. Non vestono in modo vistoso. Dalla « pantera » scendono Mozzino e Gaudino, al posto di guida rimane Cimino che è in contatto col centro radio. Attraversano la strada e si avvicinano all'auto. Questione di secondi. Capiscono che la vettura appartiene a quel quattro e mentre si stanno avvicinando tanno s?gno di mostrare i documenti. La risposta è fulminea, di tutti e quattro insieme: una scarica di proiettili calibro 7,65. Pare sia stato 11 giovane appoggiato al muro ad estrarre per primo l'arma dalla tasca interna della giacca, ma gli altri non sono stati meno rapidi. Le guardie non hanno tempo d'impugnare le armi. Dice un testimone: « Erano detonazioni diverse ». Gaudino e Mozzillo si accosciano. Il primo ha ricevuto un colpo al braccio sinistro e alla gamba destra, il suo compagno all'addome. Dalla volante l'autista lancia un appello al colleghi via radio: « Presto, presto, ci sparano ad¬ dosso. Aiuto ». Balza a Urrà, e cerca di estrarre la pistola dalla fondina. I banditi non gli danno tempo. Lo centrano alla testa mentre cerca riparo. Il proiettile lo colpisce alla fronte, entra nella testa ed esce dallo zigomo. Anche lui crolla nel suo sangue. Le giovani belve continuano a premere i grilletti. In quel momento passa un gruppo di studenti fra cui Roberto Ferro, 16 anni, studente, via Cimabue 6. Sentono i proiettili fischiare sopra le loro teste. Hanno un attimo di sbigottimento, poi fuggono. Ma sull'asfalto rimane Roberto Ferro colpito alla schiena e a una gamba. Nella scuola materna dove ci sono ancora bambini e maestre, giunge l'eco delle detonazioni. Si abbassano le tapparelle, i piccoli vengono portati in camere più sicure. Via Domenico Guidobono ora è deserta. Il silenzio è rotto solo da alcuni colpi. E' il capopattuglia Mozzillo che, benché ferito, trova la forza di sparare verso 1 banditi In fuga. Sono a piedi, hanno abbandonato la 124, corrono verso via Cimabue. Si sentono le sirene delle altre volanti che accorrono nella zona. Due minuti dopo il « Centro Europa » pullula di polizia e carabinieri. I feriti vengono soccorsi, le strade sono bloccate. E' una gigantesca battuta. Agenti ispezionano garages, auto in sosta. Salgono fino all'ultimo piano degli edifici, controllano i documenti dei passanti. Un giovane in via Cimabue viene fermato e portato in questura. Risulta estraneo al fatto.. Sul luogo della sparatorio giungono altri funzionari con il questore dott. Musumeci. La 124 viene ispezionata. C'è uno « Sten », in un sacchetto di plpilatotibopoSitetiGviredeinm plastica si trovano 4 bottiglie piene di benzina. Incomincia il lavoro della scientifica. Sull'asfalto, sparsi nel raggio di una ventina di metri, una ventina di bossoli calibro 7.65. La battuta dura fino alle 18, poi gli agenti vengono ritirati. Si iniziano le indagini. Nel frattempo si hanno notizie dei feriti. Mozzillo guarirà in 30 giorni; Gaudino e Cimino sono più gravi e dovranno essere operati. Pure in prognosi riservata lo studente. Al loro capezzale giunge in serata con il questore Musumeci anche il prefetto, Giuseppe SdIbdtstmbubdfn Salerno, a nome del ministro dell'Interno. L'inchiesta muove i primi passi, Il dott. Fersini, capo della Mobile, il dott. Montesano capo della Criminalpol e il col. Schettino comandante del nucleo investigativo dei carabinieri seguono tutte le piste. Non ci sono elementi certi. Si chiedono: « Sono banditi che volevano compiere una rapina o appartenenti a una banda specializzata in sequestri di persona?». Fra le altre viene fatta anche un'altra ipotesi: « Sono le Brigate rosse? ». « In ogni caso — è un'altra domanda degli Inquirenti — qual era l'obiettivo? Sequestrare un bambino della scuola materna? Compiere una rapina? Azione politica? ». Il Centro Europa è abitato da persone di ogni condizione sociale. In serata nella zona è accaduto un episodio che si collega, forse, con la sparatoria. In corso Tazzoli, ad un centinaio di metri da via Guidobono, è bruciata una Mini. L'Incendio è doloso. Le targhe erano state tolte. Emanuele Monta Ezio Mascarino Gli agenti feriti: Carlo Cimino (al suo capezzale Montesano), Salvatore Mozzillo e Nicola Gaudino, il più grave - Lo studente Roberto Ferro, quarta vittima - Il questore Musumeci sul posto della sparatoria

Luoghi citati: Benevento, Europa, Salerno, Taranto