Cina: la scomparsa di Kang Cheng un protagonista della rivoluzione di Alain Jacob

Cina: la scomparsa di Kang Cheng un protagonista della rivoluzione Cina: la scomparsa di Kang Cheng un protagonista della rivoluzione E' morto ieri, dopo una lunga malattia, Kang Cheng. Scompare con lui uno dei più anziani e prestigiosi protagonisti della rivoluzione cinese. Membro del Comitato permanente dell'Ufficio politico, vicepresidente del Comitato centrale, vicepresidente del Comitato permanente dell'Assemblea popolare nazionale, era uno dei personaggi eminenti'del partito e dello Stato, uno dei rari personaggi la cui carriera, cominciata praticamente con le origini del pc cinese è rimasta fino alla fine indenne da critiche. Nella Commissione incaricata di organizzare le cerimonie funebri figurano l'Ufficio politico al completo e tutti i vicepresidenti dell'Assemblea popolare. Kang Cheng — fronte alta sul viso ascetico appena ombreggiato dai baffetti, lo sguardo velato da spesse lenti — era, come Ciu En-lai, uno di quei giovani intellettuali cinesi d'origine borghese (suo padre era un ricco proprietario terriero dello Shantung) approdati molto presto agli ideali rivoluzionari e che negli anni diedero prova d'assoluto rigore nell'attaccamento alla causa del partito. Ma, a differenza di Ciu En-lai, Kang Cheng arrivò molto tardi alla ribalta del movimento rivoluzionario. Lo troviamo ovunque si svolga una battaglia decisiva, ma quasi sempre nell'ombra. Nato nel 1897 — allora si chiamava Chao Yun, solo più tardi prenderà il nome di Kang Cheng — studiò all'Università di Shanghai e aderì al partito nel 1924. Ben presto partecipò alla lotta rivoluzionaria armata; restò a Shanghai dopo la rottura tra Chang Kai-shek e i comunisti, nel 1927. Datosi alla macchia, si dice che abbia trovato asilo nel territorio della Concessione francese. Arrestato nel 1930, venne rilasciato quasi subito e l'anno dopo comparve al fianco di Ciu En-lai come uno dei principali responsabili dell'Ufficio politico del partito. A meno di trent'anni era uno dei massimi dirigenti dei servizi speciali comunisti in «zona bianca». Si sa molto poco delle tappe successive della sua vita. E' a Mosca nel 1933, di ritorno in Cina nel '38 figura come uno dei responsabili delle scuole di partito nello Yenan. Nel 1948, con la liberazione, ritorna nella provincia natale dello Shantung, assumendo l'incarico di commissario po- litico del distretto militare provinciale. Da quattro anni è entrato nell'Ufficio politico del partito, ma soltanto verso la metà degli Anni 50 emergerà come uno dei maggiori personaggi del regime, assumendo nuove responsabilità nelle relazioni con i partiti comunisti esteri. In questa funzione ha una parte essenziale nello sviluppo della disputa con il pcus. Spetta a lui, per la prima volta, di criticare in termini espliciti, a Mosca nel I960, la politica sovietica in materia di disarmo ed è lui che dichiara pubblicamente come la Cina non possa sentirsi vincolata da un accordo internazionale al riguardo che non ha visto Pechino tra i protagonisli. Da allora partecipa a tutti gl'incontri importanti con i sovietici, in particolare nel 1963, e passa per uno dei critici più severi e più accaniti («dogmatico», diranno gli avversari) di Mosca. Il comunicato che annuncia la morte rende omaggio a questo aspetto della sua carriera, qualificando Kang Cheng «un glorioso combattente contro il revisionismo». La sua morte a settantasette anni, cioè ad un'età in cui altri dirigenti cinesi, come Teng Hsiao-ping appena d'un anno più giovane, sono in piena attività, modifica inevitabilmente l'equilibrio delle forze nella direzione del partito e dello Stato. Alain Jacob Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »

Luoghi citati: Cina, Italia, Mosca, Pechino, Shanghai