Domani comincia la trattativa del contratto metalmeccanici

Domani comincia la trattativa del contratto metalmeccanici Quasi un milione e mezzo di lavorator Domani comincia la trattativa del contratto metalmeccanici (Dal nostro inviato speciale) Roma, 16 dicembre. Cominciano giovedì le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che riguarda circa un milione e mezzo di lavoratori, di cui 300 mila delle aziende a partecipazione statale. Il primo incontro — giovedì alle 10 nel palazzo della Confindustria — avrà luogo con la delegazione delle industrie private (Federmeccanica) guidata dal presidente Walter Mandelli. La rappresentanza sindacale sarà capeggiata dai tre segretari generali della categoria (Trentin della Cgil, Benvenuto della Uil, Bentivogli della Cisl). Il giorno dopo, venerdì, i rappresentanti dei lavoratori avvieranno le trattative anche con l'Intersind che raggruppa le industrie pubbliche. Per l'Intersind la guida della delegazione è stata affidata al. vicepresidente Massaccesi. Federmeccanica ed Intersind avranno incontri anche con le rappresentanze dei sindacati minoritari: per esempio, la Fismic alla quale aderisce il Sindacato dell'auto. Poiché siamo alla vigilia delle feste di fine anno è certo che questi colloqui avranno carattere preliminare e si risolveranno rapidamente. La prosecuzione è prevista per la metà di gennaio. Infatti, in alcune aziende il «luntjo ponte» di fine anno comincia già lunedì prossimo 22 dicembre e non terminerà che il 7 gennaio, dopo l'Epifania. Tenendo conto che per far svolgere le assemblee informative di fabbrica occorrerà almeno una settimana si arriva appunto alla metà di gennaio. A titolo indicativo e di curiosità si può ricordare che per il contratto del 1966 le trattative durarono 12 mesi (dal dicembre del 1965 al dicembre del 1966); il contratto del '70 richiese 4 mesi di discussioni (dal settembre del '69 al gennaio del '70). L'ultimo contratto, quello del 1973, comportò 6 mesi di negoziato (dall'ottobre del '72 all'aprile del '73). Secondo calcoli approssimativi riferiti ad un gruppo di grandi aziende, nel '66 ci furono una ventina di ore di sciopero per ogni dipendente; nel '70 (a cavallo ó\b\1'«autunno caldo») le ore di sciopero sfiorarono le 120 prò capite; nel '73 le ore di sciopero furono 70-80, a seconda delle situazioni aziendali, per ogni lavoratore. Negli incontri di giovedì e venerdì toccherà agli imprenditori privati e pubblici esprimere le loro opinioni sulla «piattaforma» che i metal¬ meccanici hanno presentato. L'Intersind nella seduta preparatoria tenuta lunedì ha ribadito un giudizio negativo sui due aspetti principali delle rivendicazioni sindacali: gli oneri economici raggiungono un livello che allo Stato non appare sostenibile né compatibile con l'andamento delle gestioni»; per quanto riguarda la parte normativa delle richieste sindacali l'Intersind ha sottolineato l'esigenza «di evitare che siano posti ulteriori vincoli e remore a carico dell'organizzazione e dello svolgimento dell'attività produttiva». La Federmeccanica — che raggruppa oltre 8 mila imprese private — si è preparata all'incontro di giovedì con i sindacati con una trentina di assemblee provinciali, alle quali hanno partecipato circa 5 mila imprenditori. Il rinnovo del contratto della maggiore categoria dell'industria è certamente un fatto impoi tante. A differenza di precedenti rinnovi oggi è, però, un fatto che appare subordinato a scelte che il Paese deve compiere in altri cam¬ pi Per uscire dalla crisi e rilanciare l'economia è essenziale un programma nazionale che si fondi sul libero consenso di tutte le parti sociali dai sindacati agli imprenditori. Si tratta anche di sapere se la società (dai politici ai sindacalisti) crede ancora nella funzione dell'impresa come strumento per creare risorse per l'intera collettività. In una delle ultime assemblee di industriali il presidente della Federmeccanica, Mandelli, riferendosi all'incontro con i sindacati ha dichiarato: «Non diserteremo la trattativa: resteremo fedeli al mandato che ci è stato conferito. Diremo però un "no" preciso, inequivocabile, cioè un "no" politico ad una proposta politica di contratto. In questo "no" si riassumono poi altri due "no": ai contenuti normativi che mirano n snaturare l'impresa, ed a quelli economici che, comportando aumenti dei costi del 25-30 per cento, sono inflazionistici ed insostenibili per le aziende in questa difficile fase economica». Sergio Devecchi

Persone citate: Bentivogli, Mandelli, Massaccesi, Sergio Devecchi, Trentin, Walter Mandelli

Luoghi citati: Roma