Bellugi per Haydn e "ricordo,, di Satie
Bellugi per Haydn e "ricordo,, di Satie Auditorium e Pro Cultura Bellugi per Haydn e "ricordo,, di Satie Gradito e festeggiatissimo ritorno a Torino di Piero Bellugi per l'ultimo concerto della stagione d'autunno della Rai. Ha diretto in modo magistrale, con precisione e verve smaglianti, la Sinfonia n. 101 di Haydn, posta da sola ad occupare la prima parte del concerto: una posizione privilegiata, in tutto rispondente alla bellezza dell'opera e alla perspicacia dell'esecuzione. Alla seconda parte della serata ha collaborato la pianista Marisa Candeloro, solista nel Concerto in fa diesis minore di Scriabin: lavoro della giovinezza in cui si rincorrono echi di Chopin (Primo Concerto) e di Ciaikovski, ma che lascia presagire i futuri sviluppi di Scriabin nella continua mobilità discorsiva e nell'assenza di temi protagonisti. Viva e penetrante la realizzazione della Candeloro, per il dominio delle difficoltà virtuosistiche e per la qualità del tocco: di estenuata dolcezza, in intimo accordo con le ramificazioni liberty dell'invenzione. Brillante conclusione con l'ouverture dell'opera ColasBreugnon (1938) di Kabalevski, pagina multicolore e trascinante, degna erede della grande stagione del sinfonismo russo; calde manifestazioni di simpatia per il direttore, la solista (due brani fuori programma) e l'orchestra, o r. (p. gal.) La Pro Cultura ha voluto ricordare Erik Satie nel cinquantesimo anniversario della morte con un concerto di musiche pianistiche affidato al giovane Walter Bozzia che ha eseguito pagine adatte a mostrare i due volti di questo straordinario musicista, cui si deve la paternità spirituale d'una decisiva svolta artistica nella Parigi del primo Novecento: la liquidazione delle fumisterie simboliste e la concretizzazione dell'arte in forme asciutte e profili taglienti, l'abbandono della terza dimensione, con le sue ambiguità, ed il ri- I baltamento dell'immagine in superficie dove tutto ha la i stessa importanza ed è ih- i vestito dalla luce implacabi- I '.e dell'ironia. Sono celebri i pezzi pia- I nistici dove l'ironia di Satie .pronuncia freddure irresistibili e giunge persino alla più j sfacciata dissacrazione: è lo stile di cui gli Embryons I Desséchés, con la celebre citazione della Marcia Funebre di Chopin per accompagnare un mesto corteo di crostacei, forniscono un'immagine emblematica. Ma c'è un altro Satie, quello che sta sotto il segno della mistica rosacrociana e si muove con pacata solennità, occhieggiando al medioevo come all'ipnotica e cullante dol¬ cezza della melodia orientale: Walter Bozzia ce ne ha forniti esempi tipici nella Sarabanda n. 2, in 3 Gnossiennes e nei 2 Préludes, stratificando sonorità delicatissime al limite dell'udibile ma sempre sorrette da una evidente coerenza d':nsieme; così come negli Embryons, e nel valzer Poudre d'or la sua tastiera ha scintillato a dovere nella ironia tutta parigina di questa « musique d'ameublement »: un successo.
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