Milano, una malavita in jeans

Milano, una malavita in jeans Le cifre indicano che il crimine è ormai un fatto di massa Milano, una malavita in jeans Venticinquemila furti in più rispetto al '74 - Ottanta rapine e 9 omicidi in più - Il furto comincia a scuola, quasi con innocenza - L'assalto alle boutiques prima della chiusura - Si aggredisce per pochi spiccioli (Dal nostro inviato speciale) Milano, 13 dicembre. « Milano è diventata così diversa e inquieta per la crisi economica ». « Ma no, sono le preoccupazioni politiche, la strategia della tensione, i risultati elettorali ». « Un fatto è certo, i ricchi hanno perso potere: o si rintanano chiudendosi a rìccio, oppure smobilitano ». « Anche la borghesia imprenditoriale è spaventata ». « Già prima del 15 giugno la maggioranza silenziosa aveva perso mordente, ora il suo è un silenzio di tomba ». _ Di Milano si dice questo e altro, le diagnosi si sprecano. Partendo dal dato di fatto che la città è cambiata — riconosciuto da tutti — ci si chiede perché. Esiste una percezione comune a ogni classe sociale: in questa crisi di tradizionali valori meneghini o del sistema, si insinua la delinquenza, sempre più rigogliosa. « Speriamo che non sia un Natale triste, di violenza criminale in ascesa ». Vana speranza guardando ai fattacci della vigilia? Le statistiche di fine anno non portano notizie allegre Venticinquemila furti in più rispetto al "74, 80 rapine in più, 9 omicidi in più (una tabella qui accanto disegna la mappa della violenza a Milano e dintorni nel 1975). Eppure non sempre sono i delitti più clamorosi che spaventano l'opinione pubblica. Se ne parla perché i giornali dedicano a certe vicende grossi titoli; ma è la testimonianza diretta, l'episodio vissuto in prima persona o riferito con la sua carica di genuina drammaticità dall'amico che ne è stato protagonista, a creare la psicosi. La notizia di un misterioso omicidio avvenuto in un appartamento colpisce emotivamente meno del delitto « minimo », trascurato magari dai quotidiani, ma che coinvolge cna piccola comunità di quartiere, una scuola, i negozianti di un'intera strada, i trecento passanti che in una piazza centrale sono stati coinvolti in un tumulto gigante. « Moltiplicate gli episodi di delinquenza spicciola — dice il sociologo — fate in modo che la massa ne fruisca sempre più di frequente. Vedrete allora reazioni allarmate, stati d'animo di generale sfidticia e smarrimento, preoccupazioni ben più generalizzate di quelle che potrebbe provocare, raccontato sul giornale, un feroce delitto senza testimoni fra le quattro mura d'una casa ». Un alto funzionario della procura generale racconta che la scuola frequentata da suo figlio, in corso Corsica, è diventata palestra di furti giovanili. Parecchi ragazzi rubano nei cappotti dei compagni, o rubano addirittura il cappotto, la sciarpa, il copricapo, gli occhiali ray-ban; qualche volta, all'uscita di scuola, lo fanno anche a viso aperto, con minacce e violenze. Dipinge un quadro fosco di quella situazione, con accenti ben più accorati di quelli che usava poco fa parlando d'una statistica con de- cine di migliaia di gravi delitti. I negozianti della periferia e del centro temono l'esproprio proletario. E' capitato cinque-sei volte nelle ultime settimane, anche a un negozio d'abbigliamento a pochi passi dalla Scala. «Entrano dei giovani gridando, di solito all'ora della chiusura serale, arraffano quello che gli capita. E poi scappano dicendo che quella è roba del popolo, che non è un furto. Scarpe, vestiti, prosciutti e forme di parmigiano, bottiglie di vino e liquori, a seconda della bottega presa di mira ». Anche i proprietari di ristoranti stanno sul chi vive, le rapine non risparmiano nemmeno le locande fuori mano. « All'Odtica alcune sere fa, in una piccola trattoria, si sono accontentati di poche migliaia di lire e degli orologi di tre clienti ». Raccontano questi fatti attribuendo loro eccezionale pericolosità: la rapina da cento milioni a un gioielliere è « prevedibile e scontata », la caccia a poche migliaia di lire o a un prosciutto si colora di ferocia. Settecento genitori della zona di via Crivelli considerano crimine inqualificabile le cinque incursioni di ladri-teppisti che da ottobre ha scbito di notte la scuola materna in cui mandano i loro figli. Rubate piccole somme di denaro, attrezzature, « ma quel che è peggio distrutti i giochi dei bambini, sfasciato l'albero di Natale, polverizzate le figurine di plastilina che i piccoli avevano preparato per il presepe ». Queste settecento persone hanno appreso ciò che è accaduto in via Crivelli con maggiore angoscia che per il delitto scoperto in via Merlo: un ricettatore e la sua amante uccisi con dodici colpi di pistola, pochi giorni fa. I passeggeri di un'autobus tra piazza Piola e viale Lombardia si son visti « sequestrare » da un nutrito gruppo di giovani estremisti che cercavano tra la gente in viaggio degli avversari politici da malmenare. Traffico fermo per quindici minuti nella zona, spedizione punitiva fallita. « Ma come non pensare che ogni cittadino è indifeso — commentano i passeggeri dell'autobus — che tutto può accadere ormai in questa città, anche mentre tranquillamente si sta rincasando tutti assieme su un mezzo pubblico? ». Aggiungiamo a questo quadro (di pochi esempi indicativi fra i tanti possibili) i dati statistici su un delitto «classico », della malavita organizzata. Nella statistica aggiornata fino al 5 dicembre scorso, le rapine a Milano sono state 456 in dodici mesi. Oreficerie e gioiellerie ne hanno subite 46, le banche 48, gli uffici postali e gli autoveicoli che trasportano corrispondenza 30, i portavalori 29, aziende di v1bcnpgpscsmpdtcpms«n vario tipo 33, supermercati 11, negozianti 45, cinema, alberghi e ristoranti 36, privati cittadini 116 (61 rapine hanno avuto per vittime delle prostitute) mentre gli scippi generici sono stati 62. Anche il problema della prostituizone è lievitato rispetto al 1974: si dice che in città siano diecimila le prostitute dei marciapiedi e ormai tremila i « diversi », omo¬ sessuali e travestiti che si prostituiscono. Con il triste primato dei drogati, Milano appare la città italiana più afflitta da fenomeni di « devianza sociale ». Il criminologo Gianluigi Ponti, docente universitario fra i più noti esperti del problema in Italia, spiega: « Ho conoscenza diretta di iniziazioni alla droga in un ambiente di giovanissimi: al- cune scuole elementari della periferia milanese, fra ragazzini di 8-10 anni. Sono circa 500 i tossicomani che si presentano negli' ambulatori della città per delle cure. Soggetti che non riescono più a tollerare il carico di tormenti che li ossessiona, come la necessità di dover trovare sempre più spesso 70-j 100 mila lire per l'acquisto di un grammo d'eroina. Le cure servono loro a svezzarsi, magari parzialmente, spesso per poter ricominciare da capo, con dosi minari e quindi spzse inferiori. Ma si può calcolare che siano circa tremila coloro che pur con gravi problemi non si presentano negli ambulatori. E chissà quante le migliaia di giovani che hanno cominciato gli approcci con la droga, ancora fermi alle prime sigarette di marijuana ». La malavita organizrata ne tien cento: i sequestri di persona, il traffico di valuta e di prezio:v e il controllo della prostituzione sono con la 3rogF>. ai primi posti delle « voci » che forniscono il denaro facile. Franco Giliberto 1975 1974 1975 1974 Omlcldl volontari ... 28 19 Lesioni volontarie . . 1640 1522 Estorsioni 61 66 Violenze carnali ... 116 89 Furti aggravati .... 126.898 101.500 Atti di libidlne violenta 122 103 Ricettazlone 766 665 Atti osceni pubbllci . . 205 239 Incendl dolosi .... 276 281 Maltrattamenti .... 348 371 La tabella riguarda le denunce presentate all'autorità giudiziaria nei due ultimi anni (è aggiornata al 5 dicembre '75) nel comune di Milano e nel vicino territorio in prevalenza cittadino che comprende 1 centri di Abbiategrasso, Albiate, Arcore, Arluno, Assago, Bareggio, Bariassina, Bettola, Biassone, Bollate, Bovisio, Brugherlo, Caponaso, Cassano d'Adda, Cernusco, Cerro, Cesano, Chiaravalle, Clnisello, Cislago, Cisliano, Corbetta, Cornaredo, Coreico, Crescenzago, Cusago, Cusano, Desio, Gaggiano, Garbagnate, Gudo, Lalnate, Lambrate, Legnano, Lesmo, Limbiate, Linate, Lissone, Lodi, Magenta, Meda, Mediglia, Melzo, Monza, Mulazzano, Nova, Narvasio, Novate, Faderno, Parabiago, Faullo, Pero, Ploltello, Rescaldina, Eho, Rodano, Rozzano, S. Donato, S. Giuliano, Saronno, Segrate, Senago, Sesto S. Giovanni, Seveso, Turate, Usmate, Vanzago, Varedo, Vigano, Villasanta. * Le cifre riguardano 1 sequestri di persona avvenuti nell'intera Lombardia. •* Nel 1975 le rapine sono state 456 nel solo comune di Milano, compresi 62 scippi.