Nato: via 1000 atomiche se l'Urss ritira 1700 carri
Nato: via 1000 atomiche se l'Urss ritira 1700 carri Presto Kissinger si recherà a Mosca per i "Salt„ Nato: via 1000 atomiche se l'Urss ritira 1700 carri Bruxelles, 12 dicembre. L'approvazione di un comunicato finale che riassume in dodici punti la posizione dell'Alleanza Atlantica rispetto ai principali problemi che la riguardano; una conferenza stampa che ha permesso al segretario di Stato americano, Henry Kissinger, di far conoscere il proprio punto di vista sulle attualità più scottanti della scena mondiale; una serie di incontri bilaterali destinati a favorire la soluzione delle divergenze esistenti all'interno dell'Alleanza: sono stati questi i fatti più salienti dell'ultima giornata della riunione Nato. Il comunicato finale è in gran parte dedicato ai rapporti Est-Ovest: i quindici Paesi della Nato riconfermano la loro concezione della distensione, e la loro intenzione di favorire questo processo. Come prova di tale intenzione il comunicato preannuncia importanti proposte addizionali nel settore degli armamanti, miranti a favorire il rilancio del negoziato di Vienna per una riduzione reciproca ed equilibrata delle forze nella zona centrale dell'Europa (Mbfr). Secondo informazioni di fonte diplomatica, la Nato avrebbe concordato di proporre all'Unione Sovietica ed agli altri Paesi del Patto di Varsavia una riduzione delle testate nucleari tattiche americane installate in Europa (portandole da 7000 a 6000) ed una riduzione (di 29 mila unità) negli effeltivi dell'esercito statunitense di stanza nella Germania federale e di un certo numero di aerei «P 4» e di vettori «Pershing». Tutto ciò in cambio del ritiro da parte dell'Unione Sovietica di 68 mila uomini e di 1700 carri armati. Il segretario generale della Nato, Joseph Luns, ha dichiarato che queste nuove proposte occidentali verranno fatte a Vienna già martedì prossimo. I Paesi della Nato ritengono che la distensione non avrà effetti senza l'impegno da parte dei Paesi interessati a ridurre i rischi di conflitto, sul piano politico e su quello militare. Il comunicato esprime perciò il proposito dei Paesi alleati di far pressione perché la «carta» della distensione di Helsinki sia applicata da tutti i firmatari, nell'intento di migliorare i rapporti tra Stati, di sviluppare la cooperazione economica e soprattutto di ridurre le distanze che ancora separano gli uomini. II comunicato fa cenno anche al negoziato «Salt 2», nel quale sono impegnati Stati Uniti ed Unione Sovietica, per la limitazione delle armi di sterminio. Questo negoziato si svolge da molti mesi a Ginevra ma non è ancora sfociato in alcun risultato. Verrà sospeso il 19 dicembre e riprenderà il 12 gennaio. Per sbloccarlo, Kissinger si recherà tra quattro o cinque settimane a Mosca, come lui stesso ha annunciato oggi. Gli alleati, anche in occasione di questo consiglio, hanno dato atto agli Stati Uniti di averli sempre consultati. Nella sua conferenza stampa, Kissinger ha parlato dell'Angola, dei rapporti con l'Unione Sovietica, della situazione in Portogallo, in Medio Oriente, delle divergenze greco-turche su Cipro e, su una specifica domanda, dell'Italia. A quest'ultimo riguardo gli è stato chiesto se è preoccupato dalle prospettive di una partecipazione al governo del partito comunista. Ha risposto che il problema non riguarda gli Stati Uniti ma gli italiani. «Se dovessi formare 10 un governo in Italia — ha detto Kissinger con accenti ironici — non mi indirizzerei certo verso l'ipotesi di un compromesso storico». A proposito dell'Angola, il segretario di Stato ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono restare indifferenti di fronte agli «enormi aiuti militari che l'Unione Sovietica fornisce » al Mpla (Movimento popolare di liberazione). Gli Usa desiderano che 11 problema dell'Angola sia trattato come un problema africano, al di fuori di qualsiasi interferenza esterna. Kissinger ha anche detto che il problema dell'Angola non influenzerà le relazioni Est-Ovest, purché lTJrss si renda conto che non ha alcuna ragione, neanche sul piano storico, di intervenire nei pro- (Copyright N.Y. Rcview of Books. Opera Mundi c per l'haliti La Stampa) blemi interni di quel Paese africano. A proposito del Portogallo, Kissinger ha dichiarato che la situazione in quel Paese è mi- gliorata e che il «pericolo di vederlo diventare comunista sembra scongiurato». Kissinger ha precisato, rispondendo | ad una domanda che accostava Portogallo e Angola, che la situazione nel primo Paese è migliorata perché «l'intervento dell'Urss è stato meno acuto ». Del Medio Oriente, Kissinger ha detto che gli Usa non possono cambiare la loro strategia fino a quando i palestinesi non decideranno di riconoscere l'esistenza di Israele e di accettare le risoluzioni delle Nazioni Unite. Il segretario di Stato americano ha avuto l'occasione di parlare anche del «dopo-Franco» in Spagna.'Gli Usa — ha detto — sono a favore di rapporti più stretti di questo Paese con l'Europa e l'Alleanza atlantica. (Ansa) Kissinger, di Levine
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