Azzurri «fermi» di chi la colpa ? di Giorgio Viglino

Azzurri «fermi» di chi la colpa ? Azzurri «fermi» di chi la colpa ? Scoppia nel clan italiano la guerra dei materiali -1 dirigenti scaricano responsabilità, gli atleti minacciano di non gareggiare (Dal nostro Inviato speciale) Madonna di Campiglio. 12 die. Klammer torna a vincere, onore a Klammer. Eppure è un successo che quasi non la notizia, ottenuto con una discesa regolare e perfetta su avversari bravi, ma privi di quello smalto che contraddistingue II campione assoluto. Bloccato Russi da un numero uno non adatto ad una pista allentata come quella odierna, sono rimasti Roux, il gemellino di Collombin, Maker, il canadese di turno Irwin, a dare una replica scolorita. Vale la pena di spendere quattrini a decine di milioni per montare su una lìbera? Non direi, se poi II tutto si riduce a cinquanta minuti di gara, per metà occupata da iraniani e sottosviluppati sciistici del genere. Nemmeno e soprattutto se in Italia la partecipazione azzurra si riduce a sei atleti, relegati a far la parte dei micchi con sci che non vanno avanti. L'argomento del giorno non è la vittoria di Klammer che ha importanza relativa per la Coppa del Mondo, e nemmeno il ridimensionamento di Ken Read finito undicesimo. Tutti parlano di quanti Italiani piantati, fermi, oggi come ieri, perfetti nella posizione, schiacciati come tartarughe regolarmente puniti dal cronometro. Ne parlano tanto soprattutto nel clan italiano, gli unì contro gli altri armati, per scaricarsi colpe che sono ripartite ma non in egual misura. Primi a prendere la parola gli atleti, prenderla per sfogarsi di un'amarezza mista a rabbia. Strlcker è ironico come sempre e dice d'aver provato nuove posizioni anche testa sotto e sci per aria, ma di non aver trovato soluzioni migliori. Gli altri sono più radicali e dicono schietto che a Schladming, se la cosa non si risolve, non correranno. Andando adagio, cinque secondi in più che sono un abisso, non si rifuggono certamente i rischi e non si ottiene il minimo risultato. Fermiamoci e riflettiamo, sostengono. Il tutto non è certo espresso con parole tanto pacate, poiché questo lavoro è loro e a nessuno piace verificarsi fallito. Imbarazzato l'incontro con Anzi e Besson, che fra tante polemiche avevano comunque anticipato tutta questa serie di guai progressivi che avrebbero portato alla paralisi attuale. Perché si è arrivati a questo? Dice Cotelli In televisione: « Abbiamo sci che non vanno avanti, materiali superati... ». £ poi prosegue con critiche un po' sfumate rispetto a quelle fatte a muso duro a Val d'Isère, nei confronti degli skimen. Il fatto nuovo è la presa di posizione di questi tecnici che nel pomeriggio hanno convocato una conferenza stampa ed hanno svuotato un sacco che viene riempito da tempo tanto da risultare ormai strapieno. Cotelli, Inserito nella conferenza stampa l'ha trasformata In un dibattito dove si è appurato paradossalmente che a furia di palleggiarsi le responsabilità siamo arrivati al dodici di dicembre con due libere effettuate alle spalle, senza aver ancora appurato se sono le solette a far marciare forte gli sci, o la sciolina con cui sono trattate. A chiunque verrebbe in mente che il problema è interdipendente, al dirigenti italiani no. SI ostinano a regolare loro la sciollnatura senza voler rivelarne agli ski-men la composizione. Gli altri, accusa Cotelli, si rinchiudono nei loro gusci aziendali senza lasciare ficcare il naso a nessuno. Risultato: non esiste al momento attuale una semplice tabella, che dia un'indicazione di massima circa la combinazione soletta-sciolina, per i diversi tipi di neve. Non c'è collaborazione accusano gli ski-men perchè noi siamo trattati come - uomini di cantina », « lavorare fino a notte secondo le idee balorde di un allenatore », « mai pensare, essere operai e basta ». Alla base si Inserisce l'elemento umano, un certo disprezzo degli Individui, un classismo esasperato. Se non sbaglio più o meno le accuse di Anzi e Besson e in quel caso certo meno giustificato. A qualcuno può venire il sospetto che ci sia qualcosa di vero. Giorgio Viglino

Persone citate: Besson, Cotelli, Ken Read, Klammer, Roux

Luoghi citati: Anzi, Campiglio, Italia