Beilen, incubo notturno sul "treno del terrore,,
Beilen, incubo notturno sul "treno del terrore,, Continua l'assedio ai terroristi in Olanda Beilen, incubo notturno sul "treno del terrore,, (Dal nostro inviato speciale) Beilen, 10 dicembre. E' notte a Beilen e i riflettori dell'esercito tagliano l'oscurità, s'incrociano, si spengono e si riaccendono sui campi di patate deserti. Al municipio, trasformato in accampamento per giornalisti, fotografi, operatori della tv, la signora Parber, portavoce del ministero della Giustizia, dice: « Sarà una notte tranquilla. I negoziati sono stati interrotti, forse riprenderanno domani ». La signora Farber disse esattamente la stessa frase qualche mese fa, e alle 3 del mattino i marines fecero irruzione con i fucili mitragliatori nella cappella del carcere di Scheveniegen e liberarono gli ostaggi. Tutto può ancora succedere, dunque. Stamattina, i quattro terroristi hanno sparato alcuni colpi di fucile. Ingenuamente, l'esercito ha affermato che i colpi erano diretti agli uccelli; più probabilmente gli spari sono stati provocati da movimenti sospetti nelle vicinanze del treno. Beilen è zona di guerra. Il parco è recintato di filo spinato, le pattuglie controllano la i< terra di nessuno » nel raggio di tre chilometri attorno al punto ove da otto giorni è fermo il « treno del terrore », con quattro repubblicani molucchesi e trentun ostaggi olandesi. Tre cadaveri sono già stati portati via dalla Croce Rossa. Un terrorista di 25 anni catturato dopo lo scoppio accidentale di una bomba a mano è stato accusato oggi di omicidio. La vita s'è fermata: da martedì scorso nessuno più si è sposato al municipio, nessuna nascita, nessun decesso è stato registrato. Le fattorie vicine sono state requisite dalla polizia e dalla 43" brigata di fanteria corazzata. Solo quando arriva il presidente in esilio molucchese Manusuma, il villaggio si sveglia e spera che l'incubo stia per finire. Intanto, sembra che sia iniziata in Europa la persecuzione dei molucchesi: alla frontiera tra la Germania e l'Olanda, scrive un giornale di Amsterdam, i poliziotti tedeschi respingono i molucchesi che vogliono entrare nel Paese. Di giorno, a Beilen, il treno giallo s'intravede appena tra gli alberi. Attorno ci sono tre cerchi di truppe, mezzi corazzati, un'apparecchiatura radar, ospedali da campo. All'Hotel Bracken, i parenti degli ostaggi attendono, confortati dai volontari dell'« Esercito della salvezza ». A poche decine di metri dal treno, ci sono dodici « nidi » di tiratori scelti, con cinque uomini ciascuno, collegati con telefoni da campo. L'ordine, sembra, è di sparare se nei mirini delle loro carabine compariranno contemporaneamente tutt'e quattro i terroristi. L'ufficiale della 431 brigata è ottimista: « Li abbiamo in pugno. E' vero che hanno gli ostaggi, ma sono isolati, dipendono da noi in tutto e per tutto. Siamo quasi sicuri che non uccideranno più nessuno, perchè tra ostaggi e terroristi s'è formato un legame psicologico diffìcile da spezzare ». Attorno a Beilen si trovano alcuni piccoli villaggi abitati dai molucchesi. In questa pacifica area contadina è nata la ribellione, fomentata dal reverendo Metirari, che viene chiamato il « Martin Luther King dei molucchesi ». Ogni piccolo villaggio ha un centro sociale molucchese: in questi giorni si parla di lotta armata, di rivincite, di una patria lontana mitizzata in venticinque anni di esilio tormentato in una società evoluta ma incomprensibile. Gli slogans sui muri dei clubs dicono: « Non credete mai al popoZo olandese », e « Lottate fino alla vittoria ». Nel villaggio di Bonvensmilde, Trientja Sollsa, una ragazza di vent'anni, dice: « / palestinesi hanno ottenuto grandi successi. Faremo la stessa cosa per la nostra gente». Tra ragazzi come lei, il «Movimento dei giovani molucchesi » trova simpatie, appoggi e forse complicità. C'è una coscienza politica tra i giovani molucchesi, che pone problemi seri e dimostra che dietro i terroristi del treno e del consolato c'è una struttura politica alla quale aderiscono parecchi dei 32 mila molucchesi che vivono in Olanda. La creazione della « Repubblica Libera delle Mollicene del Sud » sarà o non sarà una utopia, ma in piccoli villaggi come questi, anzi sembra proprio qui, sono cresciuti i terroristi del treno che credono fermamente nel mito. I giovani parlano dell'oppressione dei molucchesi del Sud da parte del governo di destra di Suharto. Perfino un giornalista indonesiano, amico degli olandesi, ammette che i molucchesi furono perseguitati dal vecchio regime di Sukarno. L'Olanda, paese gentile e civile, ha fat- to da incubatrice per frustrazioni personali, per anomalie sociali, per ignoranze ideologiche di giovani strappati dagli avvenimenti e dalla storia alla loro terra. Il colonialismo olandese e la situazione politica in Indonesia non sono i soli responsabili della tragedia dì Beilen e di Amsterdam: c'è tutto un cosmo di rivendicazioni sociali, politiche nazionalistiche che è in movimento. I molucchesi sono pochi (cinquecentomila in tutto) e il mondo ha altro cui pensare. E' nato così il folle piano di scambiare qualche decina di ostaggi per ottenere l'indipendenza nazionale. Renato Proni Amsterdam, 10 dicembre. I molucchesi del Sud cercano appoggio presso l'opinione pubblica internazionale, mentre i terroristi detengono ancora 25 ostaggi nel consolato indonesiano di Amsterdam. Questo pomeriggio, i dirigenti olandesi della «Società degli amici delle Mollicene», un'organizzazione con sedi anche a Tokio e a Londra, hanno sostenuto — in una conferenza stampa all'Hotel Memphis — le richieste politiche della minoranza molucchese per l'apertura di negoziati con l'Olanda sulla indipendenza delle Molucche del Sud dall'Indonesia, Gli «amici» dei molucchesi hanno anche inviato un tele¬ gramma al presidente del Ruanda, come membro dell'associazione dei Paesi africani francofoni, per sollecitare una mediazione tra le Molucche, l'Indonesia e l'Olanda. Oggi, c'è stato soltanto un contatto telefonico tra polizia e i nazionalisti molucchesi nel consolato. Davanti alla sede diplomatica — probabilmente in previsione di un lungo assedio — è stata eretta una postazione fissa dell'esercito con sacchetti di sabbia e otto autoblindo sono ferme con le mitragliatrici puntate verso le barriere e non verso il consolato. Due molucchesi armati di pistola e di un fucile sono stati arrestati nei paraggi dai poliziotti. r. p. Atnsterdam. Una donna ostaggio raccoglie il cibo lasciato davanti all'ingresso del consolato, mentre un terrorista molucchese controlla l'operazione (Telefoto Upi)
Persone citate: Bracken, Farber, Martin Luther King, Renato Proni, Suharto, Sukarno
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