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Quattro brigatisti rossi in appello per le rapine II processo si svolgerà a Bologna Quattro brigatisti rossi in appello per le rapine Bologna, 10 dicembre. Processo di appello per Alberto Franceschini « e altri ». A Bologna domani i giudici dovranno stabilire se le pene inflitte al « comandarne politico militare di colonna » delle Brigate rosse e ai due compagni dal tribunale di Reggio Emilia, per rapina, debbano essere o meno confermate. In primo grado la sentenza fu: dodici anni per Franceschini, dieci per Renato Curcio, Fabrizio Pelli e Franco Troiano. I quattro brigatisti vennero giudicati responsabili degli assalti alle banche San Gemignano e San Prospero, a Rubiera, il 29 maggio 1972, e delle irruzioni, quasi in contemporanea, nelle agenzie della Cassa di risparmio di Scandiano e di Bibbiano, il 24 luglio. I colpi fruttarono complessivamente oltre trenta milioni. In un primo momento parve che a compiere le rapine fossero stati banditi comuni, in seguito, però, le indagini si orientarono verso le Brigate rosse. Una segnalazione dell'ufficio politico della questura di Milano fu determinante. Le ir.iagini ripresero in una direzione precisa. A impiegati e clienti iurono mostrate le foto dei brigatisti rossi, l'attenzione di molti si fermò sui ritratti di Franceschini, Curcio, Pelli. Troiano, invece, venne riconosciuto da un appuntato dei carabinieri, che lo aveva intravisto in auto al momento di allontanarsi da una delle agenzie . « Quello di Reggio — hanno detto i difensori — è stato un processo durante il quale gli indizi non sono diventati prove ». Ora gli avvocati Corrado Costa, Eduardo Di Giovanni, Giannino Guiso e Paolo Rosati presentano con i motivi di appello una trentina di eccezioni. « Non va dimenticato che prima di questa condanna Curcio, Pelli, Franceschini e Troiano erano incensurati ». L'unico detenuto è Alberto Franceschini: neppure stavolta, però, si presenterà alla sbarra. v. tess.