I rapitori di Schiaffino minacciano "Pagate o gli tagliamo due dita,, di Paolo Lingua

I rapitori di Schiaffino minacciano "Pagate o gli tagliamo due dita,, Crudele ricatto ai genitori del ventenne di Genova I rapitori di Schiaffino minacciano "Pagate o gli tagliamo due dita,, II giovane ha scritto una lettera ai parenti supplicandoli di versare al più presto i due miliardi richiesti: "Non ce la faccio più, sto impazzendo" - Forse già riprese le trattative con i banditi, interrotte giorni fa (Dal nostro corrispondente) Genova, 10 dicembre Giovanni Schiaffino, sequestrato a Genova il 22 novembre scorso e per il quale i rapitori chiedono un riscatto valutato sui due miliardi, ha scritto una lettera disperata ai genitori, ai nonni e ai familiari. I banditi gli taglieranno due dita, e forse lo mutileranno ulteriormente, se non sarà consegnato al più presto il denaro del riscatto. Schiaffino (che compirà 20 anni il giorno di Natale) ha vergato su tre foglietti, con grafia regolare, un appello dal quale traspaiono terrore e angoscia. Il ragazzo s'è rivolto in particolare ai nonni Rusca, cioè ai genitori di sua madre, che sono proprietari d'una florida azienda che controlla cave e fabbriche di calce. I nonni sarebbero quindi in grado di procurare al genero e alla figlia quanto ancora manca a completare il prezzo della libertà di Giovanni. Il messaggio è stato lasciato in una cabina telefonica del centro di Genova, presso il Ponte Monumentale. I rapitori hanno telefonato al quotidiano « Il Secolo XIX » spiegando che la lettera era nel volume delle « Pagine gialle ». Un cronista ha trovato la busta: pochi minuti dopo i banditi hanno ritelefonato, invitando il giornale a pubblicare la lettera « integralmente ». Ecco quanto ha scritto il giovane: « Io sottoscritto Giovanni Schiaffino, di Federico ed Enrica Schiaffino, autorizzo il "Secolo XIX" a pubbli- care questo mio appello: con il permesso dei miei rapitori — è il testo della lettera datata 9 dicembre — mando questo messaggio rivolto ai miei genitori, ai nonni, agli zìi, a tutti i parenti e quelli che ritengo siano miei amici. La richiesta dei rapitori alla mia famiglia è senz'altro alia, ma con l'aiuto di voi. parenti e amici, e in special modo dei nonni, la cifra è senz'altro realizzabile. A co- . a l è - i a ee l o, o l fie i e innti ocaae rao arooo, al a- sa servono allora i parenti e gli amici (quelli veri) se non ci si aiuta nei momenti dì bisogno come questo? Ho chiesto io stesso il permesso ai miei carcerieri di scrivere questo appello in quanto dopo l'ultimo contatto con la mia famiglia (avvenuto sabato notte) volevano tagliarmi due dita. Dopo tante suppliche mi è stato promesso che aspetteranno ancora una settimana, dopo dì che metteranno in atto il loro piano. Se non avessi la certezza che la mia famiglia potesse esaudire le richieste dei rapitori non avrei scritto, ma so con certezza che con l'aiuto dei parenti la cifra, anche se con qualche difficoltà, è realizzabile. E' meglio essere poveri carichi di debiti e che io torni fra voi che avere i soldi e piangermi tutta la vita. Non è vero cari genitori? ». « Sarebbe davvero triste dover morire in questo modo a pochi giorni dal compimento dei vent'anni — prosegue la missiva —. Prego pertanto tutti i parenti ma in special modo i nonni Rusca: aiutate i miei genitori ma fate presto che il tempo passa e io non ce la faccio più a rimanere calmo; sto impazzendo. Cari genitori, vi prego, vi supplico: fatemi tornare a casa: vorrei tanto poter fare il compleanno e il Natale con voi. Firmato Giovanni Schiaffino ». — P.S.: « Prego il "Secolo XIX" di essere tanto gentile da voler pubblicare integralmente questo mio scritto; è in ballo la mia vita, e questo scritto è l'ultima mia speranza. 9 dicembre 1975». Il padre e l'avv. Grego hanno riconosciuto la calligrafia o hanno dichiarato « autentico » il messaggio. Federico Schiaffino ha aggiunto: «A Giovanni assicuro che tutto quanto è stato e sarà possibile fare, per ottenere il suo sollecito rientro in famiglia, sarà fatto. Comunico ai detentori di mio figlio che l'avvocato Grego è a disposizione degli stessi (in qualsiasi modo, tempo e luogo) per fornire quei dettagli e chiarimenti che potranno sicuramente sbloccare la situazione per la conclusione di que- n l-1 sta vicenda, previ, s'intende, n riscontri certi di Giovanni, i- cui ancora raccomando caio- j ma e pazienza ». a questo punto non è e1 scluso che qualcosa di con- creto sia in corso di realizzazione: l'avvocato Mauro Grego, il legale della famiglia Schiaffino che, insieme a Rinaldo Turpini (amministratore delegato dello zuccherificio « Sermide » di cui Federico Schiaffino, padre del ragazzo rapito, è presidente) ha tenuto fino ad oggi i contatti con rapitori, ha dichiarato stasera: « Non c'è nulla che io possa dire », lasciando intendere che ci sono stati nuovi contatti con i rapitori. « Sono vincolato al silenzio » ha aggiunto. Un « contatto » comunque c'è stato e deve trattarsi di un « passaggio » importante per giungere alla liberazione di Giovanni. La lettera del ragazzo è stata considerata nell'« entourage » degli Schiaffino un « elemento importante nel quadro delle trattative » che, interrotte a quanto sembra sabato notte quasi certamente per l'impossibilità dichiarata della famiglia a pagare la somma richiesta, sono perciò riprese per nuovi e diversi canali. Paolo Lingua Genova. La fidanzata di Giovanni Schiaffino e l'ingresso della villa del rapito (Ansa)

Luoghi citati: Genova, Sermide