Clara Schumann fra due passioni

Clara Schumann fra due passioni Le novità discografiche | Clara Schumann fra due passioni - // cosmo di Clara Schumann'. Jean Martin interpreta Johannes Brahms, Clara e Robert Schumann. Con una conversazione registrata di Francesco Degrada. Arlon Pam 304/7. Una trovata originale quella di raccogliere in tre dischi le testimonianze artistiche d'una delle più commoventi, ed anche tortuose vicende di passione romantica che siano fiorite nel mondo della musica. Con indefessa costanza amorosa Robert Schumann strappa letteralmente Clara dalle mani adunche di suo padre, Friedrich Wleck, che simile a un Coppellus hoffmanniano non vorrebbe concedere a nessuno quel capolavoro supremo della sua magica arte di didatta pianistico. Breve felicità dei due coniugi in un paradiso di comunione artistica, poi, poco prima che la mente di Robert stia per naufragare nelle tenebre della pazzia, compare sull'orizzonte, bello come un dio (ancorché un po' Piccolino di statura), il ventenne Brahms e si conquista l'affetto dei due. Schumann lo lan eia nella stratosfera dell'Olimpo musicale tedesco col profetico ' articolo Vie nuove. Poi impazzisce e dopo due anni muore. Lunga amiti,, amoureusc dei due superstiti, che solo la morte infrangerà (nonostante qualche screzio passeggero), senza che mai Brahms trovi II coraggio romantico di sposare la donna di 14 anni più vecchia di lui, ma pur. sempre affascinante. (In verità, gli sarebbe piaciuta alquanto una delle sue figliole, che invece sposò un nobile piemontese, un Radicati di Marmorito. Brahms ci fece una tremenda arrabbiatura, che ci ha valso un capolavoro sublime, la Rapsodia per contralto, coro maschile e orchestra, sui versi della Harzrelse di Goethe). Sopra un piano Bòsendorfer, dalla sonorità un po' opaca, scelto forse per scrupolo storicistico di ambientazione, ma che fa un po' rimpiangere la brillantezza degl'inevitabili Steiìiway da cui siamo ormai irrimediabilmente viziati e condizionati, il pianista Jean Martin interpreta con proprietà stilistica i documenti musical! dell'eccezionale ménage à trois: la bella Sonsta in fa diesis minore di Schumann dedicata a Clara Wieck nel delirio entusiastico della loro passione, e il terzo tempo della poco nota terza Sonata op. 14, soprannominata « concerto senza orchestra»: sono delle «qua-i srzttpod2cpCqdct i si variazioni» su un tema di Clara Schumann, d'una così confidenziale e protratta intimità da mettere quasi in Imbarazzo l'ascoltatore, come se stesse origliando Indiscretamente a una scena di vita privata. Poi due saggi di composizioni di Clara: le Variazioni op. 20 su un tema, manco a dirlo, di Robert, e le Tre Romanze op. ì 21, ognuna delle quali rispecchia, con molta abilità d'imitazione, uno dei trois amours musicali della pianista: Brahms, Schumann e Chopin (veramente ce n'era un quarto, che era Mendelssohn). Sull'altra facciata del secondo disco stanno gli Improvvisi op. 5 che Robert scrisse nel 1833 su tema, manco a dirlo, di Clara, in piena crisi di disperazione per gli ostacoli che il padre di lei opponeva al loro amore. (Il titolo è al plurale, non al singolare come indicato sul disco, e in realtà questi Improvvisi sono delle Variazioni: senza quest'avvertenza si rischia di fraintendere il testo musicale). Nel terzo disco ecco apparire in scena Brahms, con la giovanile Sonata in fa diesis minore op. 2, dedicata a Clara Schumann, e con le Variazioni op. 9 su quel dolce tema tratto dal primo pezzo àeU'Album-Blatt op. 99 di Schumann che era servito pure a Clara per le sue Variazioni op. 20 e che è quindi il morbido e ben sprimacciato letto sonoro su cui si consuma, o meglio non si consuma affatto questo squisito adulterio musicale dell'Ottocento. Se si fosse potuto pure unire uno dei rinsecchiti Studi di Friedrich Vieck, il quadro sarebbe stato perfetto. Altra originalità di quest'incisione è che la consueta nota illustrativa, invece di essere stampata, è registrata in un quarto disco. Novità di dubbio gradimento perché, se da un lato consente di documentare il discorso critico con acconce citazioni musicali, d'altra parte impedisce una comoda presa di possesso del testo, fatto spiacevole dato che II testo di Francesco Degrada è d'alto valore (e non indulge minimamente ai pettegolezzi psicologici qui sopra adombrati). Inoltre, anche supponendo che l'aggiunta del disco parlato non aumenti il costo complessivo (i 4 dischi costano, fino al 31 gennaio prossimo, L. 13.500), porta via molto più tempo che alla lettura, e costituisce in ogni caso un incoraggiamento all'analfabetismo. m* iti.