Storia di una sfida

Storia di una sfida Mario Rendo: parla il protagonista Storia di una sfida L'Azienda agricola «Costantina» appartiene alla mitologia della agrumicoltura siciliana. Un testo universitario di mezzo secolo addietro («Italia agricola») ne riporta una foto con questa didascalia: «La più grande azienda dì agrumi del mondo». A crearla fu, all'inizio del secolo, un imprenditore austriaco che aveva una vasta rete commerciale sia nel suo Paese che in Germania. Un grande pioniere, non c'è dubbio, che promosse a quell'epoca la prima rivoluzione agrumicola siciliana. La «Costantina» s'inquadrò perfettamente nella realtà di quei tempi: l'Italia era la prima fornitrice di agrumi del mondo, i produttori agivano in condizioni di monopolio e facevano il bello e cattivo tempo, imponendo al mercato sia la qualità delle arance sia i prezzi più remunerativi. Era l'epoca del grande latifondo. In quel periodo storico la creazione della «Costantina» costituì non solo una svolta ma anche un atto di audacia, sia per i ricorrenti agguati del fiume Simeto che vi scorre vicino, sia per la situazione di immobilismo che caratterizzava tutta la zona nord-occidentale della Piana di Catania. Ma non c'erano motivi di perplessità e di pericolo per chi realizzò l'idea. La situazione di monopolio dell'agrumicoltura siciliana, il bassissimo costo del lavoro umano (di cui tutta la zona era assetata) e gli alti profitti dell'impresa, consentivano di marciare sul velluto e di autofinanziare iniziative complementari nello stesso fondo. La «Costantina» si presentò come un'azienda-modello. Ne aveva tutte le caratteristiche. Ma questo avveniva nel 1911. Da allora, per tanti e tanti anni, il tempo si fermò. Il cavaliere del lavoro Mario Rendo, che sta ora lanciando con la «Costantina» l'idea di una agrumicoltura siciliana del Duemila, può raccontarci il resto della storia, a oltre mezzo secolo di distanza. È un grande pioniere anche lui, di un'epoca sostanzialmente diversa, in cui al monopolio si è sostituita una concorrenza spietata, alla produzione ispirata a gusti padronali si è sostituita la ricerca scientifica; di un'epoca in cui i mercati si conquistano con gli studi tipologici più approfonditi e con la più assoluta garanzia della qualità. I privilegi di un tempo sono tramontati per sempre. L'agrumicoltura siciliana è precipitata nel sottosviluppo. Una nuova sfida andava lanciata. E Mario Rendo s'è posto in prima linea, così come aveva fatto con le altre aziende del suo Gruppo che costituiscono una leadership di lavoro e di produzione, uno dei fatti più importanti della Sicilia moderna. I contadini come peones Ma eccoci alla storia della «Costantina, parte seconda ». Mario Rendo ha le date, gli episodi e tutti i particolari scolpiti nella memoria: « Il 28 gennaio del 1972 — racconta — comprai la "Costantina" a cancello chiuso. E solo il 5 maggio, dopo, che i proprietari completarono la loro ultima raccolta, ne presi possesso. Non dimenticherò mai la scena: i proprietari, gli impiegati, i contadini fecero una specie di cerchio intorno a me e a miei collaboratori Bauccio, Napoli e Schilirò. Ci guardavano come fo.ssimo matti. Ci fu qualche minuto dì silenzio. Io ruppi il. ghiaccio, ringrazai tutti e mi posi subito davanti un programma: qui bisogna rifar tutto da capo. «La centrale di lavorazione delle arance era primordiale, gli alloggi dei lavoratori somigliavano alle capanne dei peones, un'atmosfera di colonizzazione regnava in tutta l'azienda. E voglio che qualcosa del vecchio rimanga, come testimonianza di un'epoca in cui, per esempio, il problema dell'irrigazione veniva affrontato con le preghiere serali. Negli appezzamenti erano mescolate le piante delle più svariate qualità: il che complicava enormemente i problemi della raccolta. Ma il monopolio e il bassissimo costo della manodopera consentivano questo e altro. « Quando arrivai io, non c'era neanche l'acqua potabile e adesso stiamo provvedendo noi. Trovai, insomma, quello che mezzo secolo addietro costituiva un'avanguardia ma che, nei nostri giorni, non ha più senso. E purtroppo devo dire che molti produttori siciliani sono ancora fermi a quelle idee, a quelle posizioni: il monopolio, gli ingenti profitti, il dono della Natura, il frazionamento, l'egoismo. Questi concetti ammuffiti sono la causa della nostra crisi. « Messo piede alla "Costantina" — prosegue Mario Rendo — presi subito una decisione: partire per l'America. Una delegazione^ ■di sedici persone: tutti in California. E là studiammo ciò che gli americani avevano già realizzato nel loro kolossal produttivo: li commercializzazione, i lavori in zone estensive, i sistemi di irrigazione e di potatura, i trasporti, i laboratori scientifici e via di seguito. Da quel giorno non abbiamo più perso i contatti con la università di Riverside. La nostra nuova Centrale di lavorazione, che stiamo inaugurando in questa occasione a Passo Martino, ha una impronta statunitense. Ci ponemmo, insomma, il meglio come modello. Ma la gente continuava a prenderci per matti. E, quando nel dicembre del 1972, ci fu la grande e rovinosa alluvione in Sicilia e il Simeto dilagò per le campagne, molti pensarono: quei matti si sono rovinati. La "Costantina" ha un fronte di ben quattro chilometri sul Simeto. Come fu domato il Simeto « Io noleggiai un aereo, ci piazzammo sopra tutti gli attrezzi fotografici di Enzo Martinez e partimmo alla controffensiva. La situazione era chiara: il problema non si risolveva versando lacrime sull'alluvione, ma studiando una sistemazione definitiva dell'alveo del fiume Simeto. A parte la "Costantina", i ricorrenti straripamenti del fiume tendevano agguati a circa 10 mila ettari di agrumeto. La posta era alta. Posso dire che i nostri rilievi furono determinanti, non c'erano stati studi altrettanto seri al riguardo. E i finanziamenti arrivati dopo l'alluvione, consentirono di affrontare in maniera radicale il problema: oggi il Simeto non fa più paura. Solo una catastrofe di portata inimmaginabile potrebbe portarlo a straripare in quella zona. « E così — è sempre Rendo che parla — potè avere inizio la storia della nuova "Costantina", di quell'azienda che deve diventare il gioiello della nostra agrumicoltura, come lo fu all'inizio del secolo. I nostri programmi e i nostri traguardi erano legati al pianò Agrumi della CEE. La storia è vecchia. La legge risale al 1964: 175 miliardi della CEE, più 75 del governo italiano. Ma, per le ragioni ormai tristemente note, passarono dieci anni vuoti, prima che la legge potesse essere recepita in Italia. Ciò avvenne nel giugno del 1974 e per la pubblicazione si dovette attendere per altri due mesi. Ebbene, noi abbiamo preceduto gli eventi. Avevamo presentato al ministero tutti i progetti e le relazioni, in attesa che la legge divenisse operante. « Io feci una proposta piuttosto audace al ministero: chiesi che mi venisse inviata una semplice lettera. La proposta venne accettata. Nella lettera si diceva, però che si potevano iniziare i lavori a nostro rischio e pericolo e che nulla sarebbe dovuto al ministero, se la legge non fosse stata recepita. Io m'imbarcai nell'avventura. La nostra pratica, ovviamente, è la numero uno del Piano Agrumi. Demmo inizio ai lavori sia per la trasformazione radicale della "Costantina", sia per la costruzione della grande Centrale di lavorazione di Passo Martino. E, intanto, spingevamo per la legge. E intanto studiavamo pure il sistema di commercializzazione decidendo di attuarlo direttamente e di interessare anche ad esso tutti i produttori della zona. Dal giorno in cui la legge venne approvata, bruciammo le tappe. lut Centrale di lavorazione è stata portata a termine in nove mesi, compreso il raccordo ferroviario, compresi i servizi e gli alloggi che avete visto e che consentiranno agli operai di vivere non più in capanne da peones, ma in dignitosissimi appartamenti moderni, riscaldati e forniti di tutto. Insomma è stato uno sprint verso il traguardo dell'inaugurazione che non è un evento formale: quest'anno già la Centrale potrà lavorare a pieno regime». Il racconto di Mario Rendo, per adesso, può fermarsi qui. La sfida è sempre in atto. Mentre la Centrale di lavorazione si mette in opera, alla «Costantina» è in pieno svolgimento un piano quinquennale di lavori, davvero entusiasmanti, di trasformazione: ma di questo parliamo a parte. Per adesso possiamo dire che la «Costantina» apre una nuova frontiera dell'agrumicoltura siciliana, la frontiera del Duemila.

Persone citate: Bauccio, Enzo Martinez, Mario Rendo, Rendo, Schilirò

Luoghi citati: America, California, Catania, Germania, Italia, Napoli, Sicilia