Piano Agrumi: primo traguardo

Piano Agrumi: primo traguardo INAUGURATA DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA E DALLE AUTORITÀ DELLA CEE LA NUOVA CENTRALE DI LAVORAZIONE DELLA «COSTANTINA» DI CATANIA Piano Agrumi: primo traguardo E' diventata realtà la pratica « numero 1 » di una legge attesa da dieci anni - Il modernissimo impianto di Passo Martino e il colossale piano di ristrutturazione che si sta attuando su 270 ettari di agrumeto si pongono come esempi per un «riscatto europeo» della nostra agrumicultura « Il Piano Agrumi » finisce di essere una delle tante favole nazionali e comincia a diventare realtà. Il primo esempio di un fatto concreto si è avuto lunedi scorso a Catania con l'inaugurazione ufficiale — alla presenza di autorevoli esponenti della CEE, del presidente della Regione Bonfiglio e di altre autorità regionali e cittadine — della nuova grande Centrale di lavorazione della « Costantina », una cooperativa agrumicola'che rientra nel quadro delle aziende del « Gruppo Rendo ». È stata tradotta in realtà, in un tempo-record, la pratica «numero uno» del «Piano Agrumi». Catania e la Sicilia si attribuiscono questo privilegio. E salta subito fuori il nome di un protagonista della vita siciliana degli ultimi quindici anni: Mario Rendo, cavaliere del Lavoro e di Gran Croce, imprenditore tenace che, lottando contro certi mali cronici dell'ambiente, ha saputo imporre il timbro di una « Sicilia diversa » alle sue tante realizzazioni che spaziano dall'agricoltura alla metalmeccanica, dalla industria di trasformazione alimentare a quella edilizia e dei prefabbricati. Alla inaugurazione (o meglio: all'inizio dell'attività) della nuova grande Centrale di lavorazione agrumicola, che sorge a Passo Martino, si unisce — sempre collegato al « Piano Agrumi » — un altro fatto importante: si tratta della colossale opera di riconversione, già in atto, in uno dei più famosi agrumeti siciliani: la « Costantina ». appunto, che si estende per 270 ettari nella zona di Paterno (ai quali si aggiungono 80 ettari di altri fondi consociati). -E là davvero si sta realizzando uno dei fatti più importanti della storia della agrumicoltura siciliana: un esempio, in chiave di moderno imprenditoriato, di ciò che bisogna fare per sollevare dal suo assurdo sottosviluppo la nostra industria degli agrumi, tuttora ancorata a criteri arcaici di conduzione, sia nella fase produttiva che in quella di commercializzazione. Rilevando questo immenso fondo, nelle condizioni di mezzo secolo addietro, Mario Rendo ha promosso una autentica sfida. Se la « Costantina » era il gioiello della nostra agrumicoltura all'inizio del secolo, adesso dovrà divenirne il diamante. Questo il suo obiettivo. Naturalmente si è partiti quasi da zero per una opera di ristrutturazione pressoché totale che — tra lavori effettuati e altri da svolgere — richiede un impegno di cinque anni. Il « Piano Aarumi » fu approvato dalla CEE nel 1964: 175 miliardi della Comunità, 75 del governo italiano. La data ci mortifica non poco, perchè — come è a tutti noto — ci sono voluti dieci anni perchè l'Italia recepisse questa legge, tanto importante sia per la sua destinazione, sia per l'entità del finanziamento (250 miliardi del 1964!)Il governo italiano recepì il Piano Agrumi nel giugno del 1974La legge venne pubblicata due mesi dopo. II fatto che, ad un anno di distanza, sia stata tradotta in realtà, qui a Catania, la pratica «numero uno» di questa legge, ha veramente del prodigioso. L'avvenimento, dunque, si inquadra — in termini di realtà — nel tema antico di un riscatto della agricoltura siciliana su un piano europeo. È proprio su questo tema sono stati improntati i discorsi inaugurali che Mario Rendo, il presidente della Regione Siciliana Bonfiglio e l'assessore Regionale all'Agricoltura Giummarra hanno pronunciato nel corso della breve cerimonia inaugurale che s'è svolta proprio davanti alla colossale sagoma della nuova centrale di lavorazione agrumicola (in mattinata gli ospiti avevano visitato la «Costantina», interessandosi a tutti i lavori di riconversione che sono in pieno svolgimento). Mario Rendo ha avuto da tutte le autorità e i tecnici presenti (c'erano operatori arrivati da mezza Europa) i più ampi riconoscimenti. Lui, il protagonista, si è limitato a elencare, in termini semplici e schietti, le varie tappe della realizzazione, ringraziando pubblicamente tutti co- ■ loro che, nelle loro diverse mansioni, vi hanno contribuito: « Il nostro — ha detto — è un traguardo di lavoro comune; abbiamo dimostrato che il "Piano Agrumi" può trovare concreta attuazione e che la nostra agrumicoltura può trarre da esso una grande spinta di modernità e di progresso, con quel ruolo di privilegio che le compete. Noi asportiamo già il 50 per cento della nostra produzione in dieci Paesi Europei, ma contiamo di andare ben oltre, perchè non è nostra abitudine fermarci sui traguardi raggiunti». Mario Rendo ha ringraziato il Ministero dell'Agricoltura, la Regione, la Cassa per il Mezzogiorno, il Banco di Sicilia (rappresentato dal Direttore Generale Dott. Bignardi) e ha concluso con un atto di fede sul futuro della Sicilia e delle sue forze lavorative. L'Assessore Giummarra dopo aver sottolineato come la Regione Siciliana abbia varato una legge che destina 82 miliardi all'agrumicoltura, ha posto ir. evidenza la assoluta necessità che, nell'ambito della Comunità Europea, vengano rispettate rigorosamente due norme precise: la salvaguardia della produzione comunitaria e la libera circolazione dei prodotti nell'area della CEE. Giummarra ha definito la «Costantina» una «realizzazione esemplare che si pone come leader della agrumicoltura siciliana». Il Presidente della Regione Bonfiglio, infine, ha detto: «In questa realizzazione confluiscono tre componenti: quella imprenditoriale, ispirata a genialità e coraggio; quella tecnica, di altissimo livello e quella, importantissima, del lavoro umano. Se nel vivo di un inquietante processo recessivo si realizzano imprese del genere, abbiamo il diritto di sperare in un futuro migliore per la nostra Sicilia». Circa trecento persone hanno partecipato a questa «festa di lavoro». Tra i presenti, oltre alle personalità già citate, il Sottosegretario al Turismo Drago, gli Onorevoli Natali, Valsecchi, Uso, Ciglia, Magri (che è anche Sindaco di Catania), i Deputati Regionali Corallo, Rindone e Sardo, il Ragioniere dello Stato Dott. Milazzo, il Capo dell'Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dott. Potenza; i rappresentanti della CEE Dott. Terence e Dott. De Santis, il Direttore Generale del Ministero dell'Agricoltura Dott. Veneri, il Prefetto di Catania Gasparri, il Presidente della Provincia Scandurra, il Questore De Francesco, i più alti esponenti della magistratura catenese, i Consiglieri Agricoli d'Italia, di Gran Bretagna, d'Irlanda del Nord e di Nuova Zelanda, rappresentanti commerciali di numerosi Paesi Europei e moltissime altre personalità civili e militari. Ha impartito la benedizione il Vescovo di Nicosia Mons. Trapani. Il solo capannone della nuova Centrale di lavorazione occupa un'area di 9 mila metri quadrati. Il processo di lavorazione — di cui c'è stato un saggio durante la cerimonia, venti tonnellate l'ora — è entusiasmante. La merce dai camions viene scaricata automaticamente. Ci sono otto grandi celle (150 quintali di merce per ogni cella) dove viene completata, in presenza di ossigeno, la maturazione del frutto, a una temperatura di 22-24 gradi. Poi seguono: il lavaggio, l'asciugatura, la preselezione, la ceratura. Quindi le arance passano per i banchi di selezione manuale, quindi alla timbratrice (per taluni mercati viene applicato il bollino adesivo), alle calibratrici e ai banchi d'impacco. Tutto un processo automatico con l'indispensabile apporto dell'uomo in alcune fasi. Il prodotto destinato a taluni supermercati passa per una prodigiosa retinatrice che crea una confezione già pronta col peso e la qualità richiesti. Grandi celle frigorifere per la conservazione delle arance consentono di prolungare l'arco commerciale della stagione. Esaurito il ciclo di lavorazione, il prodotto già impaccato arriva alla stazione di partenza: fuori c'è, infatti, una campata coperta davanti alla quale arriva il raccordo ferroviario. Il piano del vagone e quello del marciapiede coincidono. Sistemati sui vagoni, le arance vengono avviate alla stazione di Passo Martino che diventerà cosi un nuovo polo di smistamento verso i mercati nazionali ed esteri. Attorno alla Centrale di lavorazione, una cornice di moderne palazzine nel verde delle tante aiuole: la portineria, con annesso laboratorio, l'alloggio dei dirigenti, il centro uffici amministrativi, la mensa e gli alloggper il personale. Si tratta dautentici appartamentini riscaldati, ben rifiniti e forniti di tutto. Anche da questo si nota ilivello di un'industria, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche come fatto di civiltà. L'Assessore Regionale Giummarra, il Presidente della Regione Siciliana Bonfiglio, il Sottosegretario Drago e il Cavaliere del Lavoro Mario Rendo durante la visita alla centrale di lavorazione.