Ucciso perché perse al Casinò denaro avuto da rapinatori? di Gino Mazzoldi
Ucciso perché perse al Casinò denaro avuto da rapinatori? Le indagini sui due amanti assassinati a Milano Ucciso perché perse al Casinò denaro avuto da rapinatori? Arrestato in Germania, dopo due mesi ottenne la libertà - Sembra che avesse ricevuto titoli da convertire in contanti -Ricercati due francesi e un marocchino (Dal nostro corrispondente) Milano, 8 dicembre. Le indagini sul duplice delitto in via Merlo 1, dove la sera del 28 novembre scorso sono stati uccisi con 12 colpi di pistola Pasquale Belsole e la sua bellissima amante, Narcisa Vergerlo, sarebbero giunte ad un punto conclusivo. Il capo della squadra mobile, dott. Pagnozzi, che conduce l'inchiesta, ha dato ordine di ricercare due francesi e un marocchino che in questi ultimi tempi aveva avuto rapporti d'affari con le vittime. Su questo sviluppo delle indagini gli inquirenti non dicono molto anche perché gli elementi raccolti potrebbero rivelarsi di nessuna importanza. E' stato comunque accertato che Pasquale Beisole era stato più volte minacciato di morte per non avere mantenuto gli impegni nella spartizione del bottino frutto di una clamorosa rapina compiuta nel 1973, di un furgone blindato a Colonia. Il colpo aveva fruttato un milione di marchi in Buoni postali e per quell'episodio il « boss » napoletano era stato arrestato in Germania per ricettazione. Dopo due mesi Pasquale Belsole era riuscito ad ottenere la libertà provvisoria e a tornare in Italia: pare comunque non abbia pagato le persone che hanno portato a termine la rapina e che avevano consegnato a lui il bottino perché lo convertisse in denaro contante. Questa storia sarebbe emersa dall'interrogatorio di parecchi individui che hanno avuto a che fare col Beisoie e ai quali il « boss » si era rivolto per cercare di piazzare i Buoni postali senza però riuscirci. A quanto pare, l'ucciso, asI siduo frequentatore delle case da gioco, aveva promesso di commutare in denaro contante i titoli attraverso un complicato sistema che a suo dire era perfettamente riuscito anche in altre occasioni: si trattava di depositare, sotto falso nome, i Buoni postali presso la cassa dei casinò col pretesto di ottenere del denaro per giocare; somme che il « boss » napoletano, schiavo del suo vizio, avrebbe poi puntato sul tappeto verde perdendo tutto. In questa operazione il Belsole avrebbe avuto al suo fianco Narcisa Vergerio, della quale il pregiudicato, sfruttandone l'avvenenza, si è sempre servito per portare a termine le sue truffe. Non è ancora stato possibile stabilire fino a qual punto questa storia della rapina di Colonia possa essere messa in relazione col delitto. Le visite dei due francesi e del marocchino nell'appartamento di via Merlo pare comunque si fossero intensificate in questi ultimi tem¬ paeelasdlmdssleatgltnlltgcsll pi: in particolare il nordafricano, un giovane aitante e dall'atteggiamento deciso, era stato notato in casa della Vergerio anche durante le assenze del Belsole. Su questo fantomatico individuo, del quale si sono perse tutte le tracce, sono appuntati molti sospetti. E' fuori di dubbio che la donna conoscesse il suo assassino. La sera del delitto era andata lei ad aprire la porta senza alcun sospetto ed aveva introdotto l'assassino nel soggiorno dove Pasquale Belsole stava apparecchiando la tavola: poi la donna era tornata in cucina per ultimare la preparazione di una insalata. Quando sono echeggiati i primi colpi, Narcisa Vergerio deve essere accorsa cercando di scagliarsi sull'assassino dell'amante o di dare l'allarme, poi è stata anche lei uccisa. Gli inquirenti, oltre alla storia della rapina di Colonia, continuano a battere la pista dei diamanti e della droga. Sono state interrogate tutte le persone che in questi ultimi tempi avevano avuto rapporti d'affari col Beisole ed è emerso un particolare interessante. Qualche settimana fa, subito dopo l'uccisione di Mario Birraglia, l'altro « boss » freddato a colpi di pistola in corso Lodi sulla sua « Rolls-Royce », Pasquale Belsole, mentre si trovava in una delle due pizzerie di Sesto S. Giovanni, era stato avvicinato da uno sconosciuto che a quanto pare gli aveva offerto una grossa partita di droga: non si. sa come sia finita la trattativa, ma da un controllo effetuato sul conto corrente intestato alla Vergerio e dal quale l'amante attingeva, proprio in quel periodo risulta prelevata una somma di parecchie decine di milioni. Questo denaro è servito per acquistare droga o i diamanti che sono stati trovati sabato scorso nascosti in un « secrétaire » nell'appartamento di via Merlo? O la somma è servita per qualche altro affare? E' quanto la polizia cerca di stabilire controllando tutto quanto si trova nell'abitazione in cui è stato compiuto il delitto. Ogni documento — lettere, rubriche telefoniche, appunti — è stato sequestrato ed è ora al vaglio degli inquirenti, ma fino a questo momento non è stato trovato nulla di estremamente interessante. Scavando nel passato della giovane donna è stata ricostruita anche la sua vita sentimentale ed è emerso che da qualche tempo l'uccisa aveva solo rapporti col Beisole anche se il « boss » partenopeo, come si è detto, si serviva di lei per portare a termine lucrosi affari. Gino Mazzoldi Milano. Pasquale Belsole e Narcisa Vergerio (Tel. Ansa)
Persone citate: Mario Birraglia, Narcisa Vergerio, Pagnozzi, Rolls, Vergerio
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