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Vere «Lettere dal fronte» contro falsa propaganda PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Vere «Lettere dal fronte» contro falsa propaganda Lettere dal fronte di Vittorio Schiraldi, documentario italiano. Cinema Arco. (p. p.) Un bambino sacrifica i suoi giocattoli per donare il metallo alla patria, un mutilato chiede pubblicamente alla radio di essere rimandato al fronte, le folle oceaniche si battono per avere cannoni e non burro... Sono immagini di un passato che brucia, quando la mistificazione della propaganda fascista era giunta a rendere bello quell'autentico suicidio collettivo rappresentato dall'avventura nella seconda guerra mondiale. Lettere dal fronte intende smascherare la colossale impostura e rendere onore al sacrificio dei semplici cittadini. Il procedimento è molto chiaro perché il regista Schiraldi conosce la via della comunicazione immediata grazie al suo passato di giornalista e di autore di successo (Baciamo le mani, libro e film sulla mafia). Perciò ha seguito due linee nell'esposizione della materia: da una parte la pubblicazione di sequenze inedite o non retoriche dei cinegiornali Luce, dall'altra la pubblicazione di corrispondenza inedita spedita dai fronti e censurata per supposto disfattismo. In realtà Schiraldi pensa di adempiere al proprio dovere nel recapitare tali lettere « ai legittimi destinatari, a coloro cui erano indirizzate perché sapessero. A tutti noi, insomma! ». Le due ore di proiezione scorrono con ritmo incalzante e nessuno degli spettatori al termine avrà il minimo dubbio sulla verità storica. Del resto l'Italia piena di contrasti dei nostri giorni è uscita da quel groviglio di menzogne, da quei mucchi di cadaveri: ne portiamo ancora le conseguenze. Tuttavia maggiore presa avrebbe avuto la lettura se si fosse indicato in sovrimpressione il nome del mittente. A Schiraldi, ricercatore scrupoloso, un tale accorgimento dovrebbe sembrare necessario. Non necessarie invece le apparizioni dei divi del cinema e del teatro, ripresi per dare il costume dell'epoca.