Sposi ventenni hanno ucciso la zia per rubarle 15 mila lire e i gioielli

Sposi ventenni hanno ucciso la zia per rubarle 15 mila lire e i gioielli Bergamo: scoperti gli assassini della pensionata di 73 anni Sposi ventenni hanno ucciso la zia per rubarle 15 mila lire e i gioielli La donna è stata soffocata con un cuscino e strozzata - Aveva smesso di prestare soldi ai due che non hanno mai lavorato - La coppia ha un bambino di cinque mesi (Dal nostro inviato speciale! Bergamo, 6 dicembre. Una donna di 73 anni è stata uccisa ieri pomeriggio da una coppia di pronipoti, entrambi di vent'anni. Arrestati, hanno confessato di averla soffocata e strozzata per impadronirsi dei suoi risparmi — 15 mila lire — e dei gioielli. Il valore di questi ultimi era intorno a 200 o 300 mila lire; nella stessa giornata dell'omicidio, i due li hanno venduti, ricavandone 40 mila lire. Il ricettatore è stato individuato. La vittima si chiamava Anna Maria Clementina Zonca, abitava in strada della Boccola, in Bergamo Alta. Gli assassini, Claudia Terzi, figlia di una sorella dell'uccisa e il marito, Giuseppe Alfieri, vive- vano, con il loro bambino di cinque mesi, in una stanza in via S. Alessandro. Lui — originario di San Marco Evangelista.in provincia di Caserta I — ha precedenti per due tentati furti di automobile e porto abusivo di coltello; lei, nello scorso anno, è stata accusata di procurato aborto. I due non risulta abbiano mai lavorato. Vedova da molti anni, la Zonca viveva sola, e aveva una pensione di 40 mila lire mensili. Da qualche tempo, affittata una camera ad un operaio marmista di 52 anni, Enrico Tonsi. E' piccolo e magro, con l'aria terrorizzata; continua a ripetere: «Lasciatemi stare, tutto quel che sapevo l'ho già detto ai carabinieri, lasciatemi stare». E' stato lui, ieri sera, rientrando intorno alle 20, a scoprire il cadavere. Gli assassini lo avevano adagiato sul letto e composto: a prima vista, poteva sembrare morte naturale. L'uomo ha chiamato un'ambulanza, si c accorto che mancavano le 15 mila lire ed i gioielli, che la Zonca usava tenere in camera da letto, sul comò, dentro un vasetto di porcellana. Sono arrivati agenti di polizia, carabinieri e un medico del pronto soccorso che ha accertato che la donna era morta per soffocamento (un cuscino premuto a lungo sul volto) e poi strozzata. Aveva segni bluastri e unghiate intorno al collo. La porta di casa era chiusa dall'esterno, a chiave; nessun segno di effrazione. A notte, Giuseppe Alfieri e la moglie sono stati rintracciati nell'abitazione dei genitori di lui, a Pedrengo, a pochi chilometri da Bergamo. Per alcune ore hanno finto sorpresa e dolore; ammettevano di essere stati in casa della Zonca, ma soltanto durante la mattinata. Di pomeriggio, quando era successo il delitto, non l'avrebbero vista. «Siamo andati al cinema» ed esibivano come «prova» i biglietti. Stamane, la confessione. Hanno detto che c'era stata una lite perché la zia negava i soldi da loro ripetutamente richiesti; l'alterco era degenerato — precisavano — finché l'Alfieri aveva perso la testa, scaraventato l'anziana donna sul letto, premuto il cuscino e poi l'aveva strozzata. La moglie, intanto, portava via tutto quanto pareva di valore. Nascoste in una calza gli agenti le hanno trovato quattro banconote da 10 mila lire: il provento della vendita dei gioielli. Nel portafogli di lui, le 15 mila 500 lire. I rancori tra la Zonca e i nipoti erano di vecchia data, e avevano un solo motivo: il denaro. Lo scorso anno, appena sposati, i due avevano affittato un monolocale in via Sant'Alessandro, da dove, dopo alcuni mesi, erano stati sfrattati perché non pagavano l'affitto. L'anziana donna li aveva ospitati: ma erano continue scenate, causate dal suo rifiuto di mantenerli e di consegnare loro i gioielli. Di recente Claudia e Giuseppe Alfieri erano tornati nella stanza di via Sant'Alessandro. La vittima ha avuto due figli, uno è operaio in Francia, l'altro fa l'agente librario a Novara. Questi è giunto poche ore dopo il delitto. E' rimasto nella casa della madre e oggi è lui stesso ad aprire la porta: una trentina d'anni, al¬ to, magro, baffi. Stravolto: parla con la testa piegata sul petto, le braccia penzoloni. «Non so cosa dire, scusatemi, per favore, scusatemi»: poi richiude, adagio. Si intravede un corridoio lungo e stretto, quattro porte a vetro, la cucina in fondo; ci sono un tavolino e alle pareti alcune vecchie miniature incorniciate di nero. Sul pianerottolo, vasi di gerani e di «sempreverdi»: l'appartamento è al secondo piano: soffitti a vela, scale strette, di marmo, con passamano in legno. Tutto molto pulito. Via della Boccola è in Bergamo alta: di fronte la collina con le ville e la cascina dei nobili Roncalli, sullo sfondo le montagne della Maresana; a pochi metri, la parrocchia di San Lorenzo. Passa qualche anziana donna, tutte conoscevano la Zonca. «Pesava sì e no quaranta chili», dicono, «era sempre malata. L'anno scorso si era anche rotta un femore, era rimasta più di due mesi in ospedale». Alla «mobile» raccontano che gli assassini sono «tranquilli»: dopo aver confessato, stamane, chiusi nelle rispettivecelle, si sono addormentati. Ornella Rota Bergamo. Giuseppe Alfieri e la moglie Claudia Terzi, nipote della vittima (Tel. Ap)

Luoghi citati: Bergamo, Caserta, Francia, Novara, Pedrengo, San Marco Evangelista