Tra canto e balletti s'affaccia il cabaret

Tra canto e balletti s'affaccia il cabaret CRONACA TELEVISIVA Tra canto e balletti s'affaccia il cabaret Si potrebbe anche liquidare Mazzabubù dicendo che era una rivista che per metà, o per tre quarti, serviva da passerella per Gabriella Ferri, e che per il resto tentava di fare del cabaret riuscendovi raramente e blandamente. Ma un giudizio simile cadrebbe nella sbrigatività e nella rozzezza. Prima di tutto chi merita un riconoscimento è il regista Antonello Falqui. Uno dopo l'altro, senza neanche aver il tempo di soffiarsi il naso, ha allestito due programmi come « Fracchia » e Mazzabubù. Mica poco. Due programmi, in ogni caso, da non gettare nel dimenticatoio. Si sa quali sono le preferenze, e le bravure, di Falqui: spettacoli eleganti, tecnicamente ineccepibili, con ampi e fastosi balletti che ne formano l'ossatura, balletti giocati sul ritmo e sul gusto della sottile nostalgia, con una ricerca costante dell'elemento sexy (quel tanto che si può in tv). Il suo sogno, crediamo, è quello di mettere in piedi uno strepitoso show tutto di coreografie, dal comico farsesco al patetico struggente, tutto di rievocazioni, con spiccata preferenza per la cosiddetta belle epoque e, più ancora, per gli Anni 30 tipo Hollywood in nome dei quali è capace di confezionare sequenze tali da suscitare un guizzo di invidia in Ken Russell o in Bob Fosse. Quindi proprio per questo Falqui va lodato, per aver da qualche tempo in qua immesso nelle sue amate strutture, fra piroette, raffinati effetti di luci, piumacci e giarrettiere (ora finalmente concesse dalla censura), toni e umori che una volta gli erano estranei. « Fracchia » era una rivista televisiva con un personaggio negativo e polemico attornoa cui ruotava Unterò spetta-colo, il che costituiva una novità. Mazzabubù ha offerto un cabaret con attori di cabaret e una rassegna degli avvenimenti italiani dal do¬ poguerra in avanti, continuamente accostati alla realtà di oggi. I risultati sono stati discutibili, senza dubbio, in una trasmissione e nell'altra, e il motivo fondamentale lo conosciamo: una satira generica in « Fracchia » con divagazioni e soprattutto ripetizioni sfiancanti, e una satira superficiale, e perciò perico- . La "?u93e™eim" — ,La mostra 1^0^^^ X 119 fesc|uso \\ |unedn. losamente qualunquistica (e volgarotta, quando pretendeva di essere « audace » ) in Mazzabubù. E qui naturalmente ci ritroviamo sino al collo nel solito mucchio di problemi: c'è il fatto che una televisione per poter fare della satira autentica dovrebbe godere di una indipendenza autentica; c'è il fatto che gli autori non dovrebbero essere condizionati in partenza; c'è il fatto che le trovate, le battute, la carica umoristica non dovrebbero essere diluite, come succede, in quattro o cinque ore di spettacolo, ma condensate al massimo in due ecc. ecc. Le questioni sono parecchie e spinose, e non sappiamo quando potranno essere risolte. Comunque, ripetiamo, qui c'è stato un tentativo; e c'è stato — importante — un distacco netto dal vecchio varietà televisivo che regolarmente si trastullava con le spiritosaggini delle vignette illustrate di mezzo secolo fa. L'andamento dell' ultima puntata di Mazzabubù è stato conforme alla linea precedente: una veloce galoppata dal consumismo nascente sino all'austerity, un fuoco di fila che troppo spesso diventava stentato focherello, ma che, per quanto epidermico e grossolano fosse, aveva per lo meno il pregio dell'attualità. A loro agio, su un versante romanesco-sguaiato, gli affiatati Montesano, Pippo Franco, D'Angelo e Oreste Lionello. Molto brava, l'abbiamo detto più volte, Gabriella Ferri che il regista ha saputo inquadrare sapientemente sullo sfondo di una Roma che muore o di una periferia massiccia e alienante: tanto brava che le perdoniamo persino d'aver maltrattato una canzone di Buscagliene. Ugo Buzzolan 1 baroux 2). (escluso il lunedì) Mostra filatelica — Oggi e domani al centro culturale Fiat. In via Carlo Alberto 59, sarà aperta una mostra filatelica in occasione della 17" Giornata del francobollo per i giovani. Inaugurazione alle 9,30. Corso di psicologia — Il Centro studi Pannunzio organizza un corso di psicologia tenuto dal prof. Giovanni Moio, in 20 lezioni, preserale (venerdì ore 18-20) e serale (mercoledì ore 21-23). Iscrizioni fino a esaurimento, in segreteria lunedi, mercoledì, venerdì dalle 16 alle 19 (via Bar-