Lama assume l'impegno per il sindacato di polizia di Francesco Santini

Lama assume l'impegno per il sindacato di polizia Il segretario della Federazione a Rimini Lama assume l'impegno per il sindacato di polizia Sarà coinvolto tutto il movimento sindacale per la democratizzazione nella p.s. - I partiti dovranno portare in Parlamento il problema della smilitarizzazione del Corpo (Dal nostro inviato speciale) Rimini, 6 dicembre. Per Luciano Lama, segretario della federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil, la sindacalizzazione della polizia è ormai un dato acquisito, il problema è maturo, e, a questo punto, è d'obbligo che tutti i partiti dell'arco democratico si impegnino a portare avanti, in Parlamento, la discussione sul riordinamento e la smilitarizzazione del corpo delle guardie di pubblica sicurezza. In prima persona, e a nome della Federazione, Lama si è assunto il compito di coinvolgere l'intero movimento sindacale sul tema della democratizzazione nella p.s. e un lungo applauso ha sottolineato il suo impegno al convegno organizzato a Rimini su «Sindacato di polizia e riordinamento del corpo». Ad applaudire Lama c'erano, nella sala dell'Arengo di Rimini, più di duemila persone. Pei una buona metà erano agenti di p.s. in borghese, giunti da tutta Italia per ascoltare l'intervento del rappresentante della Federazione unitaria, e, accanto a giovani poliziotti in jeans e capelli lunghi, si riconoscevano anziani sottufficiali interessati e attenti a quello che, ormai, nella pubblica sicurezza, è di¬ ventato il tema del giorno: la smilitarizzazione del corpo. Gli altri, nella sala gremita, erano operai emiliani e romagnoli. Lama ha parlato per ultimo, quando già avevano preso la parola alcuni parlamentari: dal democristiano Fontana al comunista Flamigni, al socialista Servadei. Applauditissimo, il commissario De Francesco, il funzionario che arrestò a Roma Marco Pannella e subito dopo, a titolo personale, inviò un telegramma di solidarietà al leader radicale che in pubblico aveva fumato, per sfida, una sigaretta all'hashish. Lama ha detto che le Federazioni non vogliono uscire dalla legge, non vogliono creare perciò un sindacato dei militari: «Ma il problema della polizia — ha aggiunto — va risolto: quindi, il nodo da sciogliere è quello del corpo militare». Ciò che è necessario, a giudizio del segretario confederale, è un sempre maggiore collegamento e una più vasta partecipazione tra comitati di polizia e forze sindacali, e questo per consentire non soltanto al poliziotto di far vita sindacale, ma anche ai lavoratori di farsi conoscere, di farsi vedere in faccia, non solo quando vanno in piazza a manifestare, ma so- prattutto quando se ne stanno nelle loro sedi a discutere, ad elaborare le piattaforme. «Quindi, noi chiediamo — ha aggiunto — una legge nuova, che renda efficiente la polizia, istituzionalmente capace di assolvere i compiti che la Costituzione le assegna; in una parola, a far bene il proprio lavoro, perché maturi la coscienza del ruolo della pubblica sicurezza nel mondo del lavoro, del quale è parte integrante». Ha ricordato la gravità della crisi economica che il Paese attraversa ed ha sottolineato l'esigenza di una maggiore capillarizzazione nel rapporto tra i comitati per la smilitarizzazione delle forze di polizia e il movimento sindacale. Non sono da escludersi, a giudizio di Lama, in momenti di crisi, le probabilità di grandi movimenti di masse, quindi non è fuori luogo prevedere il tentativo di un impiego della polizia in forme repressive. «Ma — ha dichiarato Lama — V. clima oggi non è più quello degli anni '48 e '49, quindi il tentativo non avrebbe successo». C'è infatti un clima politico diverso, e diversa è la coscienza degli agenti di polizia, che chiedono all'interno della p.s. una vera democrazia. Il clima non è più quello dell'inizio degli Anni Cinquanta, ma ciò non significa, secondo Lama, che i sindacati siano soddisfatti della politica sull'ordine pubblico. Il ministro dell'Interno, Gui, si oppone al sindacato di polizia. «Certo — ha detto Lama — noi sindacati non possiamo chiedere il cambio del ministro, perché questo non è nostro compito. Possiamo però chiedere, e questo è un nostro diritto, che cambi la politica per l'ordine pubblico». Che lo spirito dei 75 mila agenti di p.s. sia mutato in questi ultimi tempi lo ha dimostrato, cifre alla mano, Franco Fedeli, direttore della rivista Ordine pubblico. Nel suo intervento, Fedeli, che ormai da anni si batte per la ri forma della polizia, ha anticipato i risultati di un'inchiesta che la sua rivista sta conducendo tra gli agenti. Si hanno finora a disposizione 17 mila 500 risposte al questionario preparato dalla redazione, e Fedeli ha detto che il 94 per cento degli intervistati ha chiesto una riforma democratica della p.s. Interessanti appaiono i dati sui servizi per i movimenti di piazza. Il 30 per cento dei poliziotti ha dichiarato di sentirsi a disagio nel fronteggiare una manifestazione ope¬ raia; il 28 per cento afferma di sentirsi solidale con gli operai; il 21 per cento ha manifestato «comprensione»; mentre «il 10 per cento — ha detto Fedeli — prova invidia per ì lavoratori, che sono liberi di manifestare in piazza ed esercitano quel diritto che al poliziotto, considerato uomo di Serie B, viene negato». Secondo i dati comunicati da Franco Fedeli, questa di Rimini è la 132a riunione alla quale partecipano agenti di polizia decisi a portare avanti il discorso sulla smilitarizzazione. Da quando il movimento sindacale ha mosso i primi passi tra le file della polizia non è passato molto tempo: appena un paio d'anni e già, secondo Fedeli, il movimento si è ingigantito. Dal mese di aprile del '74, al termine della riunione dell'Hilton di Roma, alla quale si fa riferimento per il primo atto ufficiale del movimento, «il numero degli aderenti — ha detto — si è decuplicato e coinvolge adesso V80 per cento delle guardie di P.S. ». «Ma molta strada — ha detto ancora Fedeli — ci rimane da fare». Ha ricordato come nessuna sindacalizzazione sia possibile se non attraverso il riordinamento. «E' necessaria, quindi — ha concluso — la smilitarizzazione per adeguare la nostra polizia a quelle dei Paesi europei». Nessuna forza di polizia — ha concluso — ha mai tentato di invadere il Viminale per imporre le proprie condizioni; altri, al contrario, l'hanno fatto, o hanno tentato di farlo. Francesco Santini

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