Si batte per la gente di colore il nemico di Nastase e Connors

Si batte per la gente di colore il nemico di Nastase e Connors Ashe vuole il primo posto nelle graduatorie mondiali Si batte per la gente di colore il nemico di Nastase e Connors (Dal nostro inviato speciale) Stoccolma, 5 dicembre • Voglio vincere il Masters, a fine anno voglio risultare al primo posto nelle graduatorie mondiali del 1975, quel giorno potrei raccontarlo al miei nipotini ». Chi parla è Arthur Ashe. 32 anni, nato a Richmond in Virginia il 10 luglio del '34. figlio di un poliziotto, il primo giocatore di colore che nellla storia del tennis abbia vinto il Torneo di Wimbledon. Solo Althea Gibson lo ha preceduto di diciotto anni in campo femminile. A Londra ha vinto quest'anno battendo in finale Jimmy Connors, il favorito di tutti. Finora nel 1975 ha vinto qualcosa come duecento milioni di premi in denaro e se dovesse aggiudicarsi il Masters del Grand Prix della Commercial Union supererebbe nettamente questo tetto. Lance Tingay che redige le classifiche annuali secondo una tradizione quasi centenaria, alla fine del mese di ottobre lo ha già messo primo nella graduatoria mondiale davanti a Connors. Ora spera che gli altri critici che redigono le classifiche lo preferiscano al più giovane connazionale. Potrà cosi raccontarlo ai suoi nipotini anche se per ora non è nemmeno fidanzato. Arthur è un tennista essenziale e moderno ma spettacolare proprio per la bontà tecnica di queste caratteristiche. Chi lo accu- sa di troppa razionalità e schematicità può subito ricredersi quando vede all'opera Borg e Vilas. leaders delle nuove generazioni. Il tennis di Ashe diventa allora qualcosa di sublime. Ma il tennis per Ashe è qualcosa di più dello sport praticato con successo con mentalità professionale, è una continua battaglia in favore della gente di colore. E' diventato, grazie alla sua abilità politica e dialettica. Il presidente della Federazione professionisti del tennis, segno che ha un ascendente ed un'influenza su tutti I compagni. Un ascendente che non dipende certo dalle sue doti di comunicabilità. Nel barnum del jet tennis Arthus Ashe è un isolato. Sta sempre solo, preferisce meditare, leggere, ascollare musica. Solo raramente si unisce alla vita da nomadi dei compagni, divisi in gruppi secondo alfinità selettive e di lingua. Per ora nel mondo del tennis ha un solo nemico. Ma è un nemico particolare. Si chiama llle Nastase. un romeno un po' mattocchio che ha scelto l'Italiano come sua lingua internazionale. ■ Vuole imporre il black power nel tennis » dice llle parlando di Ashe. Ma lo dice in buona fede senza pensare minimamente che quanto dice può rivolgergli contro l'accusa di razzista. Ma che razzista può mai essere un romeno mezzo zìngaro come il buono e simpatico llle anche se ha sposato una eredi- \ tlera belga? Ma Ashe si batte per la causa della gente di colore? » lo posso aiutare la causa della gente di colore come qualsiasi altra persona al mondo. Anche un italiano bianco e con gli occhi azzurri può essere utile alla nostra causa purché la senta e si batta per essa. Naturalmente per me è più facile battermi per i problemi della gente di colore perché essendo come loro è più facile capirli. Per essere veramente utili ad una causa bisogna trovarcisi In mezzo. Devo onestamente riconoscere che mi sarebbe più difficile battermi per la causa degli Indiani ». Cosi risponde Ashe alla domanda e quando gli chiedi perché siano così pochi I tennisti di colore e di valore replica: • Uno dei motivi principali è senz'altro di natura economica. La gente di colore gioca con maggiore facilità, specialmente negli Stati Uniti, a basket, al football americano, pratica la boxe piuttosto che dedicarsi al tennis, al golf o al nuoto. Questo perché nei quartieri negri è più facile trovare un cesto per pallacanestro o un campo da football che una piscina, un amepo da tennis ». — Ma quali sono le possibilità che la situazione cambi? ■Tutto si evolve, ma dipende da quanto ci si agita, da quanto si preme. Dalla massa d'urto. Il vero problema che ritarda una rapida soluzione del problema è che oggi esiste una classe media borghese anche fra i negri e si sa che chi non è veramente arrabbiato, chi non ha bisogno, non ha voglia di battersi, di lottare per chi sta peggio». Quando gli chiedi, per tornare al tennis giocato, cosa pensa di Nastase, Arthur risponde: -Siamo ottimi amici fuori dal campo, ma ho deciso che non ho più voglia di avere a che fare con le sue scenate sul campo Mie infrange le regole e il tennis deve essere un gioco continuo. L'altra sera siamo stati fermi più di tre minuti e non ho più voglia né pazienza di sopportarlo. Quando ci siamo incontrati un mese fa a Parigi allo stadio Coubertin — ho vinto io al quinto set — egli mi ha detto che la prossima volta che ci saremmo trovati di fronte mi avrebbe fatto impazzire. In effetti c'è riuscito». — E nel futuro quale sarà II tuo comportamento con llle? • Uscirò dal campo d'ora in avanti tutte le volte che Nastase si comporterà scorrettamente». // romeno dal canto suo ribatte: -A Parigi vincevo io di due set a zero e quello che ho fatto qui a Stoccolma ritardando a giocare per mandarlo in barca lo ha fatto lui nei miei confronti». Oltre a Nastase c'è un altro giocatore che non gradisce Ashe, è Jimmy Connors, il numero uno delle graduatorie mondiali 1974 che ancora gli insidia il numero uno nel 1975. Alcune dichiarazioni di Ashe riportate dalla stampa americana: «Connors non ha spirito di bandiera perché rifiuta di giocare la Coppa Davis» ed altro, gli hanno procuralo una causa risolta soltanto prima dell'ultimo torneo di Wimbledon per remissione di querela, una volta che II terribile Jummy si era dichiarato disposto a giocare la Davis. — Come giudichi Connors? • Lo conosco poco — ribatte Ashe — so solo che mi è costato un sacco di soldi per le spese che ho dovuto sostenere con il mio legale. In America ognuno si paga il suo avvocato. Non paga solo chi perde la causa». Perché solo ora sta raggiungendo i più importanti traguardi per un tennista? « Ora sono un giocatore arrivato. Se perdo un match una settimana non mi creo problemi e nel torneo successivo non vengo deprezzato nell'assegnazione delle teste di serie. Ormai ho raggiunto una mia quotazione. Quando gioco i punti più importanti non sento più il tarlo dell'emozione che provavo una vol- ta. E' un vantaggio che dipende dall'età e dall'esperienza ». Proprio così. Se Panatta avesse avuto l'esperienza di Ashe non avrebbe mancato la qualificazione alle semifinali. Ashe è Invece dentro. E' il favorito numero uno. Domani affronta Borg. Il pronostico è per lui ma non si fa illusioni. Per un americano è più facile affrontare un giocatore come Panatta che ha caratteristiche tecniche similari che un giocatore di rimessa come lo svedese. Lo stesso tema nell'altra semifinale fra Vilas e Nastase. Chi teme di più è Ashe che in caso di vittoria sua e del romeno si ritrova di fronte Nastase in finale. Rino Cacioppo L'americano Arthur Ashe t E' ataio che dipnd

Luoghi citati: America, Londra, Parigi, Stati Uniti, Stoccolma, Virginia