Ispra: sfuma il progetto dell'idrogeno? di Franco Giliberto
Ispra: sfuma il progetto dell'idrogeno? Nei programmi Cee Ispra: sfuma il progetto dell'idrogeno? (Dal nostro inviato speciale) Ispra. 3 dicembre. Una partita internazionale, con grossa posta scientifica in palio, si sta giocando a Bruxelles, all'ombra della Cee. L'Italia dovrebbe avervi un ruolo importante per gli atouts che possiede: il centro comunitario di ricerche Euratom di Ispra è stato ritenuto il più adatto — come strutture, capacità ed esperienze di tecnici — a ospitare il grande impianto europeo «Jet» (Joint european torus) per gli studi sul controllo dell'energia da fusione nucleare; sempre il centro di Ispra è all'avanguardia nel mondo con gli studi sulla produzione di idrogeno per via chimica. Fosse una partita di poker, l'Italia con queste carte dovrebbe avere la mano vincente. Ma a Bruxelles, nell'ambito degli organismi Cee delegati alla preparazione dei programmi per i centri comunitari di ricerca, sembra non si voglia tener conto di certe regole: non avrebbe gran peso l'obbiettiva constatazione della convenienza di dare impulso al centro italiano, che già fornisce indiscutibili garanzie di vitalità scientifica. In un articolo apparso oggi su La Stampa, il direttore dei programmi futuri di Ispra, professor Giampaolo Casini, ha fatto il punto della situazione, illustrando l'importanza del progetto «Jet» e della preliminare scelta della località per la sua installazione. Sempre oggi, di ritorno da Bruxelles, una delegazione sindacale del Centro ha portato cattive notizie. Dicono due ricercatori, l'ingegner Mario Montagnani e il dottor Maurizio De Bortoli, rappresentanti sindacali dei 1700 dipendenti del complesso di Ispra: «Il nostro gruppo di sindacalisti confederali e autonomi ha avuto a Bruxelles una serie di incontri. Il giudizio che diamo sull'insieme delle inlormazìoni ricevute è in complesso negativo. In vista dì un Consiglio dei ministri sugli orientamenti della ricerca comunitaria, che dovrebbe svolgersi a Bruxelles il 15 dicembre, i governi dei tre maggiori Paesi (Regno Unito, Francia, Germania) sarebbero orientati a richiedere un ridimensionamento degli effettivi del Centro, prima ancora di qualsiasi dettagliata discussione dei programmi». A ogni scadenza di programma scientifico comunitario, ricorda il dottor De Bortoli, c'è questo tentativo di lesinare, di ridurre i costi, che emerge di pari passo con «l'incapacità di fare una politica europea di ricerca scientifica programmata». L'intenzione dei Paesi membri della Cee sarebbe quella di potenziare, ciascuno per conto proprio, i centri nazionali di ricerca, soprattutto in un periodo di crisi economica generale come'quello che attraversa l'Europa.' «Ogni marco, ogni franco, ogni fiorino speso nei progetti comunitari — commentano i sindacalisti — viene considerato come una Quasi inutile sottrazione di energie al Paese che li sborsa». La delegazione di Ispra aggiunge: «Regno Unito e Olanda sarebbero dubbiosi circa l'opportunità della ricerca sulla produzione di idrogeno per via chimica, della quale il nostro centro avrebbe potuto essere il capofila. Pare che la Shell Petroleum non sia estranea a simile orientamento». A questo proposito, De Bortoli spiega quali interessanti prospettive aprono gli esperimenti compiuti a Ispra: «Qui da noi si è studiata la possibilità di produrre idro¬ geno per scomposizione dell'acqua, con un processo chimico che sfrutta le alte temperature dei reattori nucleari. E' un tipo di ricerca che vede Ispra, su scala mondiale, al primo posto. Gli sviluppi degli studi sono promettenti, la produzione di idrogeno in grandi quantità potrebbe avere la stessa portata della produzione di metano, con ovvie implicazioni nel settore industriale. Ma a Bruxelles abbiamo avuto sentore di una manovra che mira a sottrarre a Ispra la possibilità di progredire negli studi. Un impianto pilota per la produzione di idrogeno, anziché in Italia, sarebbe fatto altrove, al di fuori dell'area di ricerca comunitaria ». La delegazione sindacale ha ricevuto in Belgio altre sconfortanti notizie: «E' stato ancora una volta smentito che il centro di Ispra sia stato scelto per il progetto "Jet". E' vero che la scelta ufficiale non è ancora stata fatta, ma è necessario che avvenga al più presto — sostengono i sindacalisti chiamando in causa i politici italiani per un appoggio a Ispra — per permettere una discussione costruttiva sull'intero programma di ricerca della Cee. La decisione sul progetto "Jet", che costituisce un forte impegno finanziario, è un passo preliminare che può avviare la piena utilizzazione delle strutture di Ispra». Nei prossimi giorni, i sindacati si propongono di mobilitare il personale per discutere le iniziative da prendere «riguardo l'atteggiamento rinunciatario della Cee sulla ricerca pubblica in Europa, che mette in pericolo anche l'occupazione a Ispra e la trattativa in corso per il contratto di lavoro unico». Franco Giliberto
Persone citate: De Bortoli, Giampaolo Casini, Joint, Mario Montagnani, Maurizio De Bortoli
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