Gestione commissariale suscita dure polemiche
Gestione commissariale suscita dure polemiche Disagio alla Camera di Commercio Gestione commissariale suscita dure polemiche Un'interrogazione di deputati pei ai ministri dell'Industria e dell'Interno - Dal febbraio 1974 si attendono le nuove nomine Il prefetto Salerno replica alle accuse sull'indennità di carica Polemiche sulla gestione commissariale della Camera di Commercio. Una Interrogazione presentata alla Camera da cinque deputati comunisti (Gastone, Allera, Carmen Casaplcri, Spagnoli c Todros) chiede ai ministri dell'Industria c dell'Interno «se sono a conoscenza del disagio provocato nelle categorie interessate dal permanere alla Camera di Commercio di Torino del regime commissariale deciso con decreto ministeriale del 20 febbraio '74». La vicenda ebbe inizio tre anni fa. quando il ministro dell'Industria nominò presidente della Camera di Commercio il dott. Fanzini al posto del dott. Vitelli. Quest'ultimo ricorse al Consiglio di Stato e venne reintegrato nella carica. Ma nel gennaio '74 morì e da allora non è stato sostituito. Subentrò, invece, un commissario straordinario, nominato dal ministero, nella persona del prefetto dott. Giuseppe Salerno. « Non si comprende perché — polemizzano i parlamentari — sia stato prescelto al delicato e impegnativo incarico un alto funzionario dello Stato, già prefetto e commissario di governo per la Regione Piemonte. Ancora più incomprensìbile appare all'opinione pubblica la mancata ricostituzione degli organi collegiali, benché lo stesso commissario e le associazioni di categoria interessate abbiano segnalato fino dai primi ! mesi del 75 le teme dei nomi per la scelta del presidente e la composizione della giunta camerale ». Mentre si aspettano le nuove nomine (corrono voci di contrasti fra ministri; quanto alle scelte si fanno i nomi di Salza e di Zandano) proprio dall'interrogazione alla Camera nasce una nuova polemica che riguarda l'attuale commissario. « E' a cono¬ scenza il ministro dell'Industria — chiedono i cinque deputati — che il prefetto dottor Salerno ha deliberato dì corrispondere a se stesso una indennità di 550 mila lire mensili in aggiunta ai 3 milioni annui per spese di rappresentanza? E che al sub-commissario, ispettore capo della ragioneria della prefettura (dottor Francesco De Pace) è stato attribuito un compenso di 400 mila lire mensili, comprensive delle 120 mila lire già percepite per lavoro straordinario? ». Il comitato intersindacale Cgil-Cisl-TJil del dipendenti della Camera di Commercio si è opposto alla delibera, ma essa è stata confermata dal commissario il 27 ottobre. Il prefetto dott. Salerno, dal canto suo, replica alle «accuse», puntualizzando i dati di fatto. « L'indennità di carica — ha dichiarato ieri a La Stampa — è prevista dalla legge. E' stata stabilita dagli organi che hanno la vigilanza sulle Camere di Commercio e sugli organici del personale statale, cioè dai ministeri dell'Industria e del Tesoro, che mi hanno successivamente invitato ad adottare una formale delibera. Ad ogni modo le cifre indicate nella interrogazione sono al lordo; in realtà l'idennità netta per il commissario è di lire 362 mila; per il sub-commissario di 262 mila, comprese le 120 mila di cui già godeva per lavoro straordinario. Quanto alle spese di rappresentanza, esse sono quelle effettivamente sostenute e che avrebbe anche il presidente ». cc
Persone citate: Allera, Carmen Casaplcri, Francesco De Pace, Giuseppe Salerno, Salza, Todros, Vitelli, Zandano
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