La giustizia è in crisi discutono i magistrati

La giustizia è in crisi discutono i magistrati La giustizia è in crisi discutono i magistrati In sala c'erano anche i poliziotti e si erano iscritti a parlare - Hanno taciuto quando è stato detto: "Ci sono in sala agenti del Sid " llIlllllllUMtlllllUIIIIIIIIIIlIlllllllllllllllll 111 i 11 : - i l r r l i - : e poliziotti a confronto sulla crisi della giustizia. Il dibattito, promosso dal Club Turati e dalla sezione piemontese di Magistratura democratica, si è svolto martedì alla Galleria d'Arte moderna, in occasione della presentazione del dossier « Ordine pubblico e disordine giudiziario » di cui La Stampa ha parlato nei giorni scorsi. Il sostituto procuratore, dottor Bernardi, ha citato statistiche che già conosciamo. Ricordiamo che su 10 processi cominciati, solo due arrivano a sentenza, gli altri vengono archiviati perché gli autori sono sconosciuti. E che 400 poliziotti (su 1100) tutelano la nostra vita quotidiana. Il prof. Conso ha allargato il discorso alle riforme, al « preteso modo di risolvere il problema della criminalità con nuove leggi ». Un fallimento. Non si scoraggia la delinquenza inasprendo le pene, anzi, la si esaspera, rendendola più pericolosa e disperata. « Pur di non finire in galera, il criminale arriverà a uccidere ». Il principio dell'eguagliaanza, nella nostra giustizia, è in crisi. I colpevoli si scoprono raramente, e quando uno finisce in carcere, paga per tutti. « Questa è decimazione, non giustizia civile». E che dire dell'inefficienza degli uffici delle strutture? Ci sono vuoti spaventosi. Lo Stato fa gli organici, ma non li copre. « Questo è autolesionismo, ma anche tradimento verso gli operatori della giustizia ». Conclusione: si fanno le riforme, ma non ci sono le strutture. Il nuovo regolamento penitenziario andrebbe bene, se ci fossero i mezzi per realizzarlo. Invece mancano, e 1 carcerati si credono vittime di una provocazione. Accadrà lo stesso per la riforma del processo penale? Si teme di si. Franco Fedeli, direttore della rivista « Ordine pubblico », un giornalista che da anni si batte per restituire alla polizia la sua « dignità », ha parlato del poliziotti che ricevono 70 mila lire di tredicesima, non sanno che cosa vuol dire « straordinario », cercano, quando possono, di nascondere le malattie, perché, altrimenti vengono messi in pensione a 50 mila lire al mese. « Eppure ai dibattiti non vengono per rivendicare ma per discutere, per chiedere di non vergognarsi di essere poliziotti ». In Italia ci sono troppe polizie, ma sono male organizzate. Non ci sono più di 5500 uomini (divisi in 3 turni) addetti alle squadre mobili, mentre l'organico conta 340 mila uomini: in teoria, uno ogni 164 cittadini. In Germania c'è un poliziotto ogni 343 abitanti, ma ad Amburgo circolano 400 « volanti », a Torino 7. « Abbiamo fatto un'inchiesta: l'83 per cento dei nostri agenti ritiene di non aver ricevuto una preparazione ade guata; il 93 per cento sollecita una riforma ». Ostacolo insormontabile, almeno per ora, 11 sindacato polizia: per il ministero dell'Interno non c'è neanche da parlarne. Eppure gli agenti di ps vogliono discuterne, e l'altra sera parecchi si erano iscritti al dibattito. Ma Fedeli, quando sono cominciati gli interventi, ha annunciato: «Ci sono, in sala, tre agenti del Sid. I poliziotti che avevano chiesto di parlare, vi hanno rinunciato». Ed è sceso il silenzio. Il pubblico ha potuto constatare di persona quanto sia difficile la civile battaglia dei poliziotti. s ro

Persone citate: Bernardi, Conso, Fedeli, Franco Fedeli

Luoghi citati: Amburgo, Germania, Italia, Torino