Quale sarà il piano Fiat per salvare la Innocenti

Quale sarà il piano Fiat per salvare la Innocenti Prime indicazioni sui progetti tecnici in corso Quale sarà il piano Fiat per salvare la Innocenti La Casa torinese già oggi produce 40 mila veicoli derivati dall'auto in diversi stabilimenti: potrebbero essere concentrati a Lambrate assicurando il lavoro a tutti gli operai e a parte degli impiegati - Necessaria una spesa da sessanta a cento miliardi La Fiat — da sola o con altri — riuscirà a salvare i 4500 posti di lavoro della Innocenti, dopo l'abbandono della Leyland? L'azienda, sollecitata ad intervenire, sta studiando un piano. In una nota della Federazione lavoratori metalmeccanici da Roma si informa che «la Fiat si è riservata di precisare ulteriormente la propria posizione all'inizio della prossima settimana, non appena completato un esame tecnico degli impianti di Lambrate». I sindacalisti dei metalmeccanici (Cgil-Cisl-TJil), nella nota ribadiscono la «praticabili\ tà» della soluzione Fiat, anche se saranno necessarie «verifiche». C'è, inoltre, una polemica aspra dei sindacalisti verso «l'atteggiamento di disimpegno ostentatamente mantenuto dall'Alfa Romeo e più in generale dall'Iri e dalle Partecipazioni Statali». In che cosa consiste il «pia¬ no» della Fiat? L'azienda, interpellata, ha dichiarato che non ritiene opportuno addentrarsi in particolari che, in questa fase, sarebbero prematuri. Nel comunicato della Firn sono contenute alcune indicazioni di massima che possono essere cosi sintetizzate: concentrare a Lambrate la produzione dei veicoli commerciali derivati dall'auto (ciò significa che «non saranno rimessi in discussione» gli investimenti già decisi per Grottaminarda dove la Fiat sta realizzando uno stabilimento, con un migliaio di nuovi posti di lavoro, per produrre autobus); sarebbe assicurata l'occupazione di tutti gli operai «con qualche difficoltà — rilevano i sindacati — per gli impiegati»; la ristrutturazione degli impianti è prevista in due anni, anche al fine di progettare nuovi modelli nel settore commerciale. La Fiat già oggi produce circa 40 mila veicoli all'anno «derivati dall'auto». Di questi veicoli 22 mila sono venduti in Italia e gli altri vengono esportati. La produzione Fiat è sparsa in parecchi stabilimenti del Gruppo. Si tratterebbe, quindi, di compiere il raggruppamento e la razionalizzazione del settore. I veicoli «derivati dall'auto» abbracciano un campo molto vasto: vanno dai piccoli furgoncini ai «minibus» urbani, agli «scuolabus». «E' un mercato — ci ha dichiarato il direttore delle Informazioni Fiat, Sandro Doglio — tlowe esistono possibilità di espansione in Italia e all'estero. Nell'ambito della "diversificazione produttiva" che stiamo perseguendo da anni, il settore dei "derivati" è uno dei nostri obiettivi per il futuro». I «derivati» possono utilizzare i motori delle auto ed anche i motori diesel che la Fiat costruirà a Foggia, nello stabilimento che è in corso di realizzazione con l'Alfa Romeo e la Saviem (i cosiddetti «diesel leggeri»). E' chiaro che nell'ipotesi di una concentrazione dei «veicoli derivati» a Lambrate, bisognerà trovare del lavoro per gli operai dei diversi stabilimenti che oggi sono addetti a questa produzione. Per Lambrate i problemi da risolvere sono ancora più complessi: vanno dalla riqualificazione del personale alla ristrutturazione degli impianti Sul piano sindacale si porrà anche il problema della omogeneizzazione dei trattamenti economici e normativi dei lavoratori della ex Innocenti a quelli in vigore per i dipendenti della Fiat. A Lambrate, per esempio, gli orari di lavoro sono inferiori a quelli della Fiat. Sull'impegno finanziario occorrente per salvare i 4 mila 500 posti di lavoro e avviare un'iniziativa «economicamente sana» non esistono ancora cifre ufficiali. Le prime indicazioni oscillano da 60 a 100 miliardi. Come reperire questa somma? La Fiat, nei suoi comunicati, ha ripetuto che preferirebbe essere affiancata da altri partners nell'iniziativa e che non è in grado, in questo momento, di affrontare da sola l'onere della riconversione: «Ciò non vuol dire — ha spiegato Doglio — che l'azienda chieda finanziamenti a fondo perduto. Significa che non esistono più margini per ulteriori investimenti». Tra l'altro si ricorda che l'azienda quest'anno ha già programmato investimenti per oltre 530 miliardi, cifra che rappresenta «il massimo di tutta la storia Fiat». Attraverso questi 530 miliardi di investimenti l'rzienda continua la diversificazione produttiva per raggiungere il traguardo di un fatturato dei «settori diversi» uguale a quello dell'auto. Nel momento in cui la Fiat studia il piano per i 4500 posti di lavoro della Innocenti perché non ricordare anche un altro elemento che ha concorso a preservare l'efficienza e la capacità competitiva dell'impresa? L'accordo per la «gestione della crisi» stipulato tra Fiat e sindacati nel novembre dell'anno scorso a Roma ha consentito — sia pure con momenti di acuta polemica — di evitare che l'azienda fosse soffocata dagli enormi immobilizzi finanziari che sarebbero stati necessari per immagazzinare, oltre un certo limite, le auto invendute. L'accordo per la «gestione della crisi» ha consentito alla Fiat (ed ai sindacati) di essere l'unica casa automobilistica del mondo che non abbia fatto ricorso ai licenziamenti. Sarà anche la casa automobilistica che — perdurando la crisi — riesce a ristrutturare un'altra azienda automobilistica? Sergio Devecchi

Persone citate: Sandro Doglio, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Foggia, Grottaminarda, Italia, Lambrate, Roma