Carla Ovazza è viva, in un messaggio scrive: "Io sto bene, fatemi liberare,, di Renato Rizzo

Carla Ovazza è viva, in un messaggio scrive: "Io sto bene, fatemi liberare,, La prima notizia dopo quattro giorni di estenuante attesa Carla Ovazza è viva, in un messaggio scrive: "Io sto bene, fatemi liberare,, Il biglietto è giunto alla famiglia, ma gli avvocati precisano: "Nessuna trattativa è ancora stata avviata" - L'ing. BarbaNavaretti: "Non siamo quelli che i rapitori pensano. Comunque riuniremo le nostre forze e raccoglieremo tutto il denaro che sarà possibile" - La sorella della prigioniera: "Siamo una grande famiglia che si vuole bene, Carla ritornerà a casa" Il foulard macchiato di sangue — elemento di terribile ansia per la famiglia di Carla Ovazza — non fa più pensare al peggio. Era stato trovato nella Bmw abbandonata dai banditi dopo il sequestro, si era anche raggiunta la certezza che le apparteneva. Il timore che la sequestrata avesse subito gravi lesioni ha angustiato i suoi familiari per quattro giorni. Ma ieri è arrivata una « prova » che Carla Ovazza, pur prigioniera, non è in pericolo di vita per I maltrattamenti subiti: ha scritto di suo pugno un messaggio ai familiari, li ha rassicurati e insieme ha chiesto di essere aiutata a tornare libera. Il messaggio non è giunto per posta, non è stato recapitato a mano. Gli inquirenti rifiutano di dire come sia arrivato, ma l'ipo¬ tesi più probabile è che i rapitori, telefonicamente, abbiano indicato un luogo in cui si sarebbe trovata una «cosa importante ». Come credere a quel messaggio? In casi del genere, lo stratagemma più semplice usato dai malviventi è quello di far scrivere poche frasi sul bordo di un quotidiano, accanto alla data che testimonia del giorno in cui la lettera, chiamiamola così, viene redatta. I familiari di Carla Ovazza, naturalmente, hanno controllato l'autenticità della scrittura. E non hanno avuto dubbi. Lo si desume da un comunicato dell'avvocato Massimo Ottolenghi, reso noto ieri pomeriggio: « La famiglia Barba Navaretti, con grande sollievo, e in grado di affermare che la signora Carla è viva ». L'avv. Ottolenghi ha quindi ribadito che « nessuna trattativa è stata ancora avviata » ma, ha aggiunto: » A scioglimento della precedente riserva, d'accordo con la famiglia stessa ho pregato l'avv. Vittorino Chlusano di volermi affiancare per un'opportuna divisione di responsabilità nella conduzione di questa dolorosissima vicenda ». Avvicinato dai cronisti, il legale ha dato qualche spiegazione: « Non chiedetemi di scendere nel particolari, posso soltanto dire che nel messaggio ai familiari Carla Ovazza dà notizie di sé, afferma di star bene. Chiede anche alla famiglia di essere alutata a uscire da questo incubo'. Ottolenghi, da ieri, è dunque affiancato dall'avv. Chiusone noto penalista torinese, che già era stato alla ribalta di una cronaca di sequestro con il caso Montelera. A quell'epoca Chiusano rappresentò la famiglia del rapito, coordinò le trattative con i canditi, giunse quasi alla conclusione dellavicenda. Dieci giorni prima che fosse pagato il riscatto, però, Luigi Rossi di Montelera fu trovato in una cascina di Treviglio da una pattuglia della Guardia di Finanza e il caso si sdrammatizzò Improvvisamente, quattro mesi esatti dopo il rapimento. I familiari di Carla Ovazza, nel frattempo, stanno pensando alla raccolta del denaro che servirà al riscatto. » Si è formato un gruppo di stretti parenti dell'ing. Barba Navareiti — dice Ottolenghi — che con uno spirito di solidarietà eccezionale vuole contribuire in maniera determinante e autonoma a una positiva conclusione del dramma che II ha colpiti ». Il legale non lo dice, ma si sa anche che il finanziere Jean Elkann, primo marito di Carla Ovazza e padre di Alain, ha dato la sua adesione, nei giorni scorsi, quando è giunto a Torino da Parigi. Ottolenghi aggiunge: ■ La cosa più Importante ora è che le trattative possano proseguire senza turbamenti, senza episodi marginali che mettano i bastoni tra le ruote ai familiari. I titoloni che annunciavano l'avvenuto pagamento del riscatto in Svizzera o l'acquisto di una partita di diamanti per il baratto con i banditi, sono ovviamente sconvolgenti e pericolosi per noi, sconcertanti per chi ha In mano Carla Ovazza ». II riferimento al tentativo giornalistico di presentare Giovanni Agnelli come controparte dei rapitori è chiaro. Lo stesso dott. Agnelli, in una sua dichiarazione personale, domenica scorsa lo aveva respinto come « vano e improprio » essendo egli stesso estraneo alla vicenda pur grave e dolorosa. Si potrebbe aggiungere — e questo è il parere degli inquirenti (del resto già pubblicato da altri giornali) — che un'azione dell'«anonima sequestri» contro una grossa potenza finanziaria o politica è da ritenere improbabilissima. Perché pagato il riscatto, una somma di pari entità o anche doppia potrebbe essere stanziata per la cattura dei banditi. I personaggi della malavita organizzata — anche di stampo mafioso — non hanno mai sottovalutato questo rischio e tutte le Implicazioni che avrebbe nelle stesse file della banda. * Nell'alloggio della famiglia Barba-Navaretti al primo piano di corso Duca degli Abruzzi 30 si respira in queste ultime ore un I senso di scllievo: Carla Ovazza | è viva, i suoi rapitori ne hanno dato la prova. » Non sappiamo \ certo dov è né con chi. Ma la sicurezza che non le sia capitato nulla, attenua un poco la tensione spaventosa di questi giorni ». Il marito e la sorella della donna rapita mercoledì parlano con voce pacata. Appena una vena di nuova serenità nel loro discorsi, appena il riaffiorare d'un leggero sorriso sui volti tesi dall'angoscia. Un momento di respiro nel dramma. Ma il dramma resta, assillante e vivo, scandito sul ritmo d'un telefono che squilla in continuazione nel silenzio della casa. E, ad ogni trillo, l'ing. BarbaNavaretti e la signora Franca Piperno si irrigidiscono per un attimo prima di correre all'apparecchio. Siamo nella sala: luci basse, il caldo colore di antichi mobili in noce, un grande tappeto blu che assorbe ogni rumore. • Dove sarà Carla? Che cosa avrà dovuto subire in questi giorni? Magari legata, magari con i cerotti sugli occhi ». Poi Franca tace un attimo e riprende: » Ma almeno sappiamo che è viva ». « Faremo di tutto — aggiunge l'ingegnere — siamo pronti a dissanguarci. Carla deve tornare. Questo è un problema nostro e solo nostro. Saremo soltanto noi a risolverlo. Si è parlato di cifre astronomiche chieste come riscatto, di miliardi: I rapitori devono sapere che noi non possiamo accettare un discorso simile. E non perché non vogliamo ma proprio perché non ne abbiamo I mezzi ». Dice ancora la signora Piperno, un guizzo nei begli occhi chiari: « Tutti sanno che sappiamo stare sulle nostre gambe, la storia della nostra famiglia, perseguitata e martoriata ma sempre salda, lo dimostra. Carla tornerà fra noi, grazie a noi. Siamo un clan di gente che si vuole bene ». E che si fa voler bene. Tra le centinaia di telefonate di questi giorni, molte sono state di solidarietà e di calda simpatia. • Ci hanno chiamato I Rossi di Montelera, la signora Bosco Blangino ha mandato un telegramma pieno d'affetto e di comprensione. Persone che hanno vissuto questo dramma in prima persona e, forse in parte, lo rivivono oggi per la nostra Carla ». E, ancora, messaggi di sconosciuti, parole come strette di mano. » Qualcuno — ricorda l'ing. Barba-Navaretti — piangeva all'apparecchio ». Si parla sull'onda di ricordi lontani e recenti: Carla e la sua dolcezza, Carla e la sua forza. ■ Una donna che dà soltanto gioia e serenità e affetto. Speriamo che non le facciano mancare nulla che le diano le medicine consigliate dal medico attraverso i giornali: oltre all'Ipogea, tre compresse al giorno di Bevitln o Betotal, 10-15 gocce tre volte al giorno di Coramina. E mai tranquillanti: nel caso solo Valium Roche, 2 milligrammi in dosi di 20-60 gocce al giorno frazionate ». Chiediamo: oltre alla prova che i la signora Ovazza è viva, vi sono snnspll stali altri contatti con I rapitori? « Nessuno certo. Tante telefonate senza senso, sfoghi di maniaci, tentativi di sciacalli. Dati sicuri, mai ». Davanti a noi. due persone da cinque giorni in balia di banditi che conducono con loro un gioco mostruoso fatto di sctsrm silenzi. Solo uno spiraglio di luce: un piccolo rettangolo di carta in cui Carla Ovazza scrive di star bene. Attorno a questo sta rinascendo la speranza d'una famiglia che vuole lottare da sola. Renato Rizzo Carla Ovazza alla festa dei diciotto anni del figlio Alain La sorella della rapita con la figlia e il cognato ingegner Guido Barba-Navaretti

Luoghi citati: Parigi, Svizzera, Torino, Treviglio