Giustizia impotente

Giustizia impotente Perché la delinquenza prevale Giustizia impotente Un'inchiesta di Magistratura democratica analizza, di fronte all'aumento della criminalità, le ragioni per cui la società soccombe - E' un problema di uomini e di mezzi: anche di volontà? Sette magistrati, con la collaborazione di uno studente in legge, hanno « fotografato » le condizioni In cui sopravvive la giustizia In Piemonte, che è come dire la giustizia In Italia. Mentre gli esperti, gli uomini politici e gli addetti al lavori discutono, scrivono saggi e organizzano dibattiti sulla crisi della giustizia — belle cose, ma che lasciano 11 tempo che trovano —, 1 sette (Glanglullo Ambrosino FUoreto Aragona, Alberto Bernardi, Angelo Converso, Maurizio Laudi, Romano Pettenatl e Paolo Prat; lo studente è Cesare Castellani) sono andati per archivi e hanno raccolto valanghe di dati. Alla fine della ricerca, ecco un « dossier », titolo: « Ordine pubblico e disordine giudiziario », dove le parole sono fatti, e le cifre non hanno bisogno di commenti. Una « gigantografia » di Torino e del Piemonte divisa In tre settori. Quello criminale, quello in toga e quello In divisa. Vediamoli In breve. CRIMINALITÀ' E ORDINE PUBBLICO. Una tabella comprende gli anni dal '53 al '74 e riguarda le denunce presentate alla Procura della Repubblica di Torino. Nell'esamlnarla, occorre tener presente che la popolazione. In questo periodo, è raddoppiata in città e talvolta triplicata o quadruplicata nella cintura. Ebbene, i risultati: omicidi e lesioni sono stazionari e seguono l'incremento della popolazione, come gli omicidi colposi, mentre furti, rapine e sequestri sono aumentati vertiginosamente (50 denunce di rapine nel '53, 756 nel '74; 4702 furti nel '53, 77.642 nel '74). Diminuiti i reati contro l'ordine pubblico (la punta massima è stata raggiunta nel 1971) e quelli previsti da leggi speciali (contrabbando — ormai in crisi —, reati fiscali, armi, prostituzione): 141 nel "53; 8480 nel '72; 5228 nel 1974. INEFFICIENZA DELL'APPARATO GIUDIZIARIO. « Su un totale di 183 posti di segretario di cancelleria, ne sono vacanti 179; dei 436 posti di coadiutore e dattilografo giudiziario solo 182 sono coperti, mentre mancano 82 magistrati a completare l'organico. In questa situazione, i magistrati sono costretti a fare materialmente buona parte delle cose che spetterebbero a segretari e dattilografi, quando addirittura non provvedono alla pulizia del proprio ufficio perché gli uscieri, a cui non compete questo servizio, si rifiutano di farlo ». In pretura gli uffici « sono insufficienti. Tre coppie di magistrati sono costretti a dividersi la stanza. In ogni ufficio c'è un apparecchio telefonico, ma solo quello del consigliere (11 capo, n.d.r.) è collegato con la teleselezione; non ci sono auto a disposizione. Le macchine da scrivere sono una per ufficio: dove ì giudici sono due, devono contendersela. Non arriva — almeno d'ufficio — la Gazzetta Ufficiale. Non vi è alcun piantone. La gente va e viene lìberamente ». In procura non si sta meglio: « Nessun sostituto può fare una telefonata interurbana, a meno che non si serva dell'apparecchio del capo. Non c'è un'auto per il sostituto di turno. Dopo le 17,30 il magistrato della Procura è ab bandonato a se stesso. L'ultimo usciere che se ne va lo chiude dentro, per cui dovrà provvedere ad aprire la porta a testimoni e imputati, rinunciare ad arrestare eventuali testi falsi, ricordarsi di spegnere tutte le luci quando esce e non dimenticare le chiavi dell'ufficio a casa ». Qualche cifra impressionante sul procedimenti penali non ancora conclusi nel distretto del Piemonte e Valle d'Aosta: Procure (17.312); Uffici Istruzione (5330); Sezione istruttoria (10); Tribunali (13.544); Tribunali del minori (3011); Corte d'Appello (3554); Corti d'Assise (176); Assise Appello (115); Preture (100 mila 800). In totale, sono In sospeso 143.852 processi. A Torino, nel solo Tribunale, i processi che aspettano una sentenza sono 5557. La situazione è « di rottura della legalità », si legge nel dossier. « I giudici delle quattro sezioni cercano di limitare in qualche modo l'aumento delle pendenze, fissando per ogni udienza un numero di processi nettamente superiore a quello che veniva di solito portato al dibattimento quando le sezioni erano 6 o 5 e le udienze 5 alla settimana (adesso funzionano solo 4 sezioni, 4 giorni alla settimana). Accade così che alcune udienze vadano avanti fino a sementre molte altre si concludono alle due o tre del pomeriggio. Il protrarsi del processi oltre le 14 è possibile solo grazie all'impegno e alla disponibilità del cancelliere di sezione che, al di là delle ore di straordinario, lavora gratuitamente. I risultati di queste udienze prolungate però sono assai modesti e qualche processo fatto in più non modifica certo sostanzialmente la situazione ». LA POLIZIA. L'organico cittadino è costituito da 1700 uomini, ma la forza reale — scrive Magistratura democratica — è ridotta a sole 1400 unità, di cui circa 300 uomini assenti ogni giorno per ragioni diverse. Quindi, 1100 persone. Di queste, però, solo una minima parte svolge servizio di polizia giudiziaria attiva, cioè è addetta alla prevenzione dei reati. Le sezioni « volanti » comprendono 7 auto, con un equipaggio di 210 uomini, più 18 del Centro operativo. La squadra mobile, 148 uomini. Il comando nucleo mobile (amministrazione del personale delle « volanti »), 8 guardie. Servizio custodia arrestati, 10 uomini. Crlminalpol (che svolge indagini in tutta la regione), 17 unità. Ufficio politico, 80 uomini. Polizia femminile; un'ispettrice e 9 assistenti. I commissariati sono 9 con 25 uomini ciascuno, più 1) primo distretto (ex commissariato Castello) che ha un organico di 93 unità: non svolgono però attività continuativa di p.g. In senso attivo, si limitano a ricevere denunce di reato. I funzionari sono 55; gli ufficiali svolgono soltanto mansioni di governo del personale e solo eccezionalmente sono Impiegati in servizi di ordine pubblico. In totale: 393 poliziotti, tra sottufficiali e guardie, più 8 funzionari, si occupano di polizia giudiziaria attiva, cioè 11 23,5 per cento di tutto l'organico (nel dossier non si parla di cacarabinleri e guardia di finanza, perché gli estensori non sono riusciti a reperirne 1 dati). C'è ancora da aggiungere il nucleo antiterroristico, composto da un vice-questore, un maresciallo, 7 sottufficiali, 5-6 guardie di p.s. Sono cifre che parlano da sé. Osservata questa sconfortante fotografia della giustizia che ci tocca da vicino, perché è quella di casa nostra, non stupisce che Magistratura Democratica concluda: « Al ministro di Grazia e Giustizia non interessa che la giustizia funzioni; anzi, interessa che funzioni così, cioè male. Che colpisca, rapidamente, i responsabili di alcuni reati, e lasci scappare gli altri ». i

Persone citate: Alberto Bernardi, Angelo Converso, Assise, Cesare Castellani, Maurizio Laudi, Ordine, Paolo Prat, Romano Pettenatl

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino, Valle D'aosta