I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono Perseguitato il provenzale? Ho seguito su La Slampa gli interventi sulla questione delle minoranze linguistiche in Italia. Confesso che è stato per me un argomento nuovo e mi pare che l'opinione pubblica farebbe bene a rendersi conto che l'Italia è formata, fortunatamente, non da uno solo, ma da tanti popoli. Ciò non rappresenta certamente una realtà negativa, ma un grosso vantaggio, poiché la vita della collettività ne risulta arricchita e dovrebbe essere un punto d'onore dello Stato difendere e valorizzare le culture e i popoli minoritari. Purtroppo devo constatare che questa premura non c'è in alto (e questo è, forse, comprensibile) , ma non c'è neanche in basso, voglio dire a livello di organi ed autorità amministrative locali. Mi riferisco a quanto succede in una valle della montagna di Cuneo, chiamata, secondo la tradizione storica, «Coumboscuro» (vuol dire valle oscura). Il nome è in lingua provenzale e lo si può leggere sui cartelli indicatori disposti lungo la valle. All'ingresso della borgata principale si leggeva fino all'altro giorno il nome pure in provenzale: « Sancto Lucio » (Santa Lucia) . Era una manifestazione, modesta ma significativa, di coscienza locale. Improvvisamente, nei giorni scorsi, il cartello è scomparso: mi è stato detto che il sindaco di Monterosso Grana (di cui Sancto Lucio è frazione) lo ha fatto rimuovere, senza alcuna spiegazione. La sorpresa è stata generale e la disapprovazione anche, tanto più che, attuando un suo programma, il sindaco vorrebbe la rimozione di altri cartelli in provenzale ed intanto se l'è presa con l'insegna di uno spaccio-rivendita, che nella lingua di Mistral suonava: « Oustalarié dis Alp » (Osteria delle Alpi). Il proprietario ha resistito, limitandosi a coprire la scritta con un foglio di carta, in attesa che la voglia iconoclasta si plachi. Clara Barbero, Cuneo Libro proibito Il ministro della Pubblica Istruzione ha proibito, leggo su La Stampa di domenica 23 novembre, l'uso dell'enciclopedia « Io e gli altri » nella scuola. Buon segno, ci sarebbe da dire, se disturba fino a quel punto vuol dire che vale, un motivo quindi per comperarla e leggerla. Ma su quale motivazione il mi- nistro ha basato il suo atto? Non certo sulla Costituzione e sui Decreti delegati che affermano la libertà d'insegnamento intesa « a promuovere attraverso un confronto aperto di posizioni culturali la piena formazione della personalità degli alunni ». L'enciclopedia « Io e gli altri » ha ottenuto aperti consensi da tutto il mondo pedagogico e culturale in genere, tranne, ovviamente, da parte fascista. E' una opera, a mio parere, di valore culturale prorompente, di rottura verso i vecchi schemi scolastici e i melensi e falsi libri che circolano, copiosi purtroppo, nella scuola italiana. Attilio Costantino, Torino Auto del Comune In merito alla domanda posta dalla lettrice Mariella Aimo-Boot di Torino, relativa alla strana attesa di una vettura del Comune stazionante davanti alla scuola di S. Vito, si precisa che la vettura in questione appartiene al Comune ed effettua il trasporto di due alunni motulesi che non è stato possibile, per motivi tecnici ed economici, inserire negli appositi trasporti effettuati dal Comune per bambini speciali, con autobus. Pertanto l'Amministrazione Comunale ha deciso per il caso specifico della scuola S. Vito, di espletare detto servizio, ritenuto indispensabile ai fini assistenziali, sociali ed educativi, con un mezzo proprio, dopo aver rinunciato, come giustamente ha fatto osservare l'attenta lettrice, all'assegnazione di autovetture per l'uso personale degli amministratori. Carlo Foppa Assessore ai Servizi Tecnologici Comune di Torino Politica culturale Ho letto con attenzione l'articolo sulla «Mostra Guggenheim» ed avrei qualche obiezione da fare sull'affermazione dell'Assessore sig. Balmas che dice « non è il genere di mostre che abbiamo intenzione di continuare a fare ». Ciò vuol significare che sino a quando avremo l'attuale amministrazione o per lo meno sino a quando il sig. Balmas sarà assessore alla cultura dovremo accontentarci di vedere i quadri che passa il convento (cioè quelli delle nostre gallerie). Tutti siamo d'accordo che bisogna cambiare politica culturale, però dovrebbe il signor assessore rendersi conto che non tutti possono per il momento salire su un acreo e recarsi a Parigi o Londra per vedere mostre importanti, come magari può fare Lui per cui signor assessore, nel limite delle possibilità del Comune, possiamo sperare di vedere qualche altro bel quadro oltre ai nostri? Augusto Boni - Torino Quest'anno santo Su La Stampa mai un accenno all'Anno Santo. E' davvero una pena. C'è stato un pellegrinaggio di 10.000 ciechi ed uno di 20.000 handicappati: nulla. Cronache ampie su tante tristi vicende; su un aspetto che è pure un fatto di cronaca, ma confortante per Roma e per l'Italia, nulla! Sabato 22 e domenica 23 c.m. vi è stato un pellegrinaggio di militari da tante nazioni, e in piazza S. Pietro un abbraccio fra militari di nazioni che furono fra loro in guerra; fatto tanto commovente e consolante. Ho preso Stampa sera di lunedì, ma nulla! Perdonate la libertà; ma vedete di cambiare sistema. Sac. dott. Guido Astori Cappellano 1° Alpini, Cremona