Condanne a Katz e Ponti per il film Rappresaglia

Condanne a Katz e Ponti per il film Rappresaglia "La pellicola ha diffamato Pio XII" Condanne a Katz e Ponti per il film Rappresaglia Concluso il processo - Un anno e 2 mesi allo scrittore, sette mesi al produttore e al regista Lo storico americano Robert Katz, secondo il tribunale, ha diffamato Pio XII, nel suo libro «Morte a Roma » attribuendogli la responsabilità di non essere intervenuto per impedire la strage alle Fosse Ardeatine nel mano 1944 ed i giudici lo hanno condannato a 1 anno e 2 mesi di reclusione oltre a ~nG mila lire di multa.- Con lui, il tribunale ha condannato anche, ma a 7 mesi di reclusione, il produttore cinematografico Carlo Ponti ed il regista Giorgio Cosmatos che hanno realizzato il film « Rappresaglia» tratto dal libro di Robert Katz. Il problema che il tribunale ha dovuto risolvere era impostato praticamente su un interrogativo: Pio XII venne informato che, dopo l'attentato compiuto dai partigiani in via Rasella nel primo pomeriggio del 23 marzo 1944, i nazisti avevano deciso di procedere ad una feroce rappresaglia fucilando (come poi fecero alle Fosse Ardeatine) 335 detenuti italiani? Lo storico americano Robert Katz a questo interrogativo ha dato una risposta nel suo libro «Morte a Roma » dal quale poi Cario Ponti come produttore e Giorgio Cosmatos come regista hanno ricavato il film Rappresaglia interpretato da Richard Burton nel ruolo di Kappler: il Pontefice fu avvertito subito o per lo meno avrebbe dovuto prevedere quello che, putroppo, avvenne e non assunse alcuna iniziativa per impedire la strage. Da questa sua affermazione, lo scrittore ha tratto motivo per criticare il com-portamento di Pio XII non soltanto come capo della Chiesa cattolica ma soprattutto come vescovo di Roma. Il processo originato dalla querela presentata da una nipote del papa, contessa Elena Rossignani, si è prolungato per quasi due anni. La donna ritenne diffamata la memoria del pontefice non tanto dalla critica dello storico quanto dalla sua affermazione perchè Pio XII non sapeva nulla delle intenzioni dei tedeschi. Il tribunale ha cercato di ricostruire quei terribili momenti e non è stata impresa semplice perchè runico che avrebbe potuto dire qualcosa di certo, il gesuita padre Pfeiffer (teneva i collegamenti fra Vaticano e il comando tedesco a Roma) è scomparso da tempo, morto in un incidente stradale. Si è cercata la verità attraverso i testimoni superstiti di quel periodo e tra gli altri attraverso l'ex colonnello delle SS, Herbert Kappler (fu lui ad organizzare la esecuzione della feroce rappresaglia ordinata direttamente da Hitler e per questo sta scontando da oltre 28 anni nel carcere di Gaeta la condanna all'ergastolo) e l'ex colonnello Eugenio Dollman, inviato speciale di Himmler a Roma. Il primo ha sempre sostenuto che ricevuto l'ordine da Berlino si preoccupò di eseguirlo rapidamente così come stabilivano le disposizioni: il secondo ha detto che la sera dell'attentato si limitò a parlare con padre Pfeiffer di eventuali rappresaglie tedesche, ma soltanto come una sua ipotesi perché in realtà ignorava quello che sarebbe poi avvenuto il pomeriggio successivo. Il pubblico ministero Giorgio Santacroce (figlio di un magistrato militare che, venticinque anni or sono, condannò Kappler all'ergastolo) ha ritenuto che la ricostruzione dello scrittore americano non è esatta e che, di conseguenza, le sue critiche al Pontefice sono diffamatorie perché partono da presupposti falsi (Pio XII, cioè, sapeva e non intervenne di pro¬ posito) per cui ha chiesto la condanna di Robert Katz a 1 anno e 4 mesi e quella di Carlo Ponti e Giorgio Cosmatos a 8 mesi. I difensori, avvocati Emanuele Golino e Silvio Galuzzo, hanno replicato che Katz si è limitato ad esercitare un suo diritto interpretando obiettivamente il fatto che il Pontefice, pur sapendo o prevedendo che i tedeschi avrebbero compiuto una strage per rappresaglia, non assunse alcuna iniziativa.

Luoghi citati: Berlino, Roma, Vaticano