Il voto sul sionismo divide i cristiani
Il voto sul sionismo divide i cristiani CONFERENZA A NAIROBI Il voto sul sionismo divide i cristiani Nairobi, 27 novembre. Una rappresentazione teatrale e tre discorsi sono stati i punti salienti delle prime giornate di lavoro della quinta assemblea del Consiglio mondiale delle chiese riunita da domenica scorsa a Nairobi all'ombra della torre poligonale del Centro Kenyatta. Muntu, cioè «uomo» in lingua bantu, è il titolo della rappresentazione teatrale attraverso la quale l'autore e attore africano Joe De Graft ha rivissuto la storia del suo continente tra le violenze del colonialismo e le ambiguità di una liberazione che non è ancora veramente tale. All'elevata tensione drammatica dei momenti di denuncia non ha corrisposto altrettanta felicità di espressione nella parte dedicata ai problemi attuali dell'Africa, segno di un popolo che cerca la propria identità in modo appassionato ma ancora confuso. Il dramma termina conun'invocazione alla pace. Ma il messaggio che esso rivolge a un'assemblea cristiana è meno generico: è un invito ad accompagnare con fraternità e comprensione un intero continente che cerca di rinascere dall'umiliazione e dalla miseria cui un servaggio imposto dall'esterno lo aveva ridotto. Il solito scalmanato che lancia quattro grida per farsi notare, la vivacità con cui un delegato egiziano disapprova la precipitazione del Consiglio mondiale nel prendere posizione contro l'equiparazione del sionismo al razzismo, sono le sole note di colore di queste prime giornate. Se si eccettuano i pittoreschi incidenti che accompagnano il pasto di mezzogiorno: una sorta di self-sorvicc all'aria aperta per duemila persone sotto un so'e equatoriale, attenuato dai 1800 metri di altitudine dì Nairobi. L'intervento del delegato egiziano sul sionismo motiva alcune dichiarazioni del segretario generale Philip Potter alla stampa: ne emerge il carattere molto sfumato della presa di posizione del Consiglio mondiale sulla votazione dell'Onu sul sionismo: equiparare sionismo e razzismo è prima di tutto un errore storico, ma l'esito della votazione esprime la legittima protesta per la situazione ingiusta in cui si trovano i palestinesi. I tre importanti discorsi di questi giorni iniziali dell'assemblea di Nairobi sono stati pronunciati dall'indiano M. M. Thomas, presidente del comitato centrale, dal nordamericano R. Mcafee Brown, teologo, e dal giamaicano Philip Potter, segretario generale. La relazione del pastore Potter ricorda il carattere globale dei pericoli che minacciano l'umanità, dall'indiscriminata produzione e vendita di armamenti alla distruzione dell'ambiente, dal crescente divario tra ricchi e poveri al razzismo. «Molti, dice Philip Potter, criticano l'impegno del Consiglio mondiale delle chiese su questi problemi, come se esso distogliesse il movimento ecumenico dal lavorare per l'unità della chiesa e per l'autentica confessione della fede in Cristo. Ma quando parliamo di conflitti, di minacce alla sopravvivenza, di razzismo e di violazioni )dei diritti umani, parliamo del peccato umano nei suoi molteplici aspetti. E tale è appunto il tema centrale della nostra fede biblica ». Gli altri due oratori di queste prime giornate hanno parlato apertamente di « lotta ». Il teologo nordamericano Mcafee Brown ha invitato le chiese a « lottare insieme per ì minimi», il .presidente del comitato centrale ha affermato la necessità di una « spiritualità della lotta » mediante la quale i cristiani possano far sì che le lore lotte per la giustizia diventino parte integrante della loro adorazione. Ieri l'assemblea ha affrontato i problemi finanziari. Inflazione e variazioni nel tasso dei cambi vanificano gli aumenti pure considerevoli nei doni delle chiese al Consiglio mondiale; doni, ha sottolineato Potter, che continuano a venire anche da quelle chiese che criticano il Consiglio mondiale. La giornata d'oggi era dedicata al tema dell'unità: sullo sfondo di testimonianze dall'Irlanda e dal Sudafrica sulle divisioni che spaccano la cristianità di quei Paesi, il padre Argenti, ortodosso, ha rivolto all'assemblea un appassionato intervento teologico che propone la « conciliarità », come unica forma di autentica unità della chiesa. Aldo Comba Presidente della federazione tra le Chiese evangeliche in Italia
Persone citate: Aldo Comba, Brown, Joe De Graft, Kenyatta, Philip Potter, Potter
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