Incognite per l'Italia

Incognite per l'Italia Incognite per l'Italia L'accordo firmato ieri a Parigi è l'ultimo atto d'una grande avventura, o se vogliamo la parola « fine » apposta ad una grande ambizione che risale ai tempi di De Gaullc, allorché la Francia intendeva sganciarsi dagli Stati Uniti nel duplice campo della energia nucleare e dell'informatica. Per l'energia nucleare si dette vita ad un progetto, poi abbandonato nel '69, di « filiera francese » (la cosiddetta gas-grafite) e per l'informatica si parlò e si sperò in un « pian calcili » che avrebbe dovuto piegare la concorrenza, almeno in Europa, della Ibm. Il che era un sogno, e non si realizzò. Anche la successiva esperienza d'un accordo fra la Compagnie Internationale de l'Informatique (C due I, come dicono i francesi) la Siemens e la Philips per dar vita ad un gruppo Unidata con conseguente egemonia europea non mantenne le promesse e si tornò allo « status quo ante ». Ora Parigi ha deciso di fare il grande salto ed ha perfezionato l'accordo, già annunciato nelle grandi linee nel maggio scorso, in base al quale si dà vita ad un consorzio tra la Cii (e dietro ad essa lo Stato francese) e la Honeywell-Bull (a sua volta francoamericana e numero due fra i colossi mondiali del ramo) con lo scopo dichiarato di giungere alla creazione d'una impresa in grado di prendere la leadership europea del settore. Nel consorzio la Francia sarà presente — e lo Stato francese ha già promesso un concreto appoggio — ma è lecito prevedere che il potere decisionale in questa materia tecnologica resterà prevalentemente al di là dell'oceano. L'Humanité scrisse brutalmente: « // nostro potenziale informatico, elemento decisivo dell'indipendenza nazionale, è integrato in un vasto complesso multinazionale dominato dal gigante americano Honeywell ». Questo forse resta vero anche se, nel nuovo organismo, la parte americana è ufficialmente minoritaria. 11 nuovo accordo potrebbe anche avere importanti ripercussioni (forse più negative che positive) per l'Italia. Il nostro Paese non ha un'industria autonoma di grandi elaboratori elettronici, anche se ci troviamo ai primi posti nel mondo per quanto riguarda microcomputers e componenti. Si calcola che esistano oggi da noi 5800 elaboratori elettronici, medi e grandi, e di questi appena un migliaio sono costruiti a Caluso (e vengono anche esportati) dalla Honeywell Italiana, filiale del colosso ora consorziatosi con la Cii. Si teme ora il profilarsi d'un ingigantimcnto della parte francese, nell'insieme, e d'un ridimensionamento della parte italiana. La Honeywell Information System Italia ha capitali interamente americani ma lavora in Italia con tecnici e operai italiani (1800 persone dei quali 400 laureati e diplomati altamente specializzati) con centro di ricerca a Pregnana — unico centro italiano dove si progettano calcolatori elettronici — e laboratori di produzione u Caluso (76 miliardi di fatturato l'anno scorso, capacità media annua di 400-500 grandi elaboratori). E' stato ufficialmente annunciato che nulla cambicrà per quanto riguarda la « fetta » di mercato e le serie di produzione assegnate all'Italia nel nuovo consorzio. Ma se il futuro vicino resta confortante, quello lontano potrebbe essere più oscuro. Come scrisse Le Monde, allorché l'accordo venne reso noto: « I Paesi privi di industrie di calcolatori, un giorno, non avranno che industrie di montaggio o di forniture ». Ripetiamo quindi una domanda che pose a suo tempo Giorgio La Malfa: « A che punto è il piano per l'industria elettronica e l'informatica che l'Istituto di Studi per la Programmazione economica aveva in corso di preparazione? ». Umberto Oddone

Persone citate: Giorgio La Malfa, Umberto Oddone