La morte di Nicola Lisi

La morte di Nicola Lisi LO SCRITTORE AVEVA 82 ANNI La morte di Nicola Lisi Firenze, 24 novembre. E' morto a Firenze, nella sua casa di Borgo degli Albizi, Nicola Lisi. Aveva 82 anni. E' stato colpito da infarto poco dopo la prima colazione. Al momento della morte era con lui la moglie Margherita Bini. Nicola Lisi era nato a Scarperia, presso Firenze, l'il aprile del 1893, e il natio Mugello — come osserva Contini nella sua Storia letteraria del Novecento — è sempre stato il tacito teatro delle sue affabulazioni. L'ultima sua testimonianza letteraria — una sorta di diario religioso e di testamento spirituale — la fornì nel 1973 con Parlata dalla finestra di casa, un romanzo che, pubblicato da Vallecchi, ottenne il « Premio Napoli» nel 1974. Partecipe del gruppo cattolico fiorentino, con Carlo Betocchi e Piero Bargellini, Lisi fondò e diresse prima il Calendario dei pensieri e delle pratiche solari, poi II fron¬ tespizio. Anche se ha cominciato come scrittore teatrale e favolista aggiornato, le sue più vive qualità appaiono nei racconti dell'Arca dei semplici (1938) e di Concerto domenicale (1941): i «Semplici» — ha osservato Contini — sono parenti dei « Buffi » di Aldo Palazzeschi; ma sono « buffi » di campagna dal candore un po' nevrotico, presi in vicende dolcemente stravaganti che sfociano nell'assurdo e perciò avvicinano l'autore anche ai più giovani esistenzialisti toscani. Tra questi « semplici » va pure annoverato il titolare in prima persona del Diario di un parroco di campagna (1942), pronto a ravvisare, con buona fede e cuore puro, apparizioni e segni angelici e divini nella sua rurale e frugale vicenda giornaliera: è, a livello meno ironico che non paia — scrive ancora Contini —, una interpretazione magica del cristianesimo paesano. A tale « semplicità » del¬ l'animo dello scrittore corrisponde un'estrema semplificazione sintattica e ritmica del discorso, che fa di Lisi un vero « primitivo » e rammenta come ai primitivi toscani si ispirasse una ventina d'anni prima, in maniera più aspra e torbida, Federico Tozzi, altro narratore cattolico toscano. Nelle pagine di Lisi, difatti, si rintraccia, sensibile, il ricordo ritmico del Tozzi, usato comunque con maggior sommessione e arricchito di accenti vernacolari. I « semplici » di Nicola Lisi, sul piano tematico, trovano di conseguenza molte affinità con personaggi, oltre che dei Fioretti, anche della antica novellistica toscana. Oltre a Gianfranco Contini, dell'opera letteraria di Lisi si sono occupati Francesco Casnati, Oreste Macrì, Vasco Pratolini, Giuseppe De Robertis, Pietro Pancrazi, Emilio Cecchi e molti altri ancora. (Ansa)

Luoghi citati: Firenze, Napoli, Scarperia