Lisbona: caos nell'esercito Un "rimpasto,, nel governo

Lisbona: caos nell'esercito Un "rimpasto,, nel governo Carvalho resta comandante del Copcon Lisbona: caos nell'esercito Un "rimpasto,, nel governo (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 22 novembre. L'ennesimo tentativo di ristabilire l'ordine nelle strutture militari portoghesi è fallito per una nuova contestazione politica. La disobbedienza gerarchica è ormai totale. Nessuno, o quasi, bada più al regolamento che parla di addestramento, manovre, esercizi ginnici. Ufficiali e soldati trascorrono il tempo in interminabili riunioni stilando mozioni, documenti, prese di posizione. L'ultimo di una serie di colpi di scena è giunto puntualmente all'alba, un'altra caratteristica di questa rivoluzione insonne. Il proclama del Consiglio rivoluzionario che stabiliva la nomina del capitano Vasco Lourenco, esponente della corrente «moderata», al comando della regione di Lisbona al posto del generale progressista Otelo de Carvalho, è stato sconfessato dai comandanti di stanza nella capitale. Gli ufficiali, radunati nella fortezza di Alto Dod Duque, hanno respinto a maggioranza la designazione di Lourenco ritenendola inaccettabile: «Non ubbidiremo a un superiore nei cui confronti siamo in disaccordo sul piano ideologicon. Si ricomincia, insomma, da capo. Un giornale del Nord, O Comercio do Porto, commenta: «Per i comandanti non si tratta più di impartire disposizioni ma di farsi rispettare». Gli esempi di insubordinazione si ripetono a getto continuo. Mille paracadutisti della base di Tancos, inviati in congedo illimitato dal capo dell'aviazione, Morais e Silva, hanno stabilito di asserragliarsi in caserma. Non usciranno finché il provvedimento non verrà revocato. Da due giorni, i superiori hanno tagliato i viveri e stamane hanno anche interrotto le comunicazioni telefoniche con l'esterno. Il reggimento «rosso» di artiglieria leggera, acquartierato nei dintorni della capitale, il leggendario «Ralis» del colonnello Leal de Almeida, è andato oltre. Centosettanta reclute hanno prestato giuramento con una cerimonia inedita, salutando con il pugno chiuso il capo di stato maggiore dell'esercito, Carlos Fabiao, e scandendo in coro: «Saremo sempre fedeli a fianco del popolo, degli operai, dei contadini». A Lisbona, numerosi comandi hanno autoproclamato lo stato di «vigilanza rivoluzionaria», al quale hanno aderito i Suv (.soldados unidos vinceremos). Per contro, i commandos di Amadora del maggiore Jaime Neves ribadiscono il fermo appoggio al governo De Azevedo, imitati da centinaia di reparti del Nord. Carvalho ha dunque rivinto il round perso ieri. Mantiene il controllo del Copcon, il comando della piazza di Lisbona è ancora suo, un doppio successo che l'ha indotto a rilanciare il progetto di affiancare le truppe di pronto intervento con nuclei armati proletari, servendosi cioè dell'appoggio dei comitati di base creati dai comunisti per contrastare l'ondata di terrorismo che, a loro avviso, la reazione borghese è pronta a scatenare per restaurare la dittatura fascista. A questo riguardo, i giornali pubblicano con grande rilievo la notizia del ritrovamento di una carica di esplosivo, due chili di gelatina, a ridosso del portone centrale del palazzo presidenziale di Belem. In campo politico, i partiti affilano le armi in vista delle consultazioni per il rimpasto governativo che l'ammiraglio De Azevedo dovrebbe iniziare dopodomani. Nel frattempo, il governo, «a braccia incrociate», non ha ancora revocato lo sciopero proclamato quattro giorni fa, acuendo un vuoto di potere che diventa sempre più preoccupante. Il leader comunista Alvaro Cunhai, troncato a metà un viaggio nei Paesi dell'Est europeo, ha tenuto una conferenza stampa subito dopo il rientro per ribadire la ferma opposizione del pc a coabitare in un ministero di cui faccia parte il ppd socialdemocratico, definito «espressione del revanscismo imperialista». Cunhal chiede un governo di estrema sinistra, il solo in grado di battere «la controrivoluzione che bussa alle porte». Dalla direzione socialista è emerso un lungo comunicato di censura nei confronti di Costa Gomes. Al Presidente, il partito di Mario Soares rimprovera l'indecisione politica, la mancanza di autocritica, le poche parole spese in difesa di Azevedo, l'essersi lasciato strumentalizzare dalla massa filocomunista. Oggi i socialisti hanno indetto una decina di comizi a Coimbra, Oporto, Santarem, i tre centri dove godono di un forte appoggio popolare. Domani parleranno a Lisbona, nel corso di una manifestazione che i comunisti hanno immediatamente chiamato «provocatoria» minacciando «adeguate rappresaglie». Piero De Garzarolli

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