Il deputato missino Saccusi processato per "Ordine nuovo,,

Il deputato missino Saccusi processato per "Ordine nuovo,, L'ex para è comparso davanti ai giudici Il deputato missino Saccusi processato per "Ordine nuovo,, L'accusa è di tentata ricostituzione del partito fascista - Il parlamentare respinge l'addebito - La causa rinviata al 13 dicembre Roma. 22 novembre. Sandro Saccucci, 32 anni, ex para, attualmente deputato missino, è comparso questa mattina dinanzi ai giudici della prima sezione penale. Il parlamentare è accusato di aver violato, attraverso il movimento di estrema destra «Ordine nuovo», la legge n. 645 del '52 conosciuta come legge Sceiba, per tentata ricostituzione del partito fascista. Saccucci, ritenuto tra i maggiori responsabili del tentativo di colpo di Stato del dicembre '70, rimase in carcere per alcuni mesi nel '71. Rimesso in libertà, venne coinvolto nell'istruttoria condotta dal sostituto procuratore Vittorio Occorsio su «Ordine nuovo». Saccucci faceva parte del gruppo di 42 imputati rinviati a giudizio per lo stesso reato e processati dalla prima sezione il 21 novembre del '73. Il tribunale condannò una trentina di aderenti al movimento e «Ordine nuovo» fu sciolto, pochi giorni dopo, con un decreto dell'allora ministro dell'Interno Taviani. Nel frattempo, però, Saccuc¬ ci, era stato eletto deputato nelle liste missine alle elezioni del maggio '72 e la sua posizione dovette essere stralciata. Questa mattina, ottenuta dal Parlamento l'autorizzazione a procedere, il processo è stato finalmente avviato. L'inizio del dibattimento è stato semplicemente formale. L'avvocato difensore di Saccucci, Clemente Manco, ha ottenuto il rinvio al 13 dicembre prossimo per consentire l'acquisizione di alcuni atti. In apertura d'udienza il presidente del tribunale ha letto all'imputato i capi d'imputazione. Invitato a difendersi, Saccucci si è limitato a confermare il contenuto dei tre interrogatori resi dal '71 ad oggi al dottor Occorsio. Il parlamentare missino, pur ammettendo di aver partecipato ad una riunione del «Centro studi Ordine nuovo», nel dicembre del '69, dichiarò di aver sempre sostenuto in quella sede la necessità di fondare non un gruppo, ma un partito che partecipasse alle elezioni. Aveva inoltre detto di essere venuto a cono- scenza delle informazioni su «Ordine nuovo» dalla lettura del quotidiano extraparlamentare di sinistra Lotta continua, dal libro «Strage di Stato» e dal settimanale l'Espresso. In seguito sostenne di essersi occupato dei gruppi di destra solo su richiesta di un esponente della massoneria, ma poi smentì questa affermazione. Saccucci, infine, ha ripetuto quanto detto al magistrato durante l'ultimo interrogatorio reso il 22 aprile di quest'anno. Prima del maggio '72, quando fu eletto deputato missino, l'ex para non avrebbe fatto parte di altri partiti o altre organizzazioni politiche ad eccezione dell'«Associazione nazionale paracadutisti d'Italia» della cui sezione romana era segretario. Per «Ordine nuovo», cinque appartenenti al movimento sotto accusa, insieme ad altre 114 persone rinviate a giudizio nel terzo processo a carico del gruppo, per «ricostituzione del partito fascista» sono stati colpiti da un nuovo mandato di cattura. I provvedimenti sono stati firmati dal presidente del tribunale, Saverio Coniglio. Sono: Umberto Zamboni, di Verona, Carmelo Cortese, di Messina, Graziano Gubbini, di Perugia, Umberto Balestreri, di Aspro (Palermo), e Massimo Batani di Arezzo. Quest'ultimo è- nelle carceri di Bologna; gli altri quattro sono ricercati. Tutti e cinque erano stati rimessi in libertà, nell'estate scorsa, dai giudici della terza sezione penale quando fu sospeso il processo a carico dei 119 «ordìnovisti» di cui facevano parte. La decisione, presa dal presidente del tribunale, Giuseppe Volpari, fu immediatamente impugnata dal pubblico ministero, Vittorio Occorsio. La Cassazione, chiamata a decidere, ha ordinato la ripresa del dibattimento che si inizierà, probabilmente, all'inizio dei prossimo anno. s. m.

Luoghi citati: Arezzo, Bologna, Italia, Messina, Palermo, Perugia, Roma, Verona