Lisbona: siluro per De Carvalho

Lisbona: siluro per De Carvalho Il consiglio della rivoluzione appoggia Azevedo Lisbona: siluro per De Carvalho L'esponente dei militari di sinistra rimosso dal comando della regione-chiave della capitale portoghese - Intanto sembra si prepari un rimpasto del governo "in sciopero" da tre giorni (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 21 novembre. Il governo che si rifiuta di governare, il capo dello Stato | che esita ad imporre la propria autorità, l'esercito profondamente diviso da contrasti politici, i partiti — ed è l'unico punto sul quale si troVano d'accordo — che reclamano a gran voce la soluzione immediata della crisi: è il quadro caotico dell'ennesima crisi portoghese dopo la decisione del primo ministro José Pinheiro De Azevedo di proclamare lo «sciopero» dell'esecutivo. Il suo è stato un gesto senzu precedenti, visto da alcuni come un atto di debolezza, da altri come una sottile e machiavellica prova di forza i cui effetti dovrebbero manifestarsi nel giro di poche ore. All'alba di stamane, dopo una seduta-fiume di sette ore, il consiglio della rivoluzione, riunito al castello di S. Juliao da Barre, sulla costa atlantica, ha preso alcune decisioni. Otelo Saraiva de Carvalho, il generale progressista schieratosi con gli ufficiali più vicini ideologicamente al partito comunista, ha perduto ta carica di comandante della regione militare di Lisbona, una delle quattro del Portogallo. Al suo posto è stato designato il capitano Vasco Lourenco, promosso sul Campo generale di brigata. Lourenco è l'uomo di punta dei moderati filosocialisti del ministro degli Esteri Melo Antunes, uno dei firmatari del famoso «documento dei nove» che sollecitava la rimozione dai centri decisionali degli esponenti più estremisti delle forze armate. La sua designazione, approvata a maggioranza dai diciannove membri del consiglio, è dunque una vittoria dell'ala moderata. Non più tardi di ieri sera Carvalho sembrava avesse partita vinta. La scorsa settimana aveva ordinato alle sue truppe di non intervenire per trarre d'impaccio il primo ministro rimasto asserragliato nella sua residenza di Sao Bento per 36 ore, prigioniero di una folla di dimostranti che contava di farlo cadere chiedendo forti aumenti salariali per gli edili. Azevedo era stato costretto a cedere, concedendo un aumento del 47 per cento, ma non aveva perdonato all'avversario lo smacco subito. Carvalho ha conservato la direzione del Copcon, il comando operativo continentaiJ, ma ha perso il controllo della piazza militare della capitale; gli è stato ordinato di sciogliere subito il gruppo militare di pronto intervento creato poche settimane fa su richiesta di gruppi progressisti delle tre forze armate. Fatto ancora più significatii tro, il Consiglio rivoluzionario \ i si è astenuto dal boicottare | Azevedo, pur criticando il \ vuoto di potere formatosi con lo sciopero governativo. Al primo ministro vengono riconosciute obiettivamente «le gravi difficoltà in cui è costretto ad operare», invitandolo tuttavia a tornare sulle decisioni con l'avvio di negoziati con i tre partiti che compongono la compagine ministeriale, i socialisti di Mario Soares, i socialdemocratici di Ca Carneiro, i comunisti di Alvaro Cunhal, «per stabilire una piattaforma equilibrata in grado di rispondere alle giuste preoccupazioni della classe lavoratrice». Azevedo non ha ancora risposto all'appello, ma dalla direzione socialista, in rua Serpa, si è appreso che i primi contatti per aprire le consultazioni con i partiti in vista di un rimpasto sono previsti già per domani. Difficile avanzare previsioni sull'atteggiamento del premier. E' probabile che si limiterà a rimpiazzare qualche ministro, mantenendo inalterato il criterio di rappresentatività della coalizione sulla base dei risultati conseguiti dai tre schieramenti nelle elezioni di aprile per l'Assemblea costituente che videro il ps in testa con il 37 per cento dei voti, seguito dai socialdemocratici (27 per cento) e dal pc (12 per cento). Intanto è fallita la manifestazione indetta dai comunisti per forzare la mano al presidente Costa Gomes e indurlo a liquidare il primo ministro. I aruppi di simpatizzanti di estrema sinistra, che ieri sera avevano assediato palazzo Belem giurando di non lasciare il posto finché Azevedo non se ne fosse andato, hanno resistito solo per una notte. Piero De Garzarolli

Luoghi citati: Lisbona, Portogallo