Pei-Forze Armate Quali rapporti? di Liliana Madeo

Pei-Forze Armate Quali rapporti? Un seminario a Roma Pei-Forze Armate Quali rapporti? Proposte per riformare il ministero della Difesa e dare ai militari educazione più democratica - Nessuna autonomia politica Roma, 21 novembre. La posizione del partito comunista italiano sulla questione militare è stata precisata oggi in un seminario promosso dal «Centro per la riforma dello Stato». I lavori si sono iniziati con un'introduzione dell'onorevole Boldrini, vicepresidente della Camera, e le relazioni ufficiali presentate dagli onorevoli Malagugini e D'Alessio. Al tavolo della presidenza sedevano anche il senatore Terracini e Ingrao. Il pubblico era formato da parlamentari di altri partiti, rappresentanti dei movimenti giovanili, delle Acli, delle Forze armate. Numerosi gli interventi al dibattito. Fra gli altri, hanno preso la parola l'onorevole Bandiera (pri), il senatore Gara velli (psdi) presidente della Commissione difesa del Senato, l'onorevole Guadalupi (psi) presidente della Commissione difesa della Camera, l'onorevole Anderlini della sinistra indipendente, l'onorevole Balzamo del psi, Ruggero Orfei delle Acli, il generale Pasti, il colonnello Simoni, il comandante Accame. Tutti hanno sottolineato la necessità e l'urgenza di una riforma democratica delle Forze armate, tale da accogliere le istanze di rinnovamento e di partecipazione democratica maturate nel Paese. La questione militare — ha detto l'onorevole Boldrini — «è un nodo che tutte le forze politiche che si riconoscono nel dettato costituzionale devono affrontare e sciogliere». I rinvìi hanno «creato distorsioni, contraddizioni, gravi guasti», legittimando «l'esistenza delle Forze armate quale corpo separato dello Stato». Oggi paghiamo il prezzo di una politica che, in tutti questi anni, è stata tesa «a saldare i vertici delle Forze armate con il potere esecutivo — e soprattutto con alcuni partiti, quali la de — sulla base di un orientamento generale di subordinazione politica e militare dell'Italia agli Stati Uniti e alla Nato in cambio di una gestione politico-militare senza alcun controllo parlamentare, democratico e popolare». Il pei — è stato affermato — considera le Forze armate non come un corpo separato dello Stato, ma gli riconosce un carattere atipico, derivante dalle sue funzioni e dalla sua struttura. Esse sono espressione dell'unità nazionale. Pertanto, nessuna autonomia politica può essere loro consentita Le proposte concrete sono state: riforma del Consiglio superiore della Difesa e del ministero della Difesa; rapporti fra Forze armate e il complesso delle articolazioni democratiche (Regioni, Comuni, istituzioni sindacali e culturali); nuovo regolamento di disciplina 'sulla bozza Forlani il giudizio è stato fortemente critico), che faccia «cadere ogni discriminazione, renda più incisiva l'educazio ne democratica dei militari adegui la formula del giuramento alla Costituzione»; istituzione di commissioni di disciplina; efficienza e produttività delle Forze armate; piena garanzia dei diritti politici e civili del cittadino militare. Per la giustizia militare, l'onorevole Malagugini ha suggerito: una rigorosa definizione dell'applicabilità della giurisdizione militare (cui dovrebbero essere sottoposti solo i militari effettivamente alle armi, e limitatamente per i reati militari), revisione delle sanzioni eliminando ogni trattamento di favore per i superiori gerarchici, abolizione delle norme che impediscono la partecipazione democratica alla vita militare, istituzione del grado d'appello e conseguente soppressione del tribunale supremo militare devolvendone la competenza ad una speciale sezione della Cassazione, istituzione del ruolo dei magistrati militari di carriera, allineamento delle norme processuali militari a quelle del redigendo nuovo codice di procedura penale. Liliana Madeo

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