Carmen e gran pubblico di Mirella Appiotti

Carmen e gran pubblico L'opera ha aperto la stagione del Regio Carmen e gran pubblico Lo spettacolo è andato in scena dopo una serie di contrattempi nei giorni delle prove Parla la protagonista, la jugoslava Ruza Baldani, più di cento volte "Carmen" II mondo della lirica è più che mai in fermento, giovedì l'Opera di Roma non ha potuto essere inaugurata, gli scioperi con cui i dipendenti degli enti reclamano nuovi contratti e una generale, tardiva, riforma, ostacolano la preparazione degli spettacoli. Ma Torino è riuscita a farcela. Ieri sera Carmen, l'opera « divinamente maleducata » di Bizet ha aperto puntuale, diretta da Peter Maag nell'edizione originale in francese, la stagione del Regio. Una platea gremita, con qualche effetto spettacolare, l'aria tradizionale delle prime importanti, tutti davvero « vestiti » il che suscita sempre un po' di stupore. I pensieri quotidiani sono ormai così diversi, poi l'occhio si è appoggiato sui colori leggeri, gli chemisier lunghi, le cravatte a flocco delle belle donne con le nuche strette e le mantelle larghe, di pelliccia: unica nota poco austera per una festa contenuta, di stampo subalpino cui ha partecipato anche il ministro dello Spettacolo Sarti. Nel foyer si consumava intanto, il rito consueto dei postulanti cui viene rifiutata la poltrona, tutto esaurito. Di Carmen sono previste quattordici repliche, quattro in più rispetto agli anni passati, e probabilmente ancora non basteranno. Gli spettatori che premono e non accettano di essere esclusi sono la vera riserva di forze per la gente di questo teatro (e di altri in Italia) che, pur abituata a cavarsela in situazioni spesso difficili, ha vissuto una vigilia da trincea. Ruza Baldani, la protagonista, è arrivata esausta alla «generale» per un lavoro fatto molto spesso di notte; Peter Maag, magari soddisfatto del risultato finale, ha perduto per le agitazioni sindacali cinque prove d'orchestra e d'insieme, due sole delle quali recuperate al volo e «già non disponevamo di gran tempo»; per tutti, orari da infarto anche perché, neppure quest'anno, ci si è accontentati di preparare un semplice cartellone. Il capolavoro di Bizet con un cast internazionale (accanto alla Baldani ci sono nelle parti principali Gilbert Py che interpreta Don José e Jeannette Pilou per Micaela) è stato «introdotto», nelle scorse settimane, da cinque audizioni discografiche seguite, poche ore prima del debutto, dall'incontro vivace e torrentizio, con Roland Mancini, grande esperto e uomo di passioni accese che, per il fortunato pubblico del Piccolo Regio, ha dato vita, sbagliando allegramente tutti gli accenti del suo splendido discorso in italiano, ad un happening degno della grande zingara di Bizet. Cento anni fa, all'Opèra-Comique parigina, Carmen fece un mezzo fiasco e scandalizzò il pubblico piccolo-borghese che «in quel teatro andava per propiziare gli incontri e le caste, o ipocrite, nozze dei propri figli», quindi non poteva accettare di vedere in scena gli straccioni di Merimée o di Zola, né pubblicamente appassionarsi alla storia di una ragazzaccia che alla fine si fa ammazzare davanti a tutti. Una Carmen resa grande dalla «perfida e raffinata» musica di un compositore che rivoluzionò l'opera lirica dell'800 non soltanto francese e che oggi rischia di apparire una donna modernissima. «Benché molto lontana dall'essere femminista — punge, divertendosi, Maag —. Quando è innamorata, Carmen vuole essere schiava». Ruza Baldani concorda sull'attualità del suo personaggio «una donna molto naturale che vuole la libertà come la vogliono le giovani donne adesso». Bella e quieta signora di 33 anni, madre dì due ragazzini, sposata a un professore di elettrotecnica dell'Università di Zagabria, l'artista jugoslava ha tutta la sua robusta carriera segnata e accompagnata da Carmen. Primo debutto in patria, dieci anni fa. Arrivata poco più che ventenne al Metropolitan con un contratto di Rudolf Bing che dura tuttora, è sfata Carmen per la scena e per la radio-tv. In mezzo, incontri wagneriani con Karajan «bellissimo perché tra lui e i cantanti c'è sempre un filo rosso» e, due anni fa alla Scala, la parte di Fricka nella Walkiria secondo Ronconi. «Carmen, comunque mi interessa sempre. Tra i cinquanta titoli in repertorio, molti russi, Wagner, Verdi, l'opera di Bizet ha uno dei posti principali, l'ho recitata oltre cento sere; l'ultima edizione è del Covent Garden, tra ottobre e novembre, diretta da Lopez-Cobes, un allievo di Maag. Con il tempo, maturando, ho cambiato molto il mio atteggiamento verso questo personaggio. Carmen è molte cose. In principio pensavo fosse soltanto sesso. Ma non è vero. E' sincera, onesta e forte. Sa sempre quello che pensa, sa che pagherà, ma va avanti e la morte è costantemente davanti ai suoi occhi». L'allestimento è quello dell'Opera di Parigi, creato 20 anni fa da Lilla De Nobili. «Goyesco — spiega Aldo Masella che ha firmato la regìa al po- sto di Faggionì. Un aggettivo ripetuto da Peter Maag mentre sottolinea «la fortuna che il teatro torinese ha avuto nel trovar libero, all'ultimo momento, questo esperto di grandissimo garbo con cui ho già lavorato in Aida all'Arena, intendendoci benissimo. Senza di lui temo non saremmo andati in scena». L'acquisto delle vecchie scene, è stato deciso anche per la cronica povertà del nostro come di tutti i teatri lirici italiani. Masella che conosce il mondo spagnolo essendo vissuto abbastanza a lungo «tra il loro entusiasmo e la loro tristezza» dice di aver eliminato dalla sua Carmen, «tutti i tradizionali eccessi, niente aria strapaesana, via le ovazioni entusiastiche. Nel secondo atto, nella taverna, i toni sono contenuti. Uno spet¬ tacolo complesso per il quale abbiamo lavorato tra mille difficoltà, sospensioni, scioperi e con il materiale scenico ci si è dovuti aggiustare, non sono mancati i compromessi. Potendo, io avrei invitato Guttuso a fare questa Carmen. Utopie. I registi d'opera oggi devono imparare ad essere bravi spendendo poco e facendo in fretta». Mirella Appiotti Belle signore alla prima del Regio: eleganza e parsimoniosa mondanità

Luoghi citati: Italia, Lilla De Nobili, Parigi, Roma, Torino, Walkiria