"Un tribunale borghese non mi può giudicare,,

"Un tribunale borghese non mi può giudicare,, Si considera "prigioniero di guerra "Un tribunale borghese non mi può giudicare,, Con queste parole Umberto Farioli ha rifiutato di rispondere alle domande del giudice sul ferimento del dirigente della Singer di Leinì « Posso dichiarare soltanto questo: sono ub prigioniero di guerra in quanto mi pongo antagonista a questo tipo di società con un modello di società alternativa conforme alla classe operata che comunque rappresento anche personalmente in veste di lavoratore e pertanto chiedo di essere giudicato soltanto dalla classe operala non da un tribunale borghese. Non intendo quindi rispondere a domande specifiche che mi possono incolpare o anche discolpare in ordine ai fatti che mi sono stati contestati ». Con voce bassa ma ferma Umberto Farioli, indicato come brigatista rosso a tempo pieno, ha risposto alle contestazioni del sostituto procuratore dott. Livio Pepino. L'interrogatorio si è svolto ieri dalle 15,55 alle 17 nella « sala giudici » delle carceri Nuove, presente il difensore avvocato Giannino Guiso, di Nuoro. Le contestazioni del magistrato riguardano soprattutto l'aggressione e il ferimento al dirigente industriale Enrico Boffa, della Singer. L'uomo avrebbe parzialmente riconosciuto nelle foto di Farioli pubblicate dai giornali il volto di uno dei brigatisti. Sembra che il giovane, sofferente per seri disturbi circolatori, per giorni sia rimasto immobilizzato in un letto, forse nella stessa casa di via Barletta 135 dove il brigatista abitava con i coniugi Anna Maria e Vittorio Ravinale indicati dagli inquirenti « irregolari », ma secondo un comunicato delle Brigate rosse « non facenti parte dell'organizzazione ». Le accuse rivolte a Farioli sono: partecipazione a banda armata, falsificazione di documenti e di targhe. Farioli aveva una carta d'identità che risulterebbe rubata nel comune di Cittiglio in provincia di Varese e una patente presa dalle 7700 rubate alla motorizzazione di Messina. In modo massiccio le Brigate rosse si sono servite di quello stock. Farioli era stato catturato una decina di giorni fa mentre saliva sull'auto, una Citroen Ds targata Padova. Il pubblico ministero milanese dott. Guido Viola lo aveva indicato come il tecnico delle Brigate addetto alla costruzione dei proiettili. Fra il materiale trovato nella base torinese c'erano anche volantini delle Brigate rosse sull'aggressione a Boffa e un quaderno a quadretti con copertina in plastica dove, in sedici righe, erano tracciati gli itinerari e segnata la macchina usata da Giovanni Agnelli. Il magistrato, però, non ha contestato niente a questo proposito. Le indagini per stabilire se veramente si trattava di un progetto di rapimento, continuano. Al momento attuale, però, ogni supposizione secondo gli Inquirenti sarebbe azzardata. Per Farioli, dietro richiesta della difesa, verrà stabilita visita specialistica e, forse, richiesto il ricovero in ospedale. « L'istruttoria a carico del giovane — ha detto 11 giudice — verrà formalizzata e gli atti passati all'ufficio istruzione ». Giovedì erano stati sentiti i coniugi Ravinale: avevano accettato di rispondere, hanno detto di aver ospitato Farioli ma di essere stranei alle Brigate rosse. v- tess

Luoghi citati: Cittiglio, Messina, Nuoro, Padova, Varese