Moncalieri, la collina sta franando per una dissennata attività edilizia

Moncalieri, la collina sta franando per una dissennata attività edilizia Il Consiglio comunale tenta un salvataggio in extremis Moncalieri, la collina sta franando per una dissennata attività edilizia Non si è tenuto conto della natura del terreno, si sono tagliate vene d'acqua e gonfiate le falde sotterranee, alterando un delicato equilibrio geologico - Ora si tenta di correre ai ripari, ma forse è già troppo tardi La maggior parte delle ville che sorgono sulla collina di Moncalieri è in pericolo: le fondamenta poggiano su terreni franosi e ricchi di falde acquifere. Si è costruito senza scrupoli, persino senza il rispetto delle più elementari regole del buonsenso. La situazione è destinata ad aggravarsi perche vengono trascurati i lavori di manutenzione dei canali di scolo e dei rii, trasformati in depositi di immondizia. Ancora una volta la speculazione edilizia ha deturpato il volto del territorio. Si tenta un intervento « in extremis », lo « strumento » scelto per 11 salvataggio delle poche aree scampate alle ruspe è la « Variante 3 » al Plano regolatore generale. Una scelta coraggiosa, l'unica in grado di bloccare la avanzata del cemento. La stesura definitiva di questa legge comunale verrà discussa questa sera dal Consiglio comunale di Moncalieri. Una breve storia della « distruzione ». Le prime fasi risalgono all'inizio del secolo quando oltre duecento famiglie torinesi si sono costruite la « seconda casa » lungo la strada di E e vi guasco. Da allora è proseguita e si è via via aggravata la degradazione del territorio. Gli abitanti crescono a dismisura, attratti dal miraggio della fabbrica che offre un lavoro meno faticoso di quello dei campi e più sicuro. Gli agricoltori lasciano l'aratro e i vecchi cascinali si trasformano in alloggi stipati di famiglie operaie, le coltivazioni vengono abbandonate. Nel '31 Moncalieri conta 21 mila abitanti ma gli addetti all'agricoltura sono scesi al 10 per cento e vanno gradatamente diminuendo. In questi ultimi anni si accentua il fenomeno del « doppio lavoro », nelle ore libere gli operai curano gli orti e le serre. L'esodo In massa dei ceti abbienti verso la collina riprende nel '38 prima lento, poi, negli anni '60 si assiste alle lottizzazioni del territorio, i cantieri si moltipllcano ovunque. Il primo gros- so Insediamento, composto da una sessantina di ville, sorge sull'ex proprietà Durando, all'Incrocio delle strade Mongrando e Revigliasco; un secondo, già previsto dal plano regolatore del '59, poco lontano, tra le strade Revigliasco e quella che porta al Colle della Maddalena, con 25 ville. Poi è la volta dei villaggi di San Bartolomeo (con una quarantina di palazzine) e dell'ex Plano del Redentore, ora Piano delle Ciliegie, con grossi condomini, non ancora terminati. Nel frattempo vengono chieste, e concesse con estrema facilità, licenze singole su tutta la collina. L'unica zona non ancora invasa è quella che la prima proposta di « Variante 3 » (presentata dalla passata Amministrazione) aveva denominata « C 2 », con vincolo di edificabilità di 0,3 metri cubi al metro quadro. Prima di abbassare questo limite (che interessava il versante Pecetto-Trofarello) all'attuale 0,01, il Comune si è servito dell'unico mezzo a sua disposizione per non concedere licenze che non avrebbe in altro modo potuto rifiutare: non ha convocato la Commissione iglenico-edillzia, quella cioè che approva 1 progetti. I nuovi insediamenti sono regolati dalla legge di urbanizzazzlone dell'agosto del '68. Chi richiede una lottizzazione deve pagare al Comune una quota per strade, illuminazione, fognature e cedere gratuitamente una parte del terreno per i servizi sociali. A questi oneri si sfugge in caso di richiesta di singole licenze. Si è aggirata cosi l'ipotesi prevista dalla legge con richieste Individuali su aree adiacenti. II guaio peggiore non è tuttavia il disordine edilizio anche se sono stati infranti i vincoli forestali e quelli Imposti dal Comune. Osserva Silvia Berton, una giovane laureatasi in Ingegneria civile con una tesi sulla collina di Moncalieri che ha richiesto oltre due anni di indagini: « Il terreno non è adatto alle costruzioni. E' composto di sabbia, argilla, marna, che sopportano pressioni ira gli 0,2 e gli 0,8 chilogrammi per centimetro quadrato. Nei punti migliori, dove vi sono dei ciottoli, questi valori salgono a 2-4 chilogrammi al centimetro quadrato mentre l'ideale sarebbe di 10 chilogrammi per centimetro quadro. Troppo spesso, nella frenesia di costruire, si dimentica o comunque si sottovaluta l'importanza di una perizia geologica ». Ma non basta. Quasi tutti i nuovi insediamenti sono privi di fognature. Gli scarichi sono semplici fosse biologiche perdenti che gonfiano (e inquinano) le falde acquifere. I guai che ne seguono sono quelli che è possibile osservare: continui smottamenti e frane. A tal punto che si devono riparare strade aperte per 1 cantieri, si devono Impermeabilizzare le fondamenta degli edifici e limitare 11 numero dei piani fuori terra previsti dai progetti. Qualche esemplo. In strada Castelvecchlo 31, in seguito ad uno smottamento che ha squarciato il versante della collina per un centinaio di metri, si sono aperti 1 muri di una casa. Dice 11 proprietario Battista Manzone: « 77 Comune l'ha dichiarata pericolante. Ma io, dove posso andare ad abitare con la mia famiglia?». E' franato anche il terreno davanti all'abitazione di Domenico Burzio, in strada Visone 16. « S'è abbassato così, all'improvviso, di cinque otto metri. Era un bell'appezzamento coltivabile, slamo costretti a lasciarlo abbandonato ». E così, di anno In anno, dopo ogni pioggia. Quali le cause? I pareri sono discordi ma è quasi certo che la maggior responsabilità sia dei costruttori che non hanno tenuto conto delle vene acquifere « tagliate » dalle fondamenta delle palazzine ed alimentate eccessivamente dagli scarichi incontrollati. La tesi è confermata da un rilievo compiuto lo scorso anno nei pozzi di Piero Valenza, che abita a valle di Domenico Burzio. Il Valenza è ricorso al tecnici perché il livello del suo pozzo si era improvvisamente alzato di alcuni metri. Nelle acque sono state trovate tracce di liquame. Sono danni che non potranno essere cancellati. Commenta Cesare Pogliano, ex consigliere comunale: « Il provvedimento della " Variante 3 " è tardivo. Il blocco delle costruzioni è bello ma salverà solo le anime, non la collina ». Carlo Novara Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Battista Manzone, Carlo Novara Adriano, Cesare Pogliano, Domenico Burzio, Durando, Piero Valenza, Silvia Berton

Luoghi citati: Incrocio, Moncalieri, Trofarello