Cinque morti in un groviglio di vetture per una nube di fumo sull'autostrada di Giuliano Marchesini

Cinque morti in un groviglio di vetture per una nube di fumo sull'autostrada Una terribile sciagura sulla "Serenissima,, nei pressi di Venezia Cinque morti in un groviglio di vetture per una nube di fumo sull'autostrada Uno sconosciuto ha dato fuoco a un cumulo di rifiuti in una radura - La nuvola nera ha "inghiottito" una quindicina di automezzi - Altre diciotto persone ferite; due sono in gravi condizioni - La disgrazia ieri mattina verso le 11 (Dal nostro inviiio speciale) Venezia, 18 novembre. Terribile incidente sull'autostrada « Serenissima », poco lontano da Venezia: una densa nuvola di fumo che s'è levata da un cumulo di rifiuti dati alle fiamme ha invaso le corsie, ha «inghiottito» una quindicina di automezzi. E' stato un groviglio. Nella catena di tamponamenti cinque persone sono morte, altre diciotto sono rimaste ferite: due sono in gravi condizioni. Questi i nomi delle vittime: Chiara Falk in Ancillotto, 35 anni, nativa di Milano e abitante a Santa Lucia del Piave (Treviso), che viaggiava a bordo di una Volvo immatricolata quattro giorni fa; Antonino Villa, trentottenne, originario di Messina e residente a Fara Gera d'Adda (Bergamo), che I era alla guida di un autotre- no; Emilio Meneghini, 21 anni, di Vicenza, il quale era al volante di una « 127 » di una ditta padovana; Mario Moron, ventitreenne, e sua madre Nerina Rugger, 59 anni, di Dolo, che stavano dirigendosi verso casa a bordo di una « 128 ». La sciagura è accaduta stamane poco prima delle 11 a circa quattro chilometri dal casello d'uscita di Mestre. E' piovuto ininterrottai mente, con forti raffiche di vento, durante la notte e la prima mattinata. Poi il maltempo si è un poco placato, è apparsa qualche chiazza di sereno. Ma le folate hanno continuato a spazzare la zona. Poco distante dal nastro autostradale, in una radura, c'è una montagnola di rifiuti: tra il materiale scaricato, anche parecchi vecchi I pneumatici. Qualcuno questa mattina ha dato fuoco a quel cumulo di rifiuti: una operazione, pare, che si ripeteva piuttosto di frequente. Questa volta, il vento che imperversa in quel tratto di campagna spinge la fittissima nube nera che si alza dalla discarica e la trasporta sopra l'autostrada. Poi, un improvviso abbassamento per un gioco di correnti e le due corsie sono immerse nella cortina che si estende per una cinquantina di metri, rendendo quasi nulla la visibilità. Il primo a piombare nel banco di caligine è Franco Troisio, un rappresentante di commercio padovano, che viaggia a bordo di una « Renault » in direzione di Venezia: « Quella nuvola scura — racconterà poi — è venuta giù in pochi secondi, ha coperto tutto. Non ho visto più nulla. Per fortuna procedevo a una velocità non molto sostenuta. Ho potuto rallentare, spostarmi sulla destra e fermarmi». Ma dietro la « Renault » sopraggiunge un autofurgone, il cui conducente non ha nemmeno il tempo di posare il piede sul freno: il furgone va a sbattere contro la vettura in sosta, nell'urto violento si j spezza il serbatoio e la ben1 zina prende fuoco. La mac i china è avvolta dalle fiamme: i con estrema prontezza, Fran co Troisio balza a terra, riesce a sottrarsi al rogo. Ma nel mezzo della nuvola di fumo, la catena degli incidenti s'allunga spaventosamente. Un'Alfasud dell'amministrazione provinciale di Rovigo, guidata ds. Vincenzo Ferrari, di 62 anni, piomba contro l'autofurgone ed è a sua volta tamponata da una « Bmw » condotta da Sergio Sturaro, di Monselice: i tre automezzi formano un ammasso, mentre la « Renault » è ancora in preda al fuoco. Vincenzo Ferrari è ferito, imprigionato tra i rottami: riesce a trarlo in salvo Sergio Sturaro, dopo lunghi sforzi. Lungo la corsia in direzione di Dolo, un'altra drammatica serie di tamponamenti. Finiscono in un groviglio quattro auto, poi si immergono nella cortina due autoarticolati: i conducenti fanno in tempo a frenare, ma i camion sbandano e si mettono di traverso sulla carreggiata. Ed è ancora una fila di scontri, sull'asfalto e tra le lamiere ci sono morti e feriti. «E' stato terribile — dirà Adriano Caegaro, un barista vicentino di 23 anni — come se d'un tratto si procedesse ad occhi chiusi, tra uno schianto e l'altro ». Feriti che gemono sull'asfalto, rottami sparsi per un centinaio di metri. I corpi di due delle vittime sono straziati. Qualcuno dà l'allarme al casello di Mestre, in pochi minuti giungono sul posto pattuglie della polizia stradale, vigili del fuoco, ambulanze degli ospedali di Mestre, Dolo. L'opera di soccorso, tra il fumo che ancora non si dirada, è difficile e affannosa. Mario Moron, il giovane di 23 anni, è raccolto in condizioni disperate, trasportato a tutta velocità al più vicino ospedale. Ma la corsa è inutile: il ragazzo spira pochi minuti dopo il ricovero. Anche per sua madre e il quinto non c'è più nulla da fare. Alcuni dei diciotto feriti sono estratti a fatica dal groviglio, tutti vengono ricoverati negli ospedali della zona, due sono ancora in gravi condizioni: sono Giancarlo Contarino, 20 anni, residente a Padova, e Renzo Del Bo Zanon, trentaquattrenne di Belluno; la prognosi è riservata, ma i medici hanno buone speranze di salvarli. Per gli altri, le prognosi variano dai 15 ai 40 giorni. Gli agenti dela polizia stradale e i vigili del fuoco sono impegnati a lungo nel districare quel che resta degli automezzi coinvolti negli incidenti. Per tutta la giornata. nel breve tratto di autostrada, rimangono i segni spaventosi di questa sciagura. Giuliano Marchesini