Rapimenti: al Nord agiva un nuovo "boss,, mafioso di Vincenzo Tessandori

Rapimenti: al Nord agiva un nuovo "boss,, mafioso Requisitoria per 1'«Anonima sequestri» Rapimenti: al Nord agiva un nuovo "boss,, mafioso Si affianca a Luciano Liggio e Francesco Guzzardi - A suo carico mandati di cattura per i sequestri Torielli e Malabarba (Dal nostro inviato speciale) Milano, 18 novembre. Il profilo di un nuovo «padrino», il terzo dopo Luciano Liggio e Francesco Guzzardi, appare nitido nel mosaico composto dai magistrati Gianni Caizzi e Giuliano Turone che indagano sulle attività della mafia al Nord e su una serie di clamorosi rapimenti attribuiti all'Anonima sequestri. Nello Pernice, da un mese in carcere a Piacenza sotto l'imputazione di associazione per delinquere, è stato raggiunto da due mandati di cattura per concorso nei sequestri degli industriali Pietro Torielli, di Vigevano e Angelo Malabarba, di Gaggiano. Dice nella requisitoria il pubblico ministero Caizzi: « Pernice, almeno in questo procedimento, resta sullo sfondo, ma è persino facile preconizzare che non resterà a lungo in tale posizione ». « Uomo d'onore », è stato padrino al battesimo del figlio di Liggio, Paolo. Aggiunge Caizzi: « Quanto ai rapporti di Liggio con Nello Pernice egli ha parlato solo di amicizia, per avere lo stesso fatto da padrino al battesimo del figlio: ma si sa che la parentela rituale lega in modo altrettanto profondo e vincolante di quella di sangue ». E il magistrato prosegue: « Gli elementi raccolti ci consentono di ricostruire l'intera trama dei rapporti e porre in luce le finalità di una organizzazione dedita alla pianificazione del crimine oggi più redditizio e meno rischio¬ so, il sequestro di persona. Rafforza tale convinzione la mappa delle celle finora scoperte, a Moncalieri come a Treviglio, a Trezzano e a Vac- j carizzo di Catania, due delle quali, quella di Taormina e l'altra a Trezzano, del dulia, certamente già progettate e poste in cantiere fin dalla prima metà del 1972». A Nello Pernice sono stati trovati 5 milioni del riscatto di Angelo Malabaroa, impresario edile, proprietario terriero ed esponente socialdemocratico, rapito il 14 mag- gio scorso e tornato a casa l'8 agosto, dopo aver pagato la propria libertà sembra due miliardi. Anche dopo il pagamento del riscatto da parte di Pietro Torielli, l'attività del « padrino » si era intensificata. Aveva deciso, fra l'altro, l'acquisto della villa a Trezzano sul Naviglio e le trattative le avevano condotte anche Francesco Guzzardi e Ciulla, personaggi che l'inchiesta ha via via legato ad alcuni clamorosi sequestri: Torielli, Montelera. Oltre alla villa in Lombardia, l'uomo aveva investito denaro anche nell'acquisto di un appartamento a Catania. Dal documento del p.m. Caizzi: « La posizione di Pernice si può riassumere così: nel 1973 acquista a Trezzano la villa di via Galilei 6, per complessivi il milioni ». La fisionomia dell'organizzazione, l'entità dell'Anonima sequestri non è tuttavia ancora nitida. Il lavoro fatto è parecchio, ma quello che rimane, secondo gli inquirenti, è forse ancora di più. Certo è meno facile perché il terreno in cui magistrati e polizia giudiziaria dovranno muoversi appare più infido. Per il momento, alla cosca che operava al Nord sono state attribuite responsabilità nei rapimenti di Torielli, Luigi Rossi di Montelera, Baroni e Malabarba. Ma indizi che non vengono trascurati potrebbero legarla anche al sequestro e all'uccisione di Cristina Mazzotti. Vincenzo Tessandori