Operaio morì ustionato Chieste cinque condanne
Operaio morì ustionato Chieste cinque condanne L'incidente alla carrozzeria Bertone Operaio morì ustionato Chieste cinque condanne L'uomo fu investito da uno scoppio di propano - Altro processo a nove banditi che fecero diciassette rapine a banche e uffici postali Processo in Tribunale per la morte di un operaio della Carrozzeria Bertone, Antonino Vento. L'11 aprile '69, mentre transitava su un carrello elettrico nel piazzale antistante il capannone adibito a deposito dei contenitori di gas dell'azienda, un bidone di propano si squarciava, la nuvola di gas raggiungeva il carrello e una scintilla, scaturita dal motore, provocava una deflagrazione che investiva l'operaio. L'uomo moriva due settimane dopo, in seguito alle ustioni riportate. Sul banco degli imputati sono sette persone: Marco Parma, 54 anni, titolare della ditta Omip costruttrice dei bidoni di propano; Luciano Sampietro, 39 anni, collaudatore della sezione milanese dell'Associazione nazionale controllo combustione; Santo Magglonl, 50 anni, titolare della ditta Idealgas che riforniva il propano a varie aziende; Emilio Maggioni, addetto al deposito di Settimo della Idealgas; Luciano Genzatti, 34 anni, dipendente della ditta con l'incarico di controllare le operazioni di riempimento dei bidoni; Tiberio Gracco De Lay, 61 anni, contitolare, con mansioni tecniche, della Carrozzeria Bertone; Ugo De Falco, 48 anni, capo servizio « ricevimento merci » nello stabilimento di Grugliasco della Bertone. Per cinque imputati (eccettuati il Gracco De Lay e il De Falco) il p.m. ha proposto la condanna a 8 mesi di reclusione per omicidio colposo; assoluzione per i due dirigenti della Bertone. ★ * Processo in assise d'appello per nove banditi che tra il dicembre del 1970 e l'aprile del 1971 rapinarono una decina di uffici postali, tre sedi della Cassa di Risparmio e altre quattro banche della cintura torinese: in tutto diciassette colpi andati a segno, con un bottino complessivo di parecchie decine di milioni. In primo grado 11 capobanda Francesco Bartoli era stato condannato a 16 anni e 6 mesi; Giovanni Porello a 17 anni e 8 mesi, Carlo Bellavista a 17 anni e 7 mesi, Vito Lo Forte a 16 anni e 10 mesi. Fortunato Marenco a 13 anni e 11 mesi; Cosimo De Palo a 12 anni e 5 mesi. Oscar Soci a 12 anni e un mese, Michele Lombardo a 10 anni, Marcello Ghiringhelli a 4 anni e 6 mesi. Nel processo di primo grado celebrato nel marzo dell'anno scorso, durante il dibattimento la gang si decise a confessare, a cominciare dal capo, Francesco Bartoli e via via tutti gli altri, che fino a quel momento si erano tenuti su una negativa assoluta. Ieri, al processo d'appello, qualcuno, come il Bellavista, ha fatto delle dichiarazioni («Ho amesso soltanto i reati che ho confessato e non quelli che mi si attribuiscono»); De Palo ha scagionato 11 Marenco (« La rapina all'ufficio postale di via Onorato Vlglianl l'ha fatta io, Marenco è innocente »). Infine Fortunato Marenco si è lamentato di non essere mai stato interrogato: « Per forza — gli ha replicato il giudice a latere Herr — eravate latitante ». E' stato infatti catturato solo dopo il primo processo. Nutrito il collegio di difesa, composto dagli avvocati lunghetto, Auberti, Lo Greco, Perla, Gallo, Gianaria, Cabri, Costanzo e Zancan. Tutti gli imputati chiedono un ridimensionamento delle pene di primo grado, ritenute eccessive rispetto ai rati contestati. Il p.m. ne ha chiesto invece la conferma. Il processo continua oggi con le arringhe della difesa. In assise d'appello: un gruppo degli imputati per le diciassette rapine
Luoghi citati: Grugliasco, Vito Lo Forte
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