Il mortale ingranaggio in cui langue la scuola

Il mortale ingranaggio in cui langue la scuola Perché ogni anno si perdono tanti mesi? Il mortale ingranaggio in cui langue la scuola Un ispettore: "Le richieste di trasferimento mettono in moto una terribile macchina burocratica che esclude il momento didattico. Bisognerebbe 'legare' gli insegnanti al posto per 3 anni" ri o un ti e di Al e a, è Centosettantamila ore di supplenza nelle scuole di Torino e provincia sono state necessarie lo scorso anno scolastico. Nel darne notizia con un accento di preoccupazione, II provveditore agli studi Antinoro raccomanda al presidi (In una circolare) di fare appello « all'Impegno e al senso del dovere » del docenti. Non se ne stiano a casa per un leggero mal di pancia o al primo starnuto, sembra voler dire 11 provveditore. L'assenteismo dalle cattedre preoccupa non soltanto lui. Migliala di famiglie sono angustiate dallo stesso problema, vedendo i Agli In balla di docenti « temporanei », che mal potranno garantire continuità didattica ed equilibrio delle scolaresche se Insegnano con la palla al piede della provvisorietà. L'assenteismo del docenti, testimoniato dalle 170 mila ore di supplenza dell'anno scorso, non sembra d'altro canto imputabile a una costituzionale cattiva salute della categoria. E' di ieri la notizia che migliala di genitori protestano con crescente veemenza per i ritardi delle nomine dei professori. Sono centinaia le cattedre ancora senza Insegnante titolare, a Torino e in provincia; questi vuoti sono colmati da supplenti che sostituiscono non dei colleghi malati, ma un unico, grande malato « astratto », Il sistema burocratico-ammlnlstrativo che regge le sorti della scuola. Un ispettore del Ministero della pubblica istruzione, il prof. Antonino Accaputo, giunto da Roma per un'indagine in due scuole medie della città, ha risposto a qualche nostra domanda sull'argomento. Sostiene: «I tre provvedimenti di cui ha parlato La Stampa (anticipo a gennaio-febbraio per le domande di inserimento in graduatoria, iscrizione obbligatoria degli studenti entro giugno, abolizione degli esami di riparazione) sarebbero sicuramente utili per uno snellimento del lavoro e per giungere finalmente al primo di ottobre con tutti i professori titolari in cattedra. Personalmente aggiungerei un altro invito: legare ogni docente per tre anni al posto che occupa, con il varo di nuove ferree disposizioni. Oggi accade che parecchi insegnanti ogni anno facciano domanda di trasferimento, magari per avvicinarsi di qualche chilometro alla propria abitazione. E' una massa di pratiche che mette in moto un ingranaggio burocratico terribile, dalle mortali lentezze. A scapito di tutti, del ministero, dei provveditorati e soprattutto della collettività, cioè di chi ha figli per i quali pretende una scuola meno squilibrata. Ma le storture sono parecchie. Quanto all'assenteismo non va dimenticato che una legge iniqua permette a un insegnante di starsene assente, nell'arco di cinque anni, per due anni interi giustificandosi con un complesso sistema di certificati medici». Vediamo la situazione di Torino. Quest'anno le domande di nuove nomine sono state circa 15 mila, accumulatesi in provveditorato a primavera. I docenti che le hanno presentate hanno richiesto nella maggior parte dei casi d'essere iscritti in graduatoria per diverse materie ed esprimendo una preferenza per più scuole. Fatta la graduatoria di massima, è stato necessario attendere il beneplacito di ogni docente interessato, che poteva rinunciare alla nomina (continuando a insegnare dov'era l'anno prima) oppure presentare ricorso se riteneva di aver subito un torto. Pronta a luglio, la graduatoria definitiva non ha permesso egualmente di coprire tutte le cattedre, perché nessun preside — si afferma in provveditorato — poteva sapere quante nuove classi avrebbe avuto il primo ottobre (sia perché c'erano gli esami di riparazione in ballo, sia perché le iscrizioni alla scuola dell'obbligo sono sempre aperte, in pratica, anche dopo il 25 settembre). Il caos nascerebbe da questa aggrovigliata situazione; complicata, se possibile, dal difficile reperimento di supplenti che a loro volta hanno una propria graduatoria e che i presidi sono stati autorizzati a «chiamare» autonomamente sol tanto dal 24 ottobre scorso. Commenta il prof. Accaputo «Tutto ciò, nella scuola, dovrebbe essere una sovrastruttura importante, ma non condizionante com'è oggi. In realtà che cosa succede? Che la fase amminlstrativa-burocratica permea il novanta per cento degli alti ministeriali e dei provveditorati e fa perdere di vista, purtroppo, tanti altri problemi che ha la scuola: quelli di ordine didattico soprattutto. e stdaddamssmpvemsdlRpzpdmdcat«tfn«ddccbcssnaDnfictscoche riguardano sia la valutazione I llltKIIIIMIllllllliini lllllllllltlllllllll Illllill e la formazione degli insegnanti, sta le questioni legate alle esigenze degli studenti da non trascurare assolutamente». f_ gì].

Persone citate: Accaputo, Antinoro, Antonino Accaputo

Luoghi citati: Roma, Torino