Franco, ormai soltanto un morto che respira di Mimmo Candito

Franco, ormai soltanto un morto che respira Massaggi al cuore e terza operazione Franco, ormai soltanto un morto che respira (Dal nostro inviato speciale) Madrid, 14 novembre. Franco era morto stanotte, alle 2,30. Il cuore gli si era fermato due volte e due volte lo hanno rimesso in moto. Ha ripreso la sua apparenza di vita, ma nel pomeriggio lo hanno nuovamente operato. E' pazzesco. L'organismo immobile, tagliato, intubato, macchina di carne che vegeta, viene ancora sottoposto ai tentativi di recupero d'un tecnico che non si sa più a quale razionalità risponda. La situazione cllnica è irreversibile, il fisico reagisce ad un arco molto stretto di sollecitazioni, non c'è più stato di coscienza, la sopravvivenza è solo il risultato meccanico di apparecchiature raffinate. Ma sua eccellenza il Capo dello Stato è considerato ancora vivo. L'intervento chirurgico è stato deciso rapidamente, nel primo pomeriggio. Il bollettino medico delle 13,30 aveva dato un quadro medico di regolarità, la grave crisi di ieri sembrava superata, pur permanendo uno stato estremamente deteriorato. I giornalisti avevano ascoltato con qualche segno di nervosismo il lungo e indecifrabile elenco di termini tecnici, ma la raccolta di dati consentiva comunque un giudizio di normalità. Le prime edizioni dei quotidiani del pomeriggio avevano dato il senso di questa ripresa, però nessuno taceva che la situazione generale era molto critica. Il tasso altissimo di urea aveva reso necessario un nuovo collegamento con il rene artificiale, c'era una progressione dell'insufficienza polmonare, il corpo, in coma profondo dall'altro ieri, poteva respirare solo attraverso il tubo plastico calato nella gola. Ma i ministri andavano e venivano dall'ospedale La Paz, si facevano riprendere sorridenti dai fotografi, qualcuno non mancava di dire che «si può ancora sperare». Poco dopo le 15, la nuova crisi. Nella hall della clinica i giornalisti ne sono stati tenuti all'oscuro, praticamente fino alle 18, quando l'operazione era terminata. Due giorni fa il ministro Herrera, arrabbiatissimo, aveva detto ai reporters, in questa stessa hall, che nulla si tace, che tutte le informazioni sono subito rese pubbliche, che la verità ufficiale è la verità e basta. Prima delle 15,30, l'equipe medica aveva già deciso l'intervento chirurgico. Il malato era stato trasportato rapidamente in sala operatoria: la tensione arteriosa si era abbassata in modo preoccupante, era aumentata quella venosa, lo stomaco era gonfio, la recente sutura della parte rimasta dell'intestino poteva essere saltata. Dopo pochi minuti, nove specialisti iniziavano l'intervento. I punti avevano realmente ceduto, c'era una distensione dell'addome e l'uscita di contenuto intestinale nella cavità peritoneale. Si procedeva ad un drenaggio e alla ricucitura. Erano passate due ore, il malato veniva riportato nella sua camera, assistito dall'equipe di rianimazione. Finalmente arrivava il bollettino medico: la situazione è gravissima. Dona Carmen veniva per pochi minuti al La Paz, poi tornava a pregare al Pardo. Alcune centinaia di curiosi che stringono su due lunghe file l'ingresso al « monoblocco » applaudivano l'auto scura, a bordo c'erano pure la figlia e la nipote del Caudillo. Arias Navarro era arrivato in ospedale alle 16,30, molto teso, passando in fretta tra i flashes stupiti dei fotografi. Ora passavano le vetture del generale Campano, del generale Iniesta Cano, di Oriol, Fernandez Miranda, Silva. Gli uomini del franchismo e i suoi aspiranti successori ci sono tutti. Il cardinale Cantero Cuadrado è stato richiamato ieri notte da Saragozza, gli altri due membri del Consiglio di reggenza — che assumerà i poteri alla morte di Franco — sono dichiarati «reperibili ad ogni minuto». Al La Paz arrivava anche Blas Pinar; l'altro leader della destra, Giròn, era già dentro. Molti hanno notato che Giròn è sempre presente quando la condizione del Caudillo diventa critica. Si torna a parlare della mobilitazione dei suoi gruppi di « ex combattenti ». 1 primi giorni dalla morte di Franco saranno pericolosissimi; le aggressioni squadristiche sono cominciate da qualche tempo e continuano in ogni parte della Spagna. Due preti sono stati feriti gravemente nella parrocchia, a Barcellona, da un gruppo ultra. Gli studenti di diritto e di informatica sono stati nuovamente attaccati all'Università da una banda armata di catene e coltelli. Si ripetono 13 minacce a giornalisti e intellettuali. E' la caccia al comunista. C'è un registro nero, chi non ha fatto professione di franchismo ora deve temere per la propria vita. Adesso nella hall della clinica La Paz ricomincia l'attesa. I giornalisti e i fotoreporters stasera sono moltissimi, quanti mai prima. Si pensa che la morte di Franco sarà annunciata solo di notte. All'alba la Spagna si troverà sotto rigido controllo militare. Mimmo Candito

Persone citate: Arias Navarro, Blas Pinar, Cantero Cuadrado, Fernandez Miranda, Herrera, Iniesta Cano, Silva

Luoghi citati: Barcellona, La Paz, Madrid, Spagna