La spogliarellista si vergogna e fugge impaurita dalla scena di Marzio Fabbri

La spogliarellista si vergogna e fugge impaurita dalla scena Milano: ragazza di 27 anni impaurita dal pubblico La spogliarellista si vergogna e fugge impaurita dalla scena (Nostro servizio particolare) Milano, 14 novembre. Si fa chiamare Sociara, piemontese, 27 anni, bruna, occhi verde chiaro. Lunedì scorso, al momento di salire in palcoscenico per il suo numero di strip-tease si è fatta prendere dagli scrupoli e si è rifiutata, mettendo in crisi lo spettacolo. L'impresario, un po' con le buone e un po' bruscamente, l'ha convinta ad andare in scena. Finito il suo lavoro, è fuggita, e nessuno l'ha più vista. « In vent'anni di teatro — dice Mico Matera, direttore del cinema teatro Hermes dì Porta Genova — è la prima volta che mi capita una cosa del genere. Con me hanno lavorato, nude senza problemi, attrici famose come Silva Koscina, Maria Grazia Buccella, e Tamara Baroni ». Lunedì pomeriggio, racconta l'impresario, in sala c'erano 400 persone, pubblico tranquillo che non è solito dare in escandescenze. Il numero d'esordio è filato liscio, con un buon successo. La spogliarellista Carol Capon, cui toccava il compito, sempre ingrato, di affrontare per prima la platea, se l'è cavata con molto mestiere. « Forse è stato proprio questo a spaventare Sociara » dice il direttore del locale « la ragazza viene dal night e non è abituata ad esibirsi in palcoscenico davanti ad una platea che guarda solo lei. Invece di entrare in scena è scappata di corsa a chiudersi nel camerino ». Li hanno cercato un po' tutti di rincuorarla, ma Sociara era in preda ad una crisi di panico. « Non me la sento di spogliarmi davanti a tutta quella gente », continuava a ripetere. C'è voluto l'intervento secco del direttore che l'ha richiamata al dovere professionale per convincerla. Davanti al pubblico che si faceva impaziente, il presentatore cercava, come poteva, di riempire il vuoto. Finalmente la ragazza è uscita, ha fatto il suo numero, e ha anche avuto la sua razione di applausi. « Non era affatto rinfrancata — spiega Matera — continuava a domandarsi come era andata, ma non pareva convinta delle mie frasi tranquillizzanti ». Rivestitasi, Sociara se n'è andata via e al teatro non si è più fatta vedere, neppure per ritirare il compenso che le era dovuto per l'esibizione e il nastro magnetico su cui è registrata la « base musicale » del suo numero. « Non so dove trovarla — dice l'impresario — le ragazze da noi restano solo una settimana, si presentano con il loro materiale. Noi, se vanno bene, le scritturiamo, ma senza neppure chiedere il loro vero nome ». Ormai nello spettacolo lo spazio che era riservato alla bruna Sociara è stato preso da un'altra ragazza. L'impresario si è rassegnato e non pensa di andarla a cercare. Le compagne di lavoro non la conoscono bene, sanno soltanto che lavora da anni nei locali notturni e che sognava di passare al teatro. « Non si è resa conto che è tutta un'altra cosa, dicono. Al night, tanto per cominciare, non ci sono più di 50-60 persone, che nel frattempo chiacchierano, si distraggono, non ti fissano sempre come se volessero saltarti addosso. Poi una ragazza che sta nei locali notturni lavora di rado sulla pista, il proprietario, se vede che sta facendo bere un cliente, preferisce non distoglierla da quella occupazione che per lui è molto più redditizia. Forse Sociara, concludono, per essersi esibita qualche volta nella penombra, credeva di essere ormai brava, invece quando ha capito di doversi spogliare con i riflettori addosso non ce l'ha fatta ». Non pensano che si tratti di pudore, ma di vera e propria paura. Marzio Fabbri

Persone citate: Carol Capon, Maria Grazia Buccella, Silva Koscina, Tamara Baroni

Luoghi citati: Genova, Matera, Milano