Chiarini, studioso e autore di cinema

Chiarini, studioso e autore di cinema È morto a Roma a 75 anni Chiarini, studioso e autore di cinema | sangue toscano l" Ruma, 14 novembre. Luigi Chiarini ha un luogo rilevato nella storia del nostro cinema: non soltanto come regista e sceneggiatore, in momenti artisticamente difficili (il fascismo e l'immediato dopoguerra), ma anche e soprattutto come critico, teorico del film e docente d'arte cinematografica, prima al Centro sperimentale di cui fu direttore, e poi all'Università d'Urbino. Della sua prima qualità fanno fede Via delle cinque lune (1942), notevole saggio di film letterario (da un racconto della Serao), alieno dal clima dei «telefoni bianchi», e il discontinuo ma geniale Patto col diavolo (1950), da un soggetto di Corrado Alvaro. Della seconda, una quantità di pubblicazioni (saggi libri e anche libelli e pamphlets) utili anche oggi per chi voglia impadronirsi, per limpide formulazioni, del concetto di «specifico filmico»; e alludiamo soprattutto a Cinque capitoli sul film e Arte e tecnica del film, che molti di noi critici giornalieri annoverano tra i loro ferri di bottega. Uomo d'idee avanzate in ogni campo della vita, laico e progressista fino a una punta di civetteria, sodale di Barbaro e Pasinetti, sempre presente dove ci fosse qualcosa da seminare, sempre in filo con le teoriche più avanzate (non fosse che per ribatterle con piena informazione), insomma molto più giovane di mente che di anni: è anche per merito suo se il cinema, dalle bassure valutative in cui egli lo aveva trovato da giovane, è di poi entrato a far parte dei valori «intellettuali» della società. Ma quando si è dato fondo al Chiarini «uomo di cinema», non sì è ancora detto il meglio di lui. Romano di nascita ma con larga immissione di (come dice l'illustre nome), era un organizzatore nato, nel senso non già inerte ma più battagliero della parola. La polemica gli faceva bene, rendendolo più incantevole per gli amici (essendo di quelle rare persone che non annoiano mai) e più tremendo per i nemici: se non che anche nelle inimicizie (che sentiva vivissime, alla toscana) metteva la nota fraterna, il senso umano della comunicazione. Degli amici avrebbe forse fatto di meno; dei nemici no. Ciò apparve evidente negli anni che fu mandato a dirigere la Mostra d'arte cinematografica di Venezia, cui impresse tra i primi, difendendola con caparbietà, la famosa piega «culturale». La sua porta di Direttore non «diacciò» mai per nessun malevolo: tutti erano ricevuti, graditi e festosamente strapazzati. Ogni mattina di quei quindici o venti giorni, spennellandosi le guance, Chiarini pensava a una battuta, a un epigramma, a una gaffe, che gli potesse fare da corroborante. «Faceva titolo e notizia», in continuazione. Spesso la notte correvano notizie di sue dimissioni. Chi il domani andava a verificare, lo trovava più integro, più in forma del giorno avanti. Il contatto e l'urto umano, meglio ancora che la penna, o la cattedra, era il suo pane; ed egli non fu mai più vivo, più lucido t raccolto sotto il suo scudo di paladino, che nell'anno cruciale della contestazione, che viceversa gli spezzò la moglie. La bruschezza moschettiera ma sempre simpatica di Chiarini: ecco una cosa da rimpiangere nel mollume che ci circonda. Postume raccolte delle sue «lezioni» urbinati (che pure sono da augurare, attesa la facilità e felicità del suo eloquio) ci possono restituire la parola, ma non l'accento dell'uomo, che in lui era quasi tutto. Povero amico: se n'è andato (abbiamo purtroppo visto il suo declino) quando ormai gli mancava l'incavo fidato della sua compagna, fatto apposta per contenere la sua esuberanza; quando ancora aveva tanta voglia di restare e di vivere, e l'emissione verbale, che ormai somigliava all'urlo d'un abelva ferita, era ancora, nell'intenzione, l'allegra tonitruante voce di battaglia dei giorni belli. Leo Pestelli Debussy alla Pro Cultura — Oggi alle 17 nella sala di via Cernala 11, pomeriggio musicale con liriche di Claude Debussy nell'interpretazione di Mary Llndsey, pianista Danilo Lorenzini. Concerto Verdirame — Stasera alle 21 nella sala della Biblioteca a Palazzo Doria di Cirio per II Festival « Stelnbach », il pianista Sergio Verdirame terrà un concerto con un programma dedicato a Debussy e Schumann.

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