Chiusi dai banditi nella cassaforte Le mogli fanno scoprire la rapina di Claudio Giacchino

Chiusi dai banditi nella cassaforte Le mogli fanno scoprire la rapina Insolito "colpo,, in una banca di Nizza Monferrato Chiusi dai banditi nella cassaforte Le mogli fanno scoprire la rapina Gli otto impiegati sono riusciti a lasciare l'istituto di credito dopo che i carabinieri erano stati avvisati da alcune donne preoccupate per il ritardo dei loro mariti - Sono stati arraffati oltre sessanta milioni (Dal nostro inviato speciale) Nizza Monf., 14 novem. Assaltata la filiale della Cassa di Risparmio nella centrale piazza Garibaldi, a Nizza Monferrato. Arraffati oltre 60 milioni i banditi hanno rinchiuso gli otto impiegati nella camera blindata e se ne sono andati indisturbati. L'allarme è scattato soltanto a pomeriggio inoltrato, per merito di alcune mogli dei « prigionieri ». Preoccupate per l'insolito ritardo dei mariti hanno telefonato alla banca, dopo un'ora di inutili tentativi sono andate a vedere che cosa era successo. Strani rumori e flebili invocazioni provenienti dall'interno le hanno paralizzate d'angoscia, qualcuna ha mormorato: « Ci sono dentro i delinquenti, li tengono in ostaggio ». In breve il mormorio è diventato grido, una folla vociante ha invaso la piazza tenendosi però a debita distanza dall'edificio. Sono stati avvertiti i carabinieri di Nizza che a loro volta hanno subito avvisato i colleghi di Asti ed Alessandria. « Presto, rapinatori sono asserragliati in banca, tengono sotto il tiro delle armi gli impiegati ». Si è scatenato il pandemonio, tiratori scelti e militari con i mitra imbracciati sono piombati in paese da ogni parte, la quiete pomeridiana è stata lacerata dalle sirene delle « gazzelle » e delle ambulanze. Si è scomodato per- fino il colonnello Losco, co- mandante della Legione di I Alessandria. ! In un'atmosfera spasmodi- j ca il quartiere è stato circon- j dato, i mirini dei fucili di precisione hanno inquadrato | tutti gli ingressi della banca, un altoparlante ha intimato un paio di volte la resa agli assediati. Poi, mancando qual siasi risposta, ed essendo sempre vaghi ed intervallati da lunghi silenzi i suoni che arrivavano dal salone deserto della filiale, si è deciso di passare all'azione. Forzata la porta di servizio alcuni militari sono entrati, tutti i locali sono stati ispezionati. Dei rapinatori nessuna traccia. «Il solito falso allarme — ha mormorato qualcuno — possiamo andarcene. Però, quanto trambusto per nulla». Ma di sordi colpi provenienti dal «caveau» hanno trattenuto i carabinieri, uno scambio di battute attraverso le spesse pareti blindate ha rassicurato sulla sorte degli otto bancari. Sono state avvertite le mogli, in trepida attesa sulla piazza, alcune hanno sfogato la tensione in un pianto dirotto di gioia, altre sono subito tornate a casa a riscaldare il pranzo. I bancari pere hanno potuto ritrovare la libertà soltanto dopo le 16,30. Liberarli non è stato semplice, non si trovava la chiave per aprire il forziere, fitti conciliaboli si sono intrecciati da una parte e dall'altra della massiccia porta. Reperita la chiave sono sorte altre difficoltà; nell'agitazione del momento nessuno ricordava più la combinazione. Infine l'uscio è stato schiuso ; sudato ed affamato il grup petto ha potuto raggiungere la piazza. La rapina, secondo il direttore della banca, Piero Raineri, 35 anni, avrebbe fruttato ai malviventi «non più dì cin que, sei milioni», ma le confidenze di alcuni colleghi fanno presupporre che i banditi ab-biano scelto il giorno giusto per riempirsi le tasche. «Oggi c'era mercato, inoltre è venerdì, giornata di sostanziosi depositi. Minimo minimo, quei mascalzoni se ne sono andati con 60 milioni. Non hanno tralasciato nulla, dopo aver razziato tutto il denaro contenuto nel "caveau" hanno controllato ogni cassetto, rovesciandone il contenuto sul pavimento. Si sono presi anche le monetine». I rapinatori, tre giovani armati di pistole ed i volti deformati da calze di nailon, sono entrati in azione alle 13,20, qualche minuto dopo che Piero Raineri aveva ordinato di abbassare le saracinesche e spegnere le luci. Hanno atteso che i dipendenti sbucassero dall'uscita di servizio e gli hanno puntato contro le armi, ordinando: «Forza, fate tutti retromarcia e niente scherzi se no vi spariamo». Due impiegati. Armando Visca e Carlo Porta, che indugiavano, si sono presi gomitate sulla schiena, il direttore è stato stordito con il calcio della pistola. Una volta spinti dentro la camera blindata il capo banda ha tirato un so spiro di sollievo. «Bene, è fatta — ha detto ai compari — possiamo filarcela». E, rivolto agli ostaggi: «Non preoccupatevi, avviseremo noi la polizia, non morirete di fame». Ridendo ha chiuso il portone di ferro. Claudio Giacchino Nizza Monferrato. Armando Visca spiega la rapina; a sinistra sua moglie («La Stampa»)

Persone citate: Armando Visca, Carlo Porta, Losco, Piero Raineri

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Nizza, Nizza Monferrato